Era il lontano 2006 quando un video-demo chiamato “The Casting ” ha fatto la sua comparsa in rete, segno rivelatore che i Quantic Dream erano al lavoro su Playstation 3. Nonostante si parli di tre anni fa, questa dimostrazione lasciava intuire la cura maniacale che lo studio di sviluppo stava dedicando non solo nel realizzare un ottimo comparto tecnico, che grazie all’uso dell’engine chiamato Physx riesce a riprodurre ottimamente le animazioni dei personaggi, soprattutto per quanto riguarda le espressioni facciali, mai così emotive, ma anche nel creare una solida e densa atmosfera che rendesse i personaggi del gioco, più simili a normali persone che a stereotipati eroi dei videogames, davvero compatibili caratterialmente con il giocatore.
Un po’ di storia…Forse alcuni di voi ricorderanno David Cage, fondatore dei Quantic Dream, regista di videogiochi come Fahrenheit (2005) e Omikron: The Nomad Soul (1999), sempre alla ricerca del modo di cambiare il concetto di videogame, nel tentativo di creare non più semplici giochi fini a se stessi ma vere e proprie esperienze di vita da cui magari imparare qualcosa per vivere al meglio. Non a caso la sceneggiatura di Heavy Rain è composta da oltre due milioni di parole, scritte nell’ottica di creare un intreccio narrativo “maturo”. Dalle scene a noi mostrate durante il GamesCom 2009 e il Sony make.believe di Milano è emerso come questa sceneggiatura, per i temi e le immagini trattate, sia effettivamente per un pubblico di soli adulti, caratteristica necessaria per comprendere le sfaccettature che gli eventi del gioco vogliono effettivamente mostrare. Per fare un esempio, la scena in cui Madison Paige, la giornalista affermata con problemi del sonno, parte del cast di protagonisti del gioco, deve spogliarsi perché minacciata di violenza (avvenimento che può portare ad un nudo quasi integrale della giovane donna) è stata mostrata diverse volte: durante un evento a porte chiuse, usato proprio come test per scoprire se il giocatore riusciva ad immedesimarsi nel disagio provato dal personaggio, il regista ha confermato che il suo obiettivo può essere davvero raggiunto, che le emozioni che un giocatore può provare non devono essere necessariamente adrenalina e paura ma anche qualcosa di più. Tutto ciò non ha fatto altro che dimostrare come il progetto di Quantic Dream sia effettivamente sopra le righe, con la paura di osare ormai un ricordo lontano per Cage & Soci, lanciati nel tentativo di impressionare, e non in maniera forzata, il giocatore.
Le apparenze possono ingannare…Andare ad esporre ciò che Heavy Rain voglia offrire, cercando di relegarlo a precisi canoni dettati dalle caratteristiche di gameplay non è compito facile, proprio perché lo scopo degli sviluppatori è di fuoriuscire dagli standard affermatisi nell’industria, nel tentativo di donare al giocatore un’esperienza completamente nuova, fatta di completa interattività e possibilità di scelta, sceneggiatura e regia degne delle maggiori produzioni hollywoodiane odierne. Quello che ad alcuni giocatori meno attenti può sembrare un lungo e continuo Quick Time Event (per intenderci, una sequenza di tasti che appaiono sullo schermo da premere al momento giusto per avanzare), in realtà si tratta di un geniale metodo per immedesimare senza affanni qualsiasi tipo di persona. Il pratico sistema di gioco presto vi farà dimenticare di avere un joypad in mano, ormai solo un mezzo quasi invisibile per mettere in atto le proprie decisioni o per lottare per la vita del personaggio, forse per la prima volta davvero importante in un videogame, dato che la morte di uno dei protagonisti, o anche di tutti e quattro, non impedirà alla vicenda di prendere una specifica piega che porterà la storia ad uno dei diversi finali. Insomma in Heavy Rain non esiste Game Over, non esistono scelte giuste o sbagliate ma solo contesti che possono far sopravvivere le persone coinvolte oppure no, il tutto per condurre ai diversi finali che il gioco può offrire, più triste se ogni personaggio cadrà, più roseo nel caso contrario.
“Tutto ciò che ho fatto, l’ho fatto per amore…”Molte parole sono già state spese per i quattro personaggi giocanti del titolo, tranne che per l’ultimo mostrato, Ethan Mars. Accompagnato dal nuovo trailer mostrato al Tokyo Games Show, egli è un giovane padre che ha perso uno dei suoi figli per una piccola distrazione. Incapace di perdonarsi, egli non riesce più a gestire il resto della sua famiglia che, inevitabilmente, si spezza. Ma nel momento in cui il suo unico figlio rimasto viene rapito dall’Origami Killer, la persona misteriosa che accomuna i quattro protagonisti del gioco, egli si ritrova a chiedere a se stesso: “Quanto lontano potrò andare per salvare le persone che amo?” Questo l’incipit del gioco, la domanda intorno alla quale gira tutta l’esperienza, l’amore incondizionato di un padre verso il figlio, che porterà Ethan a vivere un avvenutura oltre l’immaginabile. Saprà Heavy Rain mantenere tutte le importanti promesse che ha fatto in quasi tre anni? Tutto ciò che è stato mostrato fa ben sperare, dalla colonna sonora dei trailer mozzafiato, alle espressioni facciali realizzate ottimamente, dalla perfetta interazione che avrete nel gioco al susseguirsi di emozioni che le vicende possono trasmettere. Le uniche pecche riscontrate sono puramente estetiche (si parla di alcune texture ambientali non propriamente “pulite”) ma se la trama del titolo, vera colonna portante del progetto, sarà all’altezza delle speranze, non si potrà che omaggiare il lavoro di Cage & soci con la parola “Capolavoro“.
– Coinvolgente ed aperto a tutto il pubblico “maturo”
– Personaggi in cui immedesimarsi facilmente
– Emozioni e tensione garantite
– La story line cambierà in base alle scelte fatte
Manca poco oramai perché uno dei titoli Playstation 3 più attesi dai videogiocatori di tutto il mondo arrivi finalmente nei negozi, più precisamente previsto per la Primavera 2010. Tutti gli aspetti intorno ad Heavy Rain, dai trailer alle dichiarazioni del regista, non fanno altro che aumentare le speranze che il titolo possa davvero emozionare e coinvolgere come promette, con la sua ambientazione ben studiata e il suo intreccio narrativo composto da una sceneggiatura di oltre due milione di parole. A coronare il tutto si aggiunge un comparto tecnico di prim’ordine per quanto riguarda le animazioni dei personaggi che purtroppo però non brilla nelle texture ambientali. Dopo tre lunghi anni di attesa il momento è quasi arrivato, ma per fortuna sono ancora possibili piccoli margini di miglioramento che potrebbero rendere Heavy Rain un titolo pressoché perfetto. Rimanete sintonizzati su Spaziogames.it per tutte le novità sulla fatica di Quantic Dream!