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Kona: Day One

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Avatar di erik369

a cura di erik369

Pubblicato il 15/02/2016 alle 00:00
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Negli ultimi tempi abbiamo potuto osservare una diffusione esponenziale dei cosiddetti “walking simulator”. Parliamo di avventure, generalmente in prima persona, che sacrificano l’interattività per offrire un’esperienza narrativa profonda ed immersiva. Gone Home e The Vanishing of Ethan Carter sono solo alcuni esempi di questo trend dal successo inaspettato. In questo contesto lo sviluppatore indipendente Parabole si sta muovendo al fine di inserire la propria personale visione attraverso Kôna, una serie ad episodi focalizzata sulla narrazione, ma che tuttavia mantiene una spiccata dose di interattività. Abbiamo messo le mani sulla closed beta del primo episodio, la quale ci ha piacevolmente impressionato.

Misteri nella tundraLa nostra prova ci permesso di affrontare una porzione considerevole del primo episodio (chiamato Day One proprio perché si svolge in un’unica giornata), permettendoci di dare un primo sguardo a quella che sarà la storia di Kôna. Impersoneremo Carl Faubert, un investigatore privato assoldato da un magnate dell’industria mineraria. L’incarico porta Carl fino ad Atamipek Lake, nel Canada settentrionale. Quello che si prospettava come un semplice caso di vandalismo dovuto ai difficili rapporti tra il magnate e la popolazione locale, si trasforma in un mistero dalle tinte fosche, connotato da una forte componente sovrannaturale. La zona infatti è completamente deserta, eccezion fatta per una manciata di individui, i quali vengono ritrovati all’interno di blocchi di ghiaccio impenetrabili. Sfidando le insidie della tormenta, Carl cercherà di fare luce sul mistero che circonda Atamipek Lake. Malgrado l’espediente della sparizione di massa sia ormai piuttosto inflazionato, l’incipit narrativo di Kôna: Day One è indubbiamente promettente. Ovviamente è ancora troppo presto per un dare un giudizio concreto, tuttavia il potenziale non manca. L’intera vicenda viene raccontata da un narratore esterno, il quale sarà la nostra unica compagnia nel freddissimo paesaggio canadese. Sarà proprio quest’ultimo ad enunciare le sensazioni e le elucubrazioni di Carl, rendendoci partecipi dei pensieri di un uomo posto davanti ad una situazione surreale. Questo non farà altro che avvalorare il legame empatico tra giocatore e protagonista, facendoci provare sensazioni che vanno dall’inquietudine alla solitudine.

Tra sopravvivenza e curiositàCome abbiamo già detto Kôna: Day One è un’avventura in prima persona fortemente incentrata sulla narrativa, ma contenente elementi survival che ne avvalorano l’interattività. Quattro indicatori ci segnaleranno lo stato del personaggio, nello specifico salute, freddo, energia e peso trasportabile. Tra tutti il più rilevante (oltre alla scontata salute salute) è senz’altro l’indicatore della temperatura. La tormenta che imperversa all’esterno non perdona imprudenze e rimanerne esposti troppo a lungo può portare ad una prematura dipartita. Le nostre esplorazioni dovranno essere quindi intervallate da pause in prossimità di fonti di calore, uniche zone dove tra l’altro è possibile il salvataggio. Proprio per adempire a tale necessità (ma non solo) è presente un sistema di craft, che permette di combinare gli oggetti raccolti durante l’esplorazione. Dobbiamo precisare che il craft e gli elementi survival non sono affatto predominanti, ma anzi ritagliano una porzione piuttosto ridotta dell’esperienza offerta da Kôna, in modo da non distogliere eccessivamente l’attenzione dalla componente narrativa. La maggior parte del tempo passato ad Atamipek Lake sarà invece dedicato all’esplorazione, la quale è senz’altro l’elemento di gioco predominante. Vagare nella tormenta, che sia a piedi o in macchina, ed ispezionare la varie abitazioni presenti nella mappa di gioco sarà indispensabile per il proseguimento. Questo tipo di narrazione ambientale ci farà entrare a conoscenza non solo degli avvenimenti che hanno portato alla scomparsa degli abitanti, ma anche ad una serie di sotto trame del tutto secondarie, ma che avvalorano l’autenticità del mondo di gioco. In questo contesto trovano spazio tutta una serie di enigmi ambientali, implementati in modo da non risultare mai estranianti o fuori luogo. Anche in questo caso gli enigmi dai noi riscontrati non godevano di particolare complessità, ma richiedevano una buona dose di esplorazione e spirito d’osservazione. In definitiva ci aspettiamo un’esperienza dal ritmo molto dilatato ma mai sfociante nella noia, grazie ad una dose di tensione imperitura.

L’inverno sta arrivando, ma quando di preciso?Per realizzare il loro titolo i Parabole si sono avvalsi del motore grafico Unity, raggiungendo un risultato davvero notevole. Non parliamo solo del mero aspetto grafico, ma anche dell’atmosfera che caratterizzava i centri rurali del Canada nel 1970. Questa è stata ricreata grazie ad una grande cura per la fedeltà storica e un’attenzione per i dettagli certosina. Persino la stessa tormenta è stata realizzata in maniera talmente efficace da trasmettere sensazioni di gelo e disagio. Ad ulteriore riprova di ciò abbiamo un comparto sonoro ragguardevole sia negli effetti che nel doppiaggio. Tutto questo rende l’esperienza offerta da Kôna estremamente immersiva, incrementando esponenzialmente l’efficacia della componente narrativa. Paradossalmente i nostri dubbi riguardo l’operato degli sviluppatori canadesi non stanno tanto nel titolo in sé, quanto nelle modalità con cui esso verrà distribuito. La serie Kôna prevede infatti quattro episodi, i quali, stando alle dichiarazioni degli sviluppatori, saranno disponibili ad intervalli di un anno l’uno dall’altro. Inoltre ogni episodio dovrebbe impegnare il giocatore per una manciata di ore. Alla luce di queste informazioni sfidiamo chiunque a non storcere il naso, essendo noi stessi i primi a dubitare del funzionamento di tale formula. Comprendiamo che mantenere un livello di cura di questo tipo richieda parecchio tempo ed impegno (soprattutto per un team indipendente), ma ci auguriamo che gli sviluppatori riescano a trovare un equilibrio che renda l’esperienza effettivamente appetibile. Sappiamo inoltre che ogni episodio avrà un protagonista diverso, ma che ognuno di essi si ritroverà ad affrontare lo stesso scenario, sebbene da una prospettiva profondamente diversa. Sebbene la closed beta da noi provata fosse solo in lingua inglese, sappiamo con certezza che nel prodotto finale verranno implementati i sottotitoli in italiano.

– Narrativa promettente e sfaccettata

– Atmosfera autentica e vivida

– Interattività superiore rispetto al genere

La nostra prova con la closed beta di Kôna ci ha lasciato tante buone sensazioni, in virtù di una componente narrativa solida e sfaccettata, unita all’implementazione di un’atmosfera vivida ed autentica. Gli elementi survival e gli enigmi ambientali sembrano mantenere il ritmo di gioco abbastanza elevato da non sfociare mai nella noia, grazie anche alla perenne dose di inquietudine che si prova nell’attraversare i paesaggi deserti e gelidi di Atamipek Lake. Non mancano i dubbi, soprattutto legati alla fruizione a lungo termine, tuttavia vi consigliamo di tenere d’occhio l’operato dei Parabole, poiché il potenziale non manca.

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