Anteprima

Dead Space 2

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a cura di andymonza

E’ inutile fare mistero del fatto che, appena entrati nello stand di Electronic Arts all’E3 2010, la prima presentazione per cui ci siamo messi in coda è stata quella dedicata a Dead Space 2. Con un predecessore così appassionante e ben realizzato da diventare oggetto di culto nonostante un periodo di lancio sbagliato ed una scarsa promozione, le aspettative sul seguito sono naturalmente altissime. Dopo averlo visionato velocemente alla recente presentazione della line-up del publisher statunitense, ci siamo trovati nuovamente faccia a faccia con Isaac Clarke all’E3 2010, dove un appuntamento a porte chiuse ci ha permesso di assistere ad una nuovissima sequenza di giocato. Senza troppo tergiversare, passiamo a descrivervi quella che potrebbe essere ricordata come la miglior presentazione che l’E3 di quest’anno ci abbia regalato.

Terrore nel vuotoLa demo cominciava in un quartiere dello Sprawl (la città mineraria in cui Dead Space 2 è ambientato) conosciuto come Frozen Creeps, da lungo tempo base planetaria del culto di Unitology (una setta pseudoreligiosa già incontrata nel predecessore, liberamente ispirata a Scientology). Tra i tortuosi corridoi di questa struttura abbiamo ritrovato Isaac, vestito di una versione evoluta della tuta mineraria vista nel primo episodio (anche se il look rimaneva comunque invariato) ed armato con strumenti decisamente familiari, tra cui la pistola a raggi e la tagliatrice già ampiamente utilizzate nel primo episodio. I primi scontri con i necromorfi hanno rivelato meccaniche di combattimento invariate, dove lo smembramento era ancora la chiave per eliminare velocemente le pericolose minacce aliene, soprattutto se unito al rallentamento temporale fornito dal potere Stasi. Del tutto inedito è invece il nuovo utilizzo del dispositivo di Cinesi già visto nel predecessore, che permette ora di trasformare gli artigli dei necromorfi eliminati tramite lo smembramento in letali armi da lancio e da impalamento. I primi combattimenti si sono inoltre rivelati un’ottima occasione per mostrare ancora una volta la Javelin Gun, new entry dell’arsenale che consiste in una lancia-arpioni in grado di impalare gli avversari, dotata inoltre di un fuoco secondario che permette di elettrificare o far esplodere i proiettili per generare ulteriori danni. Tra uno smembramento e l’altro si sono fatte notare diverse nuove animazioni dedicate alle finishing move sugli avversari, tra cui qualche gustosa decapitazione. L’azione è proseguita corridoio dopo corridoio sino ad una sala occupata da un nucleo energetico il cui look strizzava decisamente l’occhio a quello visto nel film fanta-horror Event Horizon. Tramite l’utilizzo della Stasi e della Cinesi gli sviluppatori ci hanno mostrato come risolvere uno dei classici puzzle ambientali già visti nel predecessore, che comportava “congelare” i pezzi del nucleo in rapido movimento per poi collegarli tra loro. La disattivazione del nucleo ha sbloccato le porte di sicurezza, azzerando tuttavia la gravità nella struttura. La grande novità delle sequenze a gravità zero è che la tuta aggiornata di Isaac permette ora uno spostamento libero a 360 gradi grazie a piccoli propulsori installati sull’esoscheletro, un update che rende ancor più giocabili ed interessanti questi frangenti. Grazie ai motori installati sulla tuta, Isaac si è mosso agilmente attraverso un vasto condotto di areazione, “congelando” le grosse ventole tramite il potere Stasi per passarci attraverso senza spiacevoli conseguenze. Il breve tragitto ci ha portati in un altro settore del tempio di Unitology, dove abbiamo notato il ritorno delle trasmissioni video olografiche che permettono ad Isaac di mantenersi in contatto con i compagni in altre zone dello Sprawl; la vera novità, peraltro anticipata nella precedente anteprima, è che questa volta il protagonista è dotato di una voce propria, un espediente narrativo che contribuisce a sottolineare la sua maturazione e l’esperienza in fatto di situazioni al limite di cui suo malgrado può in questo seguito disporre. Qualche altro corridoio infestato di Necromorfi ci ha portato verso la Chiesa di Unitology, una vasta struttura caratterizzata da architetture tondeggianti e decorazioni del tutto inedite per il brand, solitamente fedele ad ambienti asettici ed industriali. Neanche il tempo di osservare con calma l’affascinante struttura che un enorme Necromorfo è entrato in scena sfondando le ampie finestre, oscurando buona parte della visuale con la sua impressionante mole. Lo scontro con questo boss, vagamente rassomigliante un aracnide, non è tuttavia durato molto: pochi colpi ben piazzati in alcuni punti deboli delle zampe (evidenziati come in passato da sacche gialle) sono bastati a fargli cambiare idea sull’appetibilità della preda ed a farlo battere in ritirata. Il clamore del breve scontro ha tuttavia richiamato l’attenzione di tutti i Necromorfi nei paraggi, scatenando un vero caos nella navata centrale della chiesa: attaccato da ogni direzione, Isaac si è dovuto districare tra gli alieni utilizzando velocemente la consueta combinazione di Stasi e smembramento; la grandissima quantità di nemici ha peraltro confermato la natura ancor più frenetica del gameplay che caratterizza questo seguito, il quale punta ad offrire un’esperienza tanto spaventosa quanto dinamica.

Best show everSopravvissuto al lungo attacco, Isaac ha utilizzato un ascensore per raggiungere un livello più alto dello Sprawl. La nuova area, dotata di ampissime finestre, ci ha permesso di godere per qualche secondo di una vista mozzafiato della colonia mineraria, che si espandeva in tutte le direzioni per diversi chilometri per poi stemperarsi nello spazio profondo. Un idillio visivo durato solo un istante, trascorso il quale l’intera mastodontica vetrata è letteralmente esplosa davanti ai nostri occhi sotto il fuoco pesante di un’astronave da guerra comparsa dal nulla: l’immediata decompressione dell’ambiente pressurizzato ha subito cominciato a trascinare qualunque oggetto a tiro verso l’esterno, mentre una telecamera cinematografica si muoveva in mezzo al caos ed ai frammenti seguendo i disperati tentativi di Isaac di ancorarsi al pavimento. Riuscito finalmente ad aggrapparsi ad un punto saldo (impresa sottolineata dalla comparsa di un breve Quick Time Event che comportava la rapida pressione di un tasto) Isaac è riuscito ad attraversare ed a chiudere la più vicina porta pressurizzata, portandosi apparentemente fuori pericolo. Il sollievo è tuttavia durato pochi attimi: l’enorme Necromorfo già affrontato nella chiesa si è fatto nuovamente avanti, afferrando il protagonista con uno dei suoi tentacoli. La telecamera si è nuovamente avvicinata permettendo comunque la mira libera, grazie alla quale era possibile colpire ripetutamente un punto sensibile dell’arto alieno, liberandosi dalla stretta. In fuga disperata dall’abominio, Isaac si è trovato ancora una volta ad attraversare una sala costellata di finestre su cui l’astronave nemica ha nuovamente fatto fuoco, generando un ulteriore letale risucchio. Inutili questa volta i tentativi di aggrapparsi, Isaac è stato inesorabilmente trascinato nel vuoto dello spazio, presto seguito dal Necromorfo. La telecamera si è nuovamente sganciata dal personaggio per seguire questo spettacolare momento, offrendo inquadrature di grandissimo impatto scenico. Predatore e preda si sono schiantati contro grossi detriti alla deriva nello spazio, riuscendo entrambi ad aggrapparsi ad una piattaforma: nuovamente i tentacoli del Necromorfo si sono avvolti attorno ad Isaac, limitandone i movimenti ma permettendogli comunque di mirare. L’assenza di punti deboli in vista ha reso la tensione ancor più esasperata, finché uno spasmo del mostro non ha colpito una catasta di bombole di gas tra i detriti, portandole nel campo visivo del protagonista. Qualche colpo a vuoto e finalmente un centro, l’inevitabile esplosione ed una dissolvenza hanno chiuso questa spettacolare sequenza, destinata a rimanere a lungo nella nostra memoria come una delle migliori presentazioni cui abbiamo mai preso parte.

– Nuove armi e nemici

– Molto più spettacolare e frenetico

Dead Space 2 si è mostrato all’E3 2010 con un’energia ed una spettacolarità che non lasciano dubbi: i ragazzi di Visceral Games stanno confezionando un prodotto di grandissima qualità, sfruttando i punti di forza del predecessore per restituire un’esperienza ancor più tesa ed indimenticabile. Nonostante la relativa brevità della demo, circa quindici minuti, i colpi di scena si sono susseguiti con una frequenza ed un’intensità di rado eguagliata e ci lasciano con il solo desiderio di vederne ancora, il prima possibile.

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