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Little Briar Rose

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Avatar di Moxarc

a cura di Moxarc

Pubblicato il 18/11/2015 alle 00:00
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Ci sono titoli che si insinuano nella mente del pubblico e vanno a pizzicare le corde più profonde dell’animo: il bello è che lo fanno in punta di piedi, senza strillare e fare chiasso per preannunciare il loro passaggio. 
Al pari di una fiaba, fanno della semplicità il loro punto di forza e magari non riusciranno a stupire con grandi effetti speciali o budget a 6 zeri, ma di sicuro hanno davvero molto da raccontare. Little Briar Rose fa senza dubbio parte di questa rara categoria. Il titolo, nato dall’abilità e dal talento dell’italianissimo duo Elf Games Works, è partito come progetto realizzato tramite il software rpg maker in vista di un concorso, l’Indie Game Maker Contest 2014. Visti e considerati i buoni risultati ottenuti (si è piazzato infatti al terzo posto per quanto riguarda la categoria Non Rpg), ha subito un completo processo di restyling tramite il motore grafico Unity, che lo ha portato a concretizzarsi nell’interessantissima demo che abbiamo avuto modo di provare in occasione della Games Week, tenutasi a Milano il 23, 24 e 25 ottobre. Il gioco ripercorre sostanzialmente la classica favola della bella addormentata nel bosco, declinandola in chiave di avventura punta e clicca: saremo dunque chiamati ad interpretare un impavido principe deciso ad affrontare i pericoli che si celano nella foresta di rovi, al fine di raggiungere il castello e risvegliare la principessa con un bacio d’amore. Presto però ci accorgeremo che la sfida non è proprio quella che ci saremmo aspettati…
Il piccolo popolo in difficoltà
L’elemento che ci ha incuriosito a tal punto da convincerci senza alcuna riserva a provare Little Briar Rose è sicuramente il comparto grafico, davvero singolare. Il mondo in cui ci muoveremo, infatti, è magistralmente creato con uno stile che ricorda le vetrate decorative egli edifici sacri, caratterizzate da spessi contorni marcati e forme semplici e prive di sfumature. La vera sorpresa è stata tuttavia rendersi conto di come la resa sia davvero strepitosa: ogni particolare, dal paesaggio ai personaggi, fino addirittura all’inventario, restituisce l’idea di un mondo incantato e lontano dal tempo e dalla realtà. Non servono molti preamboli: dopo una breve introduzione nella quale ci verrà spiegata la genesi dell’avventura (e quindi ci verrà raccontato il prologo della favola della bella addormentata nel bosco) saremo subito ai comandi del nostro coraggioso principe azzurro. La prima creatura nella quale ci imbatteremo è una fata, che ci spiegherà brevemente i semplici comandi di gioco e ci ammonirà sui pericoli nei paraggi.
Ben presto, tuttavia scopriremo che la foresta non è il luogo stregato e pericoloso di favolistica memoria, o almeno non lo è in senso stretto: esso è infatti un grande ecosistema popolato da svariate razze differenti. All’interno delle varie comunità, però, ci saranno problematiche di vario genere a cui porre rimedio e l’onore, manco a dirlo, toccherà proprio a noi, attraverso la risoluzione di una serie di rompicapi. È proprio su questo sistema che si snoda il gameplay di Little Briar Rose, che si configura dunque come una classica avventura grafica. Gli autori, presenti alla Games Week per permettere ai visitatori di provare la versione di prova del gioco, hanno voluto insistere molto sul concetto della comprensione delle esigenze del “piccolo popolo”, in quanto ogni sfida che andremo ad affrontare sarà legata ad una richiesta fattaci degli abitanti, e a cui noi dovremo rispondere nel modo corretto. 
Nella demo che abbiamo provato ci siamo confrontati con una simpatica popolazione di gnomi, alle prese con un grosso problema: la costruzione della biblioteca del villaggio. Parlando con i vari personaggi ci siamo accorti di come ognuno avesse idee ben precise sulla foggia da dare all’edificio, tanto che l’architetto del villaggio ha deciso di non procedere alla costruzione, non riuscendo a mettere d’accordo tutti. Sarà dunque nostro compito documentarci sui vari “gusti” degli gnomi e decidere che forma dare alla biblioteca, scegliendo tra le varie opzioni disponibili. Se riusciremo a centrare l’obiettivo, avremo fatto il primo passo avanti per il raggiungimento della nostra meta, mentre in caso contrario l’avventura finirà e il principe verrà imprigionato nella foresta. Stupiti, vero? 
Il ciclo degli eroi
In genere le avventure grafiche non mettono di fronte a palesi situazioni di sconfitta e, infatti, anche in Little Brair Rose, il fallimento di un enigma non porta al game over definitivo ma introduce un importante spunto per la trama. Dopo aver subito la sconfitta con il nostro personaggio principale, potremo infatti continuare a giocare da dove ci eravamo fermati controllando un altro principe. Per il duo Elf Games Work questo fattore è molto importante: probabilmente pochi di voi lo sapranno, ma la favola originale parlava di molti principi caduti nel tentativo di salvare la principessa e di un solo trionfatore, e  il gioco vuole proprio restituire questo messaggio.  Avremo dunque una schiera virtualmente infinita di eroi utilizzabili per completare il gioco, che si differenziano l’un l’altro per alcuni particolari, come la forma della chioma, il colore degli abiti o la foggia della cappello. Non escludiamo nemmeno che la sconfitta possa inserirsi come perno ulteriore per inserire parti di trama: ad esempio il nuovo principe potrebbe ritrovare quello che ha fallito, prigioniero nella foresta e potrebbe addirittura liberarlo. 
Vi sono ovviamente anche oggetti da raccogliere e con cui interagire, nel più classico degli stilemi del genere. Si può inoltre pescare, anche se questa possibilità ci era preclusa all’interno della demo. Nel caso ultimo in cui non riusciate proprio a risolvere gli enigmi, potrete sempre chiedere aiuto alla fata incontrata per la prima volta all’entrata della foresta. Per usufruire di tale aiuto occorrerà però risolvere un altro piccolo enigma, in genere sotto forma di semplice puzzle a tessere mobili. In seguito abbiamo incontrato sulla nostra strada anche una tribù di tritoni, ma dopo poco la demo è purtroppo giunta al termine, lasciandoci addosso un’enorme curiosità e desiderio di proseguire. Complice la non estrema lunghezza della versione di prova in cui ci siamo cimentati, ci siamo concessi il lusso di soffermarci ad osservare i dettagli e dobbiamo ammettere che proprio nessun particolare è lasciato al caso: i personaggi, sebbene non siano dotati di molte animazioni, si muovono a loro agio nei coloratissimi ambienti e il risultato finale sembra davvero un’opera d’arte, tanto che non vedremmo affatto male la produzione di cartoline o poster dedicati ai paesaggi di gioco, magari contenuti come extra all’interno di una possibile (e auspicabile) edizione retail del titolo. L’avventura, assicurano i ragazzi di Elf Games Works, può durare tranquillamente oltre 10 ore, soprattutto se ci si sofferma a parlare con ogni personaggio e a godersi ogni dialogo. Il comparto musicale è anch’esso molto ispirato e fiabesco, e le tracce sono state composte da musicisti non professionisti. 
Il gioco completo è in uscita su Steam per l’inizio del 2016, ma sfortunatamente non si ha un ancora una data di lancio precisa. Ci siamo allontanati dallo stand di Elf Games Works con la sensazione di aver giocato ad un piccolo capolavoro e non vediamo l’ora di tornare nella foresta stregata: ci auguriamo che siate pronti anche voi a vivere questa avventura.

– Stile Grafico davvero Unico

– Mondo di gioco fiabescamente ispirato

– Enigmi disponibili nella demo fin troppo semplici

Nato quasi per gioco, Little Briar Rose si è molto evoluto dalla sua prima release, concretizzandosi nella demo che abbiamo avuto il piacere di provare. Le premesse per avere un titolo davvero di ottima qualità ci sono tutte e il fatto che sia di produzione italiana ci rende ancora più fieri e felici. Voi credete alle favole? A quella di Little Briar Rose noi di sicuro!

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