Dopo averlo visto più volte durante eventi dedicati e presso le fiere estive, siamo finalmente riusciti a mettere le mani su una versione provvisoria di Borderlands per un’estesa e tranquilla prova, mentre il titolo è ormai sempre più vicino alla distribuzione nei negozi, dove giungerà il prossimo 23 Ottobre. Ormai irriconoscibile rispetto alle primissime versioni, grazie ad un completo restyling grafico che ha ravvivato le visuali grazie ad un ardito utilizzo del cel shading, il mix tra sparatutto in prima persona e gioco di ruolo proposto da Gearbox sembra testimoniare un lungo percorso di crescita e scoperta delle proprie possibilità da parte degli sviluppatori, che da semplici “esecutori” di titoli su licenza vogliono oggi lanciare sul mercato un prodotto originale, capace di dire la sua su un genere ormai più che abusato.
Getting started Il codice preview a nostra disposizione ha permesso una prova estesa dei primi 20 livelli di gioco, che cominciano nella maniera più classica per un titolo che ha il GDR tra le sue ispirazioni: la scelta di una classe. Mentre un trasporto pubblico ci conduce alle porte della città di Firestone possiamo scegliere il nostro alter ego scorrendo tra i presenti: il Soldato, devoto principalmente alle armi da fuoco, il Cacciatore, ottimo per attacchi dalla lunga distanza, la Sirena, dotata di capacità di cura, ed il Berseker, che predilige il combattimento corpo a corpo.Dato che il Soldato era già stato oggetto di una precedente prova (di cui trovate i contenuti qui), ai fini del nuovo hands on abbiamo scelto Mordecai, il cacciatore. Dotato di fucile da cecchino come arma preferenziale, ma in grado di maneggiare anche pistole e fucili d’assalto, esso porta i suoi migliori attacchi da lontano. Aggirandoci per la città di Firestone abbiamo accumulato le prime quest, le quali vanno opportunamente ad ordinarsi in un diario, dove è possibile impostare una missione come “attiva” ed ottenere così il puntamento dell’obbiettivo sia sulla mappa, sia sulla bussola sempre visibile a schermo. Le quest si aggirano su temi tradizionali, sullo stile già visto nella maggior parte dei MMORPG: uccidere un certo numero di creature, recuperare determinati oggetti in aree infestate dai nemici, e così via. La struttura open world permette di affrontare le quest liberamente e nell’ordine che si preferisce, laddove l’unica limitazione è rappresentata dal livello medio dei nemici che ci si troverà ad affrontare, esplicitato già nel diario delle missioni. Il gameplay è caratterizzato da una forte componente action, che trae giovamento dalla grandissima quantità di armi offerte al giocatore. Sistemabili liberamente in quattro slot richiamabili col D-Pad, di cui solo due sono disponibili all’inizio, i ferri del mestiere sono divisi per categorie, spaziando tra categorie classiche come pistole, fucili d’assalto, da cecchino, a pompa. Ogni arma presenta caratteristiche riassunte in un apposito menu, tra cui il danno, il rateo di fuoco e la capacità del caricatore; in base a queste ultime viene attribuito un valore, sia monetario, sia di rarità, esplicitato tingendone il nome con i colori tipici dei giochi di ruolo online, in ordine di qualità crescente: grigio, verde, blu e viola. Procedendo nel corso delle quest scopriamo che sebbene l’acquisto delle armi sia possibile presso diversi distributori automatici sparsi sul territorio, il modo migliore per procurarsele è direttamente sul campo: questo è possibile sia raccogliendo ciò che i nemici lasciano cadere alla loro morte, sia esplorando gli avamposti in cerca di specifici bauli. Questi ultimi generano il contenuto in maniera casuale alla loro apertura, e con un pizzico di fortuna ci si potrà impadronire di qualche arma viola. Tutte le armi sono comunque legate al livello del giocatore, e le caratteristiche di quelle recuperate nelle casse e dai corpi dei nemici cresceranno con esso, rendendo necessario un continuo ricambio. Altra componente indispensabile dell’equipaggiamento sono i generatori degli scudi, che si differenziano per capacità difensiva e velocità di ricarica. Una volta equipaggiato uno di questi gingilli, i nemici dovranno consumare completamente l’energia degli scudi prima di poterci effettivamente colpire. La salute vera e propria è invece esplicitata da una classica barra e da un numero, che cresce insieme al livello del personaggio. Essa a differenza dello scudo non è rigenerativa, ma può essere ricaricata sia tramite medikit istantanei, sia tramite pack medici trasportabili nell’inventario, anche se ne avremo a disposizione solo uno per volta. In caso di sconfitta sul campo di battaglia rimarremo coscienti ancora per una manciata di secondi, mentre sullo schermo compare la scritta “Fight for your life”: se nonostante lo sbiadimento progressivo dei colori riusciremo ad uccidere almeno un nemico a schermo, ci ritroveremo immediatamente in piedi con salute e scudi al minimo. Nel caso non dovessimo farcela, verremo teletrasportati alla più vicina città. Le facilitazioni concesse con questo sistema di resurrezione, molto in stile life chamber ben noto ai fan di Bioshock, sono in parte mitigate da un tempo di respawn dei nemici non troppo lungo.
La caccia è aperta Come spesso accade con i giochi di ruolo la vera identità del personaggio è iniziata ad emergere solo dopo qualche ora di gioco. Cresciuti di qualche livello, abbiamo infatti iniziato a guadagnare skill points spendibili in un apposito menu composto da tre alberi, certamente familiare a tutti i giocatori di World of Warcraft. La peculiarità del Cacciatore è quella di poter evocare un falco puntandolo contro un nemico a schermo, ottenendo così un singolo e potente attacco. Una volta portato a segno il suo attacco, il pennuto sparisce, e per un certo lasso di tempo è impossibile richiamarlo. Spendendo i punti accumulati livello dopo livello ci siamo trovati a scegliere se migliorare la velocità e gli attacchi col falco, oppure aumentare la precisione ed il danno inferto con le armi: questo apre ad ogni giocatore la possibilità di plasmare il proprio alter ego ben oltre la mera scelta della classe, offrendo un ampio ventaglio di possibilità di personalizzazione. Considerata l’importanza della componente cooperativa online per quattro giocatori che il titolo offre è chiaro che questa classe darà il meglio di sé in party, ma abbiamo comunque deciso di dargli una chance in modalità singolo giocatore. Se durante le primissime quest è possibile utilizzare il cacciatore come qualunque altro combattente, avvicinandosi al decimo livello, in concomitanza con la crescita di livello dei nemici, ci siamo spesso trovati a dover pianificare i nostri attacchi, prediligendo un approccio iniziale da grande distanza per poi avvicinarci progressivamente.I combattimenti sono spesso frenetici e furiosi, resi molto vari dalla possibilità di cambiare di continuo tipo di arma. Durante il nostro hands on abbiamo avuto a che fare con due principali tipi di nemici: da una parte gli Skag, aggressivi quadrupedi con il dorso ricoperto di scaglie, che vivono in piccole grotte e cacciano in branco. Sparsi sulla mappa ve ne sono di molti tipi, dai cuccioli, agli adulti, a quelli in grado di sputare veleno.Abbiamo poi fatto i conti con i Banditi, tribù di fuorilegge che infestano le Borderlands. Anche qui la scelta è molto ampia, e si passa dalla normale fanteria ai Palestrati, delle vere montagne di carne, ed infine agli Psycho, che non vedono l’ora di farsi esplodere addosso al vostro alter ego.Per quanto non si possa parlare di una vera e propria varietà di creature da affrontare, le sottoclassi di nemici sono molte, e gli attacchi combinati rendono necessari buoni riflessi e continui cambi di tattica.L’Intelligenza Artificiale, come notato in precedenza, soffre di alti e bassi: talvolta i nemici appaiono estremamente coscienti dell’ambiente circostante, e si muovono molto bene sfruttandone i punti di vantaggio. In altre circostanze si rendono facili bersagli al nostro fuoco, non sfruttano le coperture e si limitano a fare fuoco correndo. Fortunatamente la grandissima quantità di armi a disposizione e l’affollamento di certi avamposti mettono in secondo piano queste leggere mancanze, che speriamo vengano comunque limate nella versione finale.
Esplorando le BorderlandsCome anticipato, le peripezie del nostro alter ego cominciano nella cittadina di Firestone, a prescindere dalla classe scelta. Tra le vie del desolato avamposto troveremo un dottore, disposto ad affidarci le prime semplici missioni, e ad introdurci ad alcuni concetti di base, come l’utilizzo dei distributori automatici per l’acquisto di munizioni, generatori di scudi e medikit. Una volta completata la prima fase tutorial, otteniamo un po’ più di libertà esplorativa, scoprendo i portali. Sparsi per la mappa vi sono dei punti in cui attivando specifici switch verremo teletrasportati in nuove aree. Raggiunto il livello 10 otterremo per la prima volta l’accesso alle officine, che mettono a disposizione del giocatore la possibilità di evocare veicoli. Ne abbiamo provati due, differenti solo per la livrea, sui quali era possibile montare a scelta una mitragliatrice o un lanciarazzi. Il feeling di guida risulterà familiare agli amanti della saga di Halo: con la levetta sinistra si gestiscono acceleratore e freno, mentre con la destra si sterza. Muoversi a bordo di un veicolo rende gli spostamenti brevi, e permette di “ammorbidire” in fretta le difese degli avamposti grazie all’ottimo lanciarazzi. Entrambe le futuristiche dune buggies presentavano due posti, uno per il guidatore e l’altro per la torretta: giocando in singolo è possibile spostarsi da una posizione all’altra con la pressione di un tasto, mentre in cooperativa sarà possibile occupare entrambe le postazioni. Le zone esplorate durante la prova si sono rivelate molto ispirate quanto a design, e discretamente varie, anche se occorrerà qualche ora di gioco in più per avere una visione d’insieme.
– Buon mix tra shooter ed RPG
– Cel shading accattivante
– Gameplay fluido e divertente
L’esperienza a tu per tu con Borderlands è scivolata via rapida e divertente. Le ore spese nelle Terre di Confine hanno rivelato un gameplay appassionante, ben scandito dalla crescita del personaggio e dai furiosi scontri. Le quest non sono il massimo dell’originalità, ma la buona varietà ambientale e le molte sotto classi di nemici riescono ad intrattenere, così come l’esplorazione a bordo dei veicoli. Rimane qualche leggera incertezza riguardo l’Intelligenza Artificiale, e la varietà complessiva delle quest, che sulla lunga distanza potrebbero scivolare verso un’eccessiva ripetitività.
Di certo, la vera anima del titolo risiede nella cooperativa per quattro giocatori, che purtroppo questo codice provvisorio non ha concesso di provare. Siamo certi che ve ne sarà la chance da qui all’uscita del gioco, dunque rimanete con noi per tutti gli aggiornamenti.