Anteprima

Hyrule Warriors

Avatar

a cura di LoreSka

Casomai non fosse ancora chiaro, Hyrule Warriors non sarà il nuovo gioco della serie The Legend of Zelda. Dal momento del suo annuncio si è sollevato un certo hype, e alcuni fan meno attenti hanno pensato all’ennesima esclusiva Nintendo in grado di ridiscutere i generi videoludici e di mettere in gioco una miriade di elementi originali capaci di entrare nei cuori dei giocatori. Lo avevamo detto e lo ripetiamo: non è così. Hyrule Warriors non è un gioco della serie The Legend of Zelda, bensì un titolo della serie Dynasty Warriors, sviluppato dagli sviluppatori di Dynasty Warriors, con le stesse meccaniche di un qualunque Dynasty Warriors e con protagonisti Link, Zelda e Midna. Insomma, questo gioco è molto più simile a una versione reskinnata di Dynasty Warriors che a un qualunque prodotto della serie creata da Shigeru Miyamoto. Non è detto che la cosa sia sbagliata o che, peggio, possa determinare l’immediato fallimento del progetto. In ogni caso, crediamo che i lettori debbano essere opportunamente informati prima di fiondarsi a prenotare questo gioco solo perché sulla copertina capeggia la faccia di Link e nel titolo si menzionano le terre di Hyrule.
Musou!
Hyrule Warriors, come detto, presenta il gameplay di Dynasty Warriors – serie capace di trasformare il proprio nome giapponese (Musō o Musou) in un vero e proprio genere videoludico. Il nostro eroe si ritrova a combattere eserciti di nemici in costante inferiorità numerica, mentre attorno a lui si svolgono delle epiche battaglie. I nemici possono essere abbattuti con uno o due colpi di spada, e spesso è sufficiente muovere la lama a casaccio nella mischia per provocare una vera carneficina. Non si tratta di un gioco in cui è necessario pensare: in Hyrule Warriors basta muovere le mani per risolvere la gran parte delle situazioni presentate, e il divertimento deriva dalla concatenazione di combo kill che talvolta possono raggiungere delle cifre davvero ragguardevoli.
In alcuni casi abbiamo l’opportunità di scontrarci con mini-boss e boss, che richiedono al giocatore qualche strategia più ponderata per poter essere sconfitti. Anche in questo caso non vi è nulla che non si possa risolvere con un approccio fortemente offensivo, ma non vi è dubbio che è in questi momenti che il gioco ha davvero qualcosa di originale da offrire.
Questa formula, nota e stranota, in Giappone è un vero successo. Qui in occidente, al contrario, il genere musou non ha mai catturato grandi schiere di appassionati, tanto che molti dei giochi della serie non sono giunti in Europa o, al più, non sono stati tradotti in Italiano. Talvolta, però, gli sviluppatori di questa saga hanno fatto uso di marchi noti ai giocatori (e, in particolare, molto cari al pubblico occidentale) per realizzare dei crossover videoludici, creando delle piccole nicchie capaci di vendere un discreto numero di copie. Si pensi al più recente musou in salsa One Piece che, nonostante non presentasse grandi novità, è riuscito a far parlare di sé anche da questa parte del globo.
Di conseguenza, crediamo che “il musou di Zelda” abbia buone opportunità per avvicinarsi al gusto dei giocatori di tutto il mondo, e potenzialmente potrebbe aiutare questo genere a sconfinare definitivamente in occidente. Il punto è che, passata la meraviglia di vedere Link e i personaggi di questa saga colmare lo schermo, resta ben poco a livello di gameplay che non si sia già visto in qualunque altro Dynasty Warriors. Con qualche piccola eccezione.
Quanto Zelda c’è in Hyrule Warriors?
La risposta alla domanda che dà il titolo a questo paragrafo è la seguente: abbastanza. Anche se da un punto di vista strutturale il gioco è oltre ogni ragionevole dubbio un Dynasty Warriors in una nuova veste, per molti altri aspetti questo titolo cerca di catturare alcuni degli elementi che hanno reso grande la serie The Legend of Zelda.
Prima di tutto bisogna sottolineare una certa cura nella realizzazione del prodotto: nella demo vista all’E3 il gioco ci ha sorpresi per la sua fluidità e per la grafica di alcuni modelli. Come da tradizione nel genere musou, i nemici non sono altro che un esercito di cloni tutti uguali fra loro per modelli 3D e per animazioni, ma bisogna altresì dire che il design degli ambienti ci ha lasciato una buona sensazione e che i protagonisti sono straordinariamente ben realizzati. Link, nello specifico, sembra essere uscito da uno gioco della serie The Legend of Zelda: le sue movenze e le animazioni sono particolarmente curate, e non si ha la sensazione che il personaggio sia stato modellato su qualche eroe preesistente nella serie Dynasty Warriors. Link, in altre parole, è inconfondibilmente il Link che tutti conosciamo.
Dal lato del gameplay il gioco vede l’arrivo di alcune armi tratte dalla serie The Legend of Zelda. Nella demo presentata all’E3 abbiamo avuto modo di utilizzare le tipiche bombe di Link, che tuttavia potevano essere lanciate in sequenza rapida per ottenere un’esplosione a catena in grado di sterminare un gremito gruppo di nemici. Un’idea, questa, che sembra andare a braccetto con il gameplay tipico dei Dynasty Warriors, in cui la quantità di danni e di nemici colpiti è al centro dell’attenzione. Le bombe, inoltre, possono essere potenziate nel corso dell’avventura, in maniera non dissimile da quanto avviene con alcuni dei gadget disponibili a Link nei giochi della celebre saga.
Gli scontri con i boss sono stati adattati alla tipica meccanica in tre fasi, inventata proprio dalla serie The Legend of Zelda. Non è chiaro, al momento, se i boss dovranno essere sconfitti utilizzando l’ultimo gadget ottenuto, ma vi è un evidente cenno agli scontri con i boss visti in un qualunque gioco di Zelda. Vista la presenza maggiore di boss e mini-boss nei giochi di genere musou, siamo davvero curiosi di scoprire cosa si siano inventati gli sviluppatori per mantenere il gameplay variegato per tutta la durata dell’avventura.

– Una certa cura negli elementi tratti da Zelda

– Qualche novità nel gameplay

Se siete convinti che Hyrule Warriors entrerà a far parte delle grandi esclusive Nintendo capaci di portare alla rinascita di Wii U, probabilmente state scommettendo sul cavallo sbagliato. Non vi è quasi nulla in Hyrule Warriors che non si sia già visto in un qualunque Dynasty Warriors e, a parte il fascino del mondo di The Legend of Zelda e qualche meccanica presa in prestito dai lavori di Miyamoto, questo gioco ha apparentemente pochi elementi originali da offrire. Come detto, la presenza di Link, Zelda e Midna potrebbe avvicinare il genere musou al grande pubblico ma, al contempo, potrebbe deludere molti fan convinti di avere fra le mani una nuova poesia videoludica a marchio Nintendo. Per quel gioco, presentato fugacemente all’E3, vi rimandiamo al 2015.