Per una nazione come gli Stati Uniti d’America, nata proprio dalla ribellione contro una potenza dominatrice e così poco avvezza agli attacchi sul proprio suolo, l’invasione è senza dubbio un incubo ricorrente. Seppur improbabile, essa ha solleticato a più riprese la fantasia di scrittori e cineasti, i quali si sono cimentati nell’immaginare diversi scenari legati ad una guerra sul suolo americano, che si trattasse di attacchi alieni o di altre potenze militari. Proprio a questa tematica si ispira Homefront, sparatutto prodotto da THQ e sviluppato da Kaos Studios, di cui molti ricorderanno il discreto FPS multiplayer Frontlines: Fuel of War. Dopo un breve video visionato un anno fa all’E3 2009, un recente evento tenutosi a New York ci ha permesso di prendere parte ad una nuova e più ricca dimostrazione.
Scacco mattoUn regime totalitario, diritti umani semi-inesistenti, corsa all’armamento nucleare: queste sono solo alcune delle caratteristiche della Korea del Nord che hanno portato l’ex presidente americano Bush Jr. a definirla un membro attivo dell’”Asse del Male”, ovvero quelle nazioni universalmente considerate “pericolose” dai paesi civilizzati. Nell’immaginario ideato dai ragazzi di Kaos Studios, nel corso dei prossimi vent’anni due tendenze diametralmente opposte portano proprio la Korea del Nord ad espandersi minacciosamente, mentre gli USA soffrono una forte crisi. Le mire espansionistiche del piccolo paese si fanno sempre più ambiziose, fino a puntare al pesce grosso; un piano fatto di sottili incastri viene attuato, le truppe sbarcate in incognito come pezzi silenziosamente sistemati su una scacchiera. Quando tutto è pronto, su un’America in piena crisi finanziaria e politica si abbatte un devastante impulso elettromagnetico: radio, computer, cellulari e qualunque altro dispositivo elettronico vengono irrimediabilmente danneggiati, gettando la nazione nel caos. E’ l’inizio di un piano d’invasione da manuale: tagliati i ponti con la costa est grazie ad una cortina di radiazioni, i nordcoreani invadono San Francisco con l’obbiettivo di mettere in ginocchio tutta la west coast e muoversi successivamente verso oriente.Una volta delineato il contesto narrativo, i ragazzi di Kaos Studios hanno giocato per noi alcune porzioni di gioco utili a dimostrare la capacità di Homefront tanto di raccontare un’intensa e drammatica storia quanto di offrire combattimenti credibili ed interessanti.
Il nostro piccolo pezzo d’AmericaE’ proprio con queste parole che viene definito il villaggio in cui ci svegliamo all’inizio del capitolo 2: poche case e tende da campo, qualche pezzo di terra coltivata, un parco-giochi per bambini improvvisato. Un piccolo frammento di una nazione in ginocchio, un baluardo tanto prezioso quanto fragile. E’ il cuore della Resistenza americana, pochi uomini e donne pronti a mettere in gioco le proprie vite per liberare il paese da invasori che non fanno prigionieri. In seguito ad eventi ancora non noti, apriamo gli occhi nei panni di un cittadino americano qualunque, destinato ad imbracciare le armi per la difesa della propria terra. Il lungo e tranquillo incipit, che concede la libera esplorazione del villaggio e contestualizza in maniera interessante la gravità del conflitto, viene interrotto da una chiamata via radio: nel giro di pochi minuti ci troviamo un fucile in mano ed ordini da eseguire.
Battesimo del fuocoUn piccolo salto temporale ci ha permesso di dare uno sguardo al “battesimo del fuoco” del protagonista, uno spettacolare scontro che prende il via quando i ribelli tentano di attaccare una base nordcoreana fuori San Francisco. L’azione nasce presso un punto d’osservazione sopraelevato, da cui il protagonista ed i suoi compagni d’arme godono di una buona visuale del campo nemico sottostante. Una chiamata via radio, qualche secondo di attesa, ed ecco arrivare di gran carriera un camioncino che sfonda a tutta velocità i cancelli della base, andandosi a schiantare contro un edificio proprio nel centro del vasto piazzale. In pochi secondi i nordcoreani circondano il veicolo, le armi puntate e pronte a sparare contro gli aggressori. Si tratta naturalmente di un’esca: quando i nemici sono sufficientemente vicini alla vettura, uno dei nostri compagni attiva un radiocomando collegato ad un bomba al fosforo nel bagagliaio del van, scatenando un vero e proprio inferno. Mentre i nemici si contorcono tra le fiamme, ci troviamo a finirli grazie ad un potente fucile da cecchino, mentre l’odio per gli invasori si fa sentire: “Non colpiteli, lasciateli bruciare!”, urlano alcuni dei membri della squadra partigiana. Questo genere di contestualizzazione rende l’atmosfera del gioco a tratti reale e palpabile, preannunciandosi come uno dei punti di forza dell’aspetto narrativo. Nonostante la sortita abbia riscosso un buon successo, la risposta nemica non si fa attendere: un soldato armato di lanciarazzi individua la nostra posizione ed attacca la torre d’osservazione. La fragile struttura crolla, regalandoci una sequenza in prima persona di grande impatto visivo: come vedremo, questo genere di eventi scriptati e di narrazione in-game la faranno da protagonista nella grammatica ludica proposta da Homefront. Riapriamo gli occhi qualche istante più tardi, storditi, coperti di macerie. Corriamo in mezzo alle fiamme sviluppate dall’esplosione cercando di seguire i nostri compagni e ben presto nuove detonazioni ci raggiungono, ribaltando macchine e distruggendo strutture. Seguiamo la nostra squadra su per una rampa di scale esterne, cercando di riguadagnare una posizione elevata da cui contrattaccare; non appena raggiungiamo il tetto dell’edificio, l’intera struttura viene colpita da una nuova esplosione e collassa, gettandoci nuovamente nel panico. Quando riapriamo gli occhi, quella che stiamo fissando è la canna di un fucile d’assalto nemico puntato alla nostra fronte; quelle che sentiamo sono invece le urla del suo proprietario, evidentemente intenzionato a fare giustizia sul posto. Proprio quando l’ufficiale nordcoreano sta per aprire il fuoco, una jeep Hummer entra a tutta velocità nel nostro campo di visuale e spazza via la mortale minaccia. Si tratta naturalmente dei nostri compagni di squadra, ma non c’è tempo per i ringraziamenti: è ora di finire il lavoro.
Guerra modernaI tanto sospirati rinforzi raggiungono finalmente il campo di battaglia: oltre ad un manipolo di soldati fa la sua comparsa il Goliath, un mezzo corazzato di piccole dimensioni senza pilota, dotato di guida laser. Tenendoci al riparo e cambiando occasionalmente copertura per evitare i frequenti aggiramenti dei nemici, ci troviamo a marcare bersagli con l’uso di un pratico binocolo, i quali vengono successivamente investiti da salve di missili. Durante questa seconda fase dello scontro si rivela importante seguire gli obbiettivi che compaiono in sovraimpressione sullo schermo, i quali comportano ora eliminare un determinato nemico, ora difendere un compagno di squadra. La demo si è chiusa con l’entrata in scena di un elicottero nemico, anch’esso da eliminare tramite la guida laser del Goliath. La lunga sequenza di combattimento si è rivelata interessante per la capacità di alternare una narrazione in-game condita dai molti script ad intensi scontri a fuoco, caratterizzati dall’impiego di un’Intelligenza Artificiale apparentemente reattiva. Da questa breve dimostrazione risulta chiaro come Homefront sia un titolo che fa della sua intrinseca linearità un punto di forza, veicolando tramite eventi prefissati una narrazione ed un’azione a schermo di grande impatto visivo ed emotivo.
Made of KaosAl termine della demo, due chiacchiere con gli sviluppatori ci hanno permesso di farci un’idea più chiara dei lavori in corso presso i Kaos Studios: pochi botta e risposta sono stati sufficienti a chiarire la grande passione che muove gli sviluppatori, intenzionati ad offrire una dimensione unica per gli sparatutto bellici. “Siamo grandi fan di Call of Duty ed altri sparatutto famosi” afferma Daniel Bilson, a capo dei giochi core di THQ, “ma Homefront è stato creato per offrire uno scenario completamente differente. Non vi troverete nei panni di un soldato addestrato nella tattica e nelle armi, bensì in quelli di un comune cittadino che si ritrova a dover difendere la propria terra: i risvolti emotivi e di gameplay saranno tangibili”. Abbiamo poi incontrato Brian Burrel, artista della skeletal animation, il quale ci ha mostrato la cura con cui i modelli vengono realizzati partendo sempre da punti di riferimento reali: attori in carne ed ossa o manichini per i personaggi, armi vere per l’arsenale. Alla modellazione “rozza” vengono successivamente aggiunti dettagli importanti per sottolineare la natura improvvisata degli strumenti a disposizione dei ribelli: mirini attaccati con il nastro adesivo, veicoli militari afflitti da pesante usura, uniformi alla buona. Jason Priest, disegnatore delle mappe e delle ambientazioni, ci ha invece mostrato come dalla concettualizzazione si passa al bozzetto, ed infine alla grafica 3D: prima un semplice schema, o una mappa 2D disegnata a matita, con i movimenti del giocatore mostrati tramite un dedalo di frecce. Poi la visualizzazione, ovvero il concept art, per passare infine alla modellazione; un processo lento, fatto di continui aggiustamenti e cambiamenti dell’ultimo minuto. In ultimo l’Audio Director Matt Hardwood ci ha mostrato tramite un simpatico video come vengono realizzati i campionamenti del sonoro di gioco: dal semplice rumore dei passi, a quello di una pallottola che colpisce un muro, al martellare di una mitragliatrice pesante, tutto viene registrato dal vivo e sul campo, cercando di utilizzare il più possibile riferimenti realistici (come nel caso delle armi da fuoco, tutte campionate dalle controparti reali). Un tour affascinante, che ha confermato la grande cura con cui i Kaos Studios si stanno dedicando a Homefront.
– Momenti spettacolari
– Storia interessante
Il primo incontro con il nuovo sparatutto THQ ha riservato impressioni positive, grazie ad un demo intensa e ricca d’azione ed emotività. Lineare e dedito allo script, Homefront si presenta come uno sparatutto dove la storia ed i suoi sviluppi avranno un’importanza fondamentale per il successo della formula di gameplay. Con una data d’uscita ancora del tutto ignota, ai ragazzi di Kaos Studios non rimane che rimboccarsi le maniche per continuare sulla strada intrapresa e cesellare il comparto grafico, ancora bisognoso di diverse attenzioni. Se i lavori procederanno senza intoppi, Homefront potrebbe rivelarsi un titolo da non perdere per tutti gli appassionati del genere. L’ormai imminente E3 2010 porterà senza dubbio con sé diverse rivelazioni sul comparto multigiocatore, rimanete con noi.