Anteprima

Heavy Rain

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a cura di Dr. Frank N Furter

E’ raro poter parlare di titoli interessanti e stimolanti come l’ultima fatica dei ragazzi di Quantic Dreams. Durante la nostra prima giornata della fiera tedesca abbiamo avuto l’occasione di provare con mano i due nuovi personaggi, altri pezzi mancanti di quel puzzle chiamato Heavy Rain. Grazie a questo interessante anteprima per la stampa, siamo riusciti a capire meglio in quale direzione stia andando l’ambizioso progetto di David Cage, cosa ci dovremo aspettare dal titolo e cosa no. Proprio per questo bisogna fare una premessa ben precisa, sottolineata anche dallo stesso Cage nell’intervista a noi rilasciata questo pomeriggio: “Heavy Rain non è un videogioco, non fraintendetemi, è completamente interattivo ma trascende il concetto di videogioco stesso cercando nella storia che racconta qualcosa di più profondo e maturo”.

The PeacemakerIl terzo personaggio di Heavy Rain è l’investigatore privato Scott Shelby il quale si trova in un supermarket dei quartieri periferici della città. Mentre cerca il suo medicinale per l’asma entra un ragazzo dal passo nervoso e decisamente sospetto; difatti, dopo pochi secondi, estrae una pistola e la punta verso il proprietario minacciandolo di ucciderlo nel caso non gli avesse consegnato l’incasso giornaliero. Da questo punto in poi si entra in scena ma… lo volete davvero? La domanda può suonare come un atto di codardia anche se nei fatti non è così. Heavy Rain è un titolo aperto a diverse situazioni, a tante soluzioni per ogni personaggio, come se si partisse da un punto d’origine che ha la capacità di diramarsi in tantissime direzioni per poi ritornare ad un unico finale. Tornando al nostro investigatore privato, e alla difficile situazione in cui si trova, abbiamo assistito in presa diretta a quanto spiegato poco sopra: nella prima partita siamo rimasti in disparte in fondo al negozio senza fare il minimo rumore e, soprattutto, senza prendere le difese del negoziante in pericolo. Nel secondo caso invece abbiamo deciso di fare da negoziatori affinché le cose non degenerassero in maniera irreversibile. Il dialogo serrato tra Scott e il rapinatore è completamente affidato alla nostra capacità di analisi della situazione e di trovare un discorso logico in grado di calmare il ragazzo e fargli capire l’errore che sta commettendo. Ogni vostra frase sarà scelta da voi tramite la pressione di un singolo pulsante il quale corrisponderà ad un modo di porsi verso l’altro interlocutore. Ad esempio potrete intimorirlo o chiedergli il nome e mostrarvi cordiali, senza dimenticare anche l’aspetto paterno del vecchio investigatore il quale “consiglia” al giovane malvivente di non mandare all’aria il suo futuro per una rapina da pochi dollari. Questa sessione di gioco ci ha inoltre aiutato a prendere confidenza con il sistema di controllo diverso dai soliti adventure a cui siamo abituati. Ogni piccolo gesto è stato ricreato in maniera del tutto istintiva: per aprire una scatola basterà sollevare il coperchio muovendo in verticale il pad oppure per prendere un oggetto da uno scaffale si effettuerà un movimento sempre naturale e intuitivo. Quando il rapinatore minaccia Scott, gli intima di alzare le braccia e, per fare ciò, dovrete premere e tenere schiacciati i tasti dorsali R1 ed L1 in modo da rimanere in questa posizione per tutto il periodo in cui parlerete con il ragazzo. Una volta terminato il trambusto della rapina arriverete ad ottenere un indizio importante sull’Origami Killer. Come vi spiegavamo poco fa, non importa come ci si arriva, quello starà a voi e alla vostra voglia di sperimentare ogni volta un’esperienza diversa, l’importante è giungere alla fine del capitolo e cercare di svelare l’identità del serial killer.

A proposito degli occhiali ARIL’altro personaggio giocabile era l’agente FBI, Norman Jayden. La sua avventura è stata già ampiamente trattata nell’anteprima post E3 di quest’anno, ma c’è una novità per quanto riguarda i famigerati e discussi occhiali ARI. Molti fan si erano chiesti se l’introduzione di un apparecchio così sofisticato avrebbe potuto minare l’atmosfera di gioco rendendolo troppo facile e sacrificando la parte prettamente investigativa. Lo stesso David Cage, sempre all’interno della nostra intervista, ha spiegato che gli occhiali ARI non saranno presenti in tutti i capitoli del gioco e avranno un’influenza minima sul gameplay. Ha anche aggiunto un’altra cosa molto importante: Heavy Rain focalizza tutte le sue energie sulla storia, sui personaggi mettendo in secondo piano tutto il resto. A testimonianza di questo fatto, nell’episodio di Norman, gli occhiali vengono usati solo per un breve periodo, quando ancora la situazione può essere definita come “distesa”.

Il senso di colpaSentirsi colpevole anche quando non si poteva far altro per salvare la vita di una persona cara, ascoltare ogni giorno il proprio dolore fino a non pensare più a nulla e a rovinare la propria vita fino a rimanere soli. Questo è l’incipit della storia studiata attorno al quarto e ultimo personaggio del titolo dei Quantic Dreams. Ethan Mars chiude il cerchio e lo fa con una trama dalla forte carica emotiva di rara bellezza. Durante una tranquilla giornata trascorsa al centro commerciale in compagnia di sua moglie e i suoi due figli accade l’imprevedibile: un attimo di disattenzione e uno dei bambini di Ethan scompare nel nulla. In poco tempo sale la tensione e l’angoscia fino a quando il protagonista rintraccia il figlio ma al momento di raggiungerlo il piccolo viene investito da un auto in corsa, uccidendolo davanti agli occhi del padre. Una sola distrazione costa al nostro protagonista la felicità di una vita tranquilla e agiata: è l’inizio di incubo, di una depressione che lo porterà ad essere abbandonato dalla moglie e dall’altro figlio rimasto in vita. Ormai la sua esistenza sembra segnata fino a quando una notizia shock non scuote Ethan: il suo bambino è stato rapito e il colpevole sembra essere il terribile Origami Killer. E’ il segnale di un cambiamento, è ora di affrontare il proprio senso di colpa, di guardarsi dentro e scorgere la tanto agognata “redenzione” in grado di ridare una dignità all’uomo chiamato Ethan Mars. Durante le sue personali indagini il nostro eroe sarà costretto a fare cose che non avrebbe mai pensato di compiere, tutto in nome dell’amore per suo figlio nella disperata corsa contro il tempo per salvarlo da una morte certa. La presentazione fatta da David Cage sul palco della conferenza Sony, con il tema “quanto lontano vi spingereste per salvare una persona che amate?, ci ha lasciato senza fiato, facendo così salire il fattore d’attesa alle stelle.

– Ogni capitolo offre diverse soluzioni di storyline

– Emozionante

– Sistema di controllo intuitivo

– I temi trattati possiedono un grande spessore psicologico

Heavy Rain si presenta ancora una volta come IL titolo da aspettare, un’esclusiva di grande importanza per il parco titoli della console Sony. L’unico aspetto che ci ha lasciati leggermente perplessi riguarda il comparto tecnico poiché se da una parte abbiamo una modellazione poligonale dei personaggi, in particolare dei volti, di grande qualità, dall’altra il livello generale non impressiona, anzi, a volte delude con qualche texture di bassa risoluzione in più punti, messi poi in risalto da alcune inquadrature. C’è però da evidenziare un concetto importante dietro l’aspetto visivo di Heavy Rain, ovvero, la prerogativa di mettere in secondo piano tutti gli elementi ritenuti secondari per dare grosso risalto alla storia, il vero fulcro di tutta la produzione. In questo senso risulta azzeccata la scelta di realizzare dei visi incredibilmente espressivi e reali poiché è proprio attraverso una smorfia di dolore, un sorriso o uno sguardo particolare che si riesce a veicolare le emozioni in maniera diretta senza compromessi. Nell’attesa di ulteriori novità vi rimandiamo alle pagine di Spaziogames invitandovi a seguire l’intervista fatta a David Cage, la quale sarà disponibile a breve.

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