Lo Showcase di Electronic Arts tenutosi il mese scorso a Londra ha riservato ampi spazi per ognuno dei molti titoli presenti nell’attuale line up del publisher, tra cui l’atteso Dragon Age: Origins. Sviluppato dai maestri di Bioware, il titolo promette di riportare in auge le atmosfere dei Forgotten Realms così ben riprodotte in Baldur’s Gate e relativo seguito.Il grande seguito di fan che auspicano da tempo il ritorno di un GDR “puro”, che si basi su ruleset complessi quanto quelli della più illustre controparte cartacea, Dungeons and Dragons, attende da tempo nuove informazioni sul titolo, che nell’ultimo periodo sono giunte in maniera piuttosto frammentaria. Nonostante sia stato confermato lo sviluppo di versioni per console next gen, l’unica demo disponibile in prova allo Showcase era quella per PC: per un hands on su Xbox 360 o Playstation 3 occorrerà attendere l’E3 2009.Per quanto una mezz’ora di prova diretta su un titolo che offre oltre 100 ore di gioco ed una vera moltitudine di aspetti da tenere in considerazione sia paragonabile al tentativo di farsi un’idea di un film guardando un trailer, il nostro hands on ha comunque rivelato una parte delle basi del gameplay: vediamole insieme.
Caro vecchio GDRLa demo che ci è stato possibile testare offriva il completamento di una missione posta circa a metà dell’arco narrativo, con il nostro alter ego impegnato nel confronto con Aldred, un mago corrotto che ha venduto la sua anima ad un demone in cambio di sconfinati poteri oscuri. Asserragliato nella sua torre, il mago attende il confronto, forte del supporto dei suoi adepti, per l’occasione trasformati in mostruosi abominii al suo totale servizio. Dopo una minima parte esplorativa siamo giunti nell’ampia sala cricolare che fa da perfetto teatro per lo scontro all’ultima magia. E’ seguita una classica parentesi dialogica, situazione che gli appassionati di GDR conoscono bene: una forma di dialogo a scelta multipla ci ha permesso di scambiare qualche parola con Aldred, dandoci diverse alternative: minacciarlo, fare della pesante ironia, oppure chiedere pietà e tentare di fuggire dallo scontro.Abbiamo provato diverse strade, e tutte hanno portato al confronto diretto; nonostante l’apparente impossibilità di scelta, siamo certi che differenti modi di arrivare alla battaglia avranno in qualche modo delle ripercussioni, magari sugli adepti una volta liberati.Data la natura avanzata della missione, il nostro party era già al completo: oltre al protagonista, la cui armatura e spada non lasciavano dubbi sulla natura di combattente corpo a corpo, avevamo a disposizione una maga, una ladra, un curatore ed un altro combattende da mischia. Una volta avvisati dai produttori della difficoltà dello scontro, abbiamo messo l’azione in pausa con la barra spaziatrice per elaborare una tattica efficace: passando da un personaggio all’altro tramite un click del mouse sulle rispettive icone poste sul lato sinistro dello schermo abbiamo analizzato i 20 slot azione che ogni personaggio offre, in cui è possibile sistemare magie, attacchi, o elementi consumabili dell’inventario, come le pozioni. Come abbiamo potuto constatare, ogni attacco speciale, cure comprese, presenta un certo periodo di cooldown a seguito dell’utilizzo.Abbiamo optato per una tattica piuttosto classica, ovvero porre i due combattenti da mischia in prima linea a distanza di fendente dal mago, lasciando i più deboli caster a debita distanza dalle magie offensive ad ampio raggio. Il sistema di controlli prevede due possibilità durante i combattimenti: la prima è impartire ordini diretti ad un solo personaggio, mentre i restanti vengono controllati dall’Intelligenza Artificiale. Data la natura estremamente ostica del combattimento in corso, abbiamo tuttavia optato per la seconda opzione, che consiste nel mettere in pausa spesso l’azione e dare ordini precisi a tutti i membri del party. Nonostante la presenza degli adepti del mago, abbiamo deciso di concentrare tutto il danno su quest’ultimo, ignorando completamente gli attacchi dei suoi compagni, anche perchè una parte del successo della quest dipendeva proprio dal lasciare in vita quanti più apprendisti possibile.Per quanto la nostra buona esperienza accumulata su GDR made in Bioware (da Baldur’s Gate, a Knights of the Old Republic, per finire con Mass Effect) ci abbia permesso di abbattere il nemico al primo tentativo, lo scontro ha presentato ben più di uno scoglio. I due guerrieri in prima linea se la sono vista decisamente brutta, paralizzati a vicenda da un incantesimo “ghiacciante”, e di continuo investiti da magie ad area d’effetto; la continua necessità di cure si è più volte scontrata con i cooldown degli incantesimi del curatore, che ci ha costretto a ricorrere molto spesso alle pozioni, fortunatamente presenti in massiccia quantità negli inventari.Nonostante queste difficoltà, la prima metà del combattimento è proseguita in maniera abbastanza lineare. La seconda parte si è invece trasformata in una vera e propria ecatombe: la prima a cadere è stata la nostra ladra, la cui armatura leggera non ha retto alle potenti magie offensive. Seconda ad andarsene è stata la maga, circondata dai minion di Aldred. Sul campo rimanevano solo i due guerrieri ed il curatore, costringendoci a giostrare di continuo la situazione tra magie di healing e pozioni curative. Non molto tempo è passato tuttavia che anche il prete è caduto sotto i colpi degli abominii, lasciandoci letteralmente nel panico. Senza l’ausilio della cura, i frenetici minuti che sono seguiti ci hanno visto mettere in pausa l’azione ogni manciata di secondi per utilizzare le pozioni ed i colpi di scudo, necessari a stordire temporaneamente il nemico. Quella che era iniziata come una battaglia organizzata e corale si è dunque trasformata in un disperato last man standing, con il nostro eroe solo di fronte al nemico ed ai suoi compagni: senza dubbio aiutati da un po’ di fortuna, siamo riusciti a calare il fendente ferale sulla testa di Aldred, sollevando i suoi adepti dal maleficio.
Tattiche avanzateTerminato lo scontro, in maniera decisamente sgraziata ma comunque efficace, ci siamo fatti guidare dagli sviluppatori in un secondo tentativo, questa volta con tattiche più avanzate.La più spettacolare è senza dubbio lo spell stacking, che permette di sommare gli effetti di più magie in modo da ottenere danni ed area d’effetto aumentati.Evocato un potente tornado nella sala, grazie alla maga è stato possibile aggiungervi altri effetti offensivi, come fiamme o fulmini, scatenando il caos sul campo di battaglia. Oltre alla spettacolare resa grafica, che ha riempito lo schermo di effetti di luce e particellari, questa tecnica ha prodotto moltissimi danni, rendendo il compito decisamente più facile per i combattenti in prima linea.
La prova diretta su Dragon Age Origins si è concentrata sul combattimento avanzato, rivelando tecniche approfondite ma sviluppate su una base molto classica, che permetterà ai fan dei precedenti titoli Bioware di sentirsi letteralmente a casa.
Il livello di difficoltà è senza dubbio elevato, considerato anche che la nostra tecnica elementare e sgraziata ci avrebbe lasciato senza più pozioni e con tutti i membri del party gravemente feriti.
Confermata anche la grande importanza della componente dialogica, altro marchio di fabbrica tanto del GDR in generale quanto dei prodotti della casa di Edmonton.
Se sulla qualità della versione PC abbiamo ormai pochi dubbi, è con grande curiosità che ci prepariamo a testare le versioni console, probabilmente tra poche settimane in quel di Los Angeles; data la complessità dei controlli e il peso specifico non indifferente del motore grafico, la conversione ha senza dubbio presentato ben più di una sfida.
Restiamo in attesa di nuove prove dunque, anche se questo ulteriore breve hands on ha senza dubbio alzato l’interesse per questo GDR, che ha tutte le potenzialità per riaccedere nei fan la passione per le glorie ruolistiche del passato.