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Call of Cthulhu

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a cura di Pregianza

Pubblicato il 26/02/2016 alle 00:00
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Parigi – Tra i meriti dell’evento dedicato alla line-up di Focus Home Interactive, oltre a quello di averci stupito positivamente, c’è anche quello di aver mostrato una chiara direzione strategica da parte della compagnia francese. Focus al momento sembra voler conquistare delle nicchie più estese della norma, con videogiochi dedicati a tematiche e personaggi dal notevole potenziale commerciale, ma di rado sfruttati al massimo nel panorama videoludico. Per questo motivo tra i suoi titoli abbiamo potuto adocchiare vampiri, action gdr incentrati sul combattimento corpo a corpo ma ad ambientazione fantascientifica, Il mondo oscuro e futuristico di Games Workshop e… Cthulhu.
Il gioioso grande antico che tutti conosciamo è noto per due principali motivi: innanzitutto nessuno si ricorda mai dove mettere quelle cacchio di h nel suo nome quando lo scrive, e in secondo luogo fa parte di una mitologia tra le più angoscianti, visionarie e inquietanti mai create da umana mente. Difficoltà di pronuncia e scrittura a parte, comunque, in un titolo di stampo horror lui e l’intero immaginario lovecraftiano ci stan bene come il cacio sui maccheroni, eppure di rado lo si è visto tra i videogame, probabilmente anche per via della complessità del mythos di cui fa parte, davvero difficile da gestire per un gruppo di sviluppatori.
Cyanide, tuttavia, non sembra essersi fatta intimorire dalla follia di casa Lovecraft e ha deciso di recuperare dalle mani dei Frogware Call of Cthulhu, un gdr investigativo dalle tinte paurose. Non si sa cosa abbia spinto Focus a cassare il precedente team di sviluppo, né si è visto molto materiale di cui parlare all’evento, ma facendo due chiacchiere con i programmatori abbiamo scoperto delle cosucce interessanti sul progetto, e oggi ve le raccontiamo per benino.
Pazzia e umidità. Parecchia umidità
Il trailer visionato durante la dimostrazione mostrava ben poco del gioco, eppure è riuscito a darci un’idea discretamente precisa del setting, introducendo il protagonista Edward Pierce, un veterano di guerra vittima di una tragedia che gli ha portato via moglie e figli, impegnato a indagare sulla scomparsa dell’artista Miriam Hallows. Il setting è quello dell’America del 1924, e già dai pochi spezzoni visti si nota il notevole lavoro di ricerca fatto dai Cyanide sulle ambientazioni dei libri di Lovecraft. Villaggi ed edifici normalissimi si alternano a luoghi ben più tenebrosi dove qualunque orrore può facilmente nascondersi, e lo stato di salute mentale del protagonista distorce l’ambiente circostante, rendendo qualunque paesaggio un incubo ad occhi aperti. 
È il tipico giochetto della follia che cambia l’esperienza di gioco, vero, però quella delle allucinazioni legate ai neuroni impazziti non è una meccanica facile da applicare a dovere in un videogame, e non avendola vista nel dettaglio ci riesce difficile capire se il team abbia fatto centro. Le altre idee descritte ci hanno però stuzzicato molto, e lo stesso indicatore di sanità appena citato costringe il giocatore a camminare su una sottile linea, poiché le visioni scatenate dalla follia alle volte sono indizi preziosi per avanzare nell’avventura. 
Siamo insomma davanti a un titolo ricco di puzzle, misteri da svelare e scelte che potrebbero portare il nostro alter ego a perdere il senno. Una premessa a dir poco stuzzicante se gestita con criterio, a cui si aggiungono altri sistemi che si distaccano non poco da quelli dei gdr investigativi tipici o delle avventure a enigmi. Le skills ad esempio hanno rami dedicati alla persuasione, particolarmente efficaci durante i dialoghi e pensati per permettere di approcciare gran parte delle situazioni in modo alternativo, con arguzia o una lingua biforcuta (utilizzare un approccio aggressivo peraltro cambierà i vostri rapporti con gli npc). Le battaglie, poi, non saranno scontri violenti, ma potranno venir evitate con un sistema stealth, o prese di petto con un “confrontation system” più simile ad una sfida a enigmi. I mostri incontrati infatti non sono propriamente affrontabili a mani nude o con una pistola, e bisognerà spesso trovare il modo di intrappolarli nella dimensione da cui sono venuti.
Ad aiutarvi nel compito fortunatamente troverete vari companion sparsi per le mappe di gioco, ognuno dotato di abilità più o meno utili ad una data situazione e di conoscenze che vi faciliteranno non poco la vita nel capire il corso di azione necessario a liberarsi di certi nemici. 
Se siete infine fan del gioco pen & paper dallo stesso nome, sarete felici di sapere che gli sviluppatori hanno lavorato con Chaosium (l’editore americano), e si sono ispirati ad alcune delle avventure più note per strutturare la loro campagna. Il titolo non utilizza paro paro quelle regole ovviamente, ma i rimandi non mancheranno. 

– Atmosfera horror di grande effetto

– Interessante approccio all’azione

Call of Cthulhu è un progetto promettente e ricco di atmosfera, ma di certo non facile da gestire. Il mythos lovecraftiano è sempre molto affascinante, ma la sua complessità lo rende difficile da applicare a un videogame, specialmente poi quando si vanno a sfruttare meccaniche legate alla sanità mentale del protagonista. Sta a Cyanide approcciarsi al titolo con l’intelligenza necessaria a sfruttarne le potenzialità e ha tempo fino al 2017 per farlo. Noi attendiamo fiduciosi.

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