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Recensione

Yooka-Laylee

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Editor

Pubblicato il 10/04/2017 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.5

La volontà di Playtonic – nata dalle ceneri della gloriosa Rare – è stata chiara sin dall’inizio: con Yooka-Laylee, l’intenzione era quella di riportare alla luce la vecchia concezione dei platform e creare un successore spirituale di Banjo-Kazooie, senza doversi in alcun modo adattare alla modernità. In tal senso, Yooka-Laylee ha mantenuto tutte le promesse fatte ai fan durante la campagna Kickstarter, offrendo a chi ha finanziato il progetto tutto ciò che era previsto: un revival in piena regola e un omaggio autentico e accorato ai classici di vent’anni fa.
La strana coppia
Così come in Banjo-Kazooie, anche in Yooka-Laylee abbiamo a che fare con una coppia di animali, protagonisti di una strampalata avventura dai toni molto distesi, sereni e fanciulleschi. 
Durante un momento di ozio dello strano duo, si palesa improvviso il piano di conquista del perfido Capital B, determinato a risucchiare tutti i libri del mondo per governare il mercato editoriale, anche se in verità, lo scopo dell’antagonista punta ancora più in alto: conquistare il mondo attraverso l’acquisizione di un testo speciale e magico in grado di concretizzare questo desiderio. Com’è facile intuire, Yooka-Layle asseconda la sua natura scanzonata anche per quanto riguarda la trama, davvero basilare e per nulla distante da quelli che erano i canoni dei platform delle passate generazioni. Qui, tutti i personaggi si esprimono a mugugni come in passato, i riferimenti sono continui e le battute in grado di sfondare la quarta parete non mancano mai, anche se alla lunga risultano essere piuttosto stantie. Ben caratterizzati e assortiti sono invece Yooka e Laylee, che nel corso dell’avventura acquisiranno nuove abilità che permetteranno loro di raggiungere nuove zone, accaparrarsi oggetti chiave e collezionabili, superare sfide e ritornare nei mondi precedenti per recuperare ciò che in precedenza non era alla loro portata. Si consideri infatti che il titolo non abbraccia una progressione lineare, ma prevede il reperimento di alcune pagine chiamate “Pagie” (no, non è un errore) per sbloccare nuove aree, le quali possono essere espanse tramite lo stesso procedimento. Bisogna dunque esplorare fino in fondo ogni mondo, recuperare le Pagie più semplici da sgraffignare, raccogliere le piume usate come valuta per acquistare mosse inedite, e ritornare dunque dove prima non era possibile far fronte alle sfide proposte. Si ha a che fare in sostanza con dei piccoli sandbox a se stanti, tenuti insieme idealmente da un hub principale chiamato Torri d’Alveorio, che è a sua volta un altro mondo coi suo segreti e oggetti da raccogliere. 
Chi conosce a menadito gli antesignani di Yooka-Laylee ha dunque già compreso quanto la struttura di gioco sia sostanzialmente identica, qui riprodotta per filo e per segno e senza alcun tipo di inutile compromesso. Giocare al titolo di Playtonic, per chi ha amato Banjo-Kazooie significa lasciarsi travolgere dalla nostalgia, avere davvero per le mani un suo seguito spirituale e ritrovare tutti gli elementi che hanno decretato la fortuna delle opere di quell’era. Oltretutto, gli sviluppatori hanno voluto omaggiare altri mostri sacri del periodo d’oro dei platform, e ciò diventa sempre più evidente quando progredirete nell’avventura, che sa essere davvero molto varia e accattivante, pur non regalando mai momenti memorabili o sopra le righe.
Quelli belli, quelli di una volta
Sarebbe solo uno sfoggio di conoscenza fine a se stessa indicare tutti i parallelismi che intercorrono tra Banjo-Kazooie e Yooka-Laylee, ma pensare a un progetto copiato di sana pianta sarebbe ad ogni modo un grave errore, perché quest’ultimo rappresenta a tutti gli effetti la vera evoluzione di quella vecchia concezione, seppur timida ma evidente, rispettosa e conservatrice, non banale e ancorata ai vecchi stilemi. Se i giocatori moderni apprezzeranno o meno questa struttura – caduta in disuso ma ancora molto valida – rimane un mistero, ma se pensate di trovarvi davanti a un platform semplice, permissivo e poco impegnativo, siete davvero fuori strada. Per completarlo a 100% ci vuole infatti una buona dose di dedizione, abilità e uso del pensiero laterale, perché il titolo di Playtonic non è solo salti su piattaforme e corse contro il tempo: è molto di più e comprende al suo interno una serie di attività che necessitano di sperimentazione e pazienza, per un tempo totale di gioco che francamente non riusciamo a quantificare e che è in grado di variare sensibilmente a seconda di quanto vogliate approfondire l’avventura.
Per ovvie ragioni, in un gioco del genere è fondamentale la precisione del sistema di controllo e la corretta gestione della telecamera, entrambi aspetti che ci avevano creato non pochi problemi durante le prime fasi della prova. Dopo qualche giorno, però, gli sviluppatori hanno messo a disposizione una patch correttiva che ha sistemato in modo evidente i problemi più critici, che l’utente finale dunque non vedrà mai. 
Detto ciò, qualche problema è comunque rimasto, e non si può far finta che la telecamera faccia sempre il proprio dovere o che i controlli siano fluidi, sempre reattivi e impeccabili. Sebbene ci sia la possibilità di reimpostare l’inquadratura alle spalle del dinamico duo in ogni momento, capita talvolta che la telecamera si riposizioni da sola creando qualche disguido; per quanto riguarda la morbidezza del sistema di controllo, invece, abbiamo notato delle nette migliorie, e i movimenti ingessati dei primi giorni sono d’improvviso diventati un brutto ricordo. Tuttavia, Yooka-Laylee non può essere considerato un platform che fa dell’accuratezza del gameplay il proprio miglior vanto, perché ad onor del vero, soprattutto durante alcune missioni, emergono alcune problematiche che vi costringeranno a ripeterle più di una volta e per motivi non proprio correlati alla vostra inettitudine.
Eppure Yooka-Laylee funziona, diverte e appassiona come quei platform che sembrano cristallizzati nel tempo; non innova perché si rifiuta di farlo e non asseconda le esigenze del nostro tempo perché sa che non collimano coi requisiti che hanno dato vita a questo progetto.
Graficamente il lavoro è buono ma non eccelso, e bisogna ammettere che su Unity si poteva fare qualcosa in più sia per quanto riguarda la modellazione di alcuni elementi degli scenari, sia per quanto riguarda la qualità delle texture, che mostrano la loro reale faccia quando le inquadrature diventano molto ravvicinate. Ottime invece le musiche, in grado catturare lo spirito dei titoli Rare con motivetti orecchiabili e mai fastidiosi, generando in voi – senza che nemmeno ve ne accorgiate – grande spensieratezza e un sognante senso di nostalgia.

– Divertente, grazioso e impegnativo, come i platform del passato

– Tante sfide da completare, tutte molto varie

– È davvero il seguito spirituale di Banjo-Kazooie

– Qualche incertezza della telecamera

– Il sistema di controllo non è perfetto

7.5

Yooka-Laylee è un sincero omaggio ai platform di vent’anni fa, un revival che decide di presentarsi nel 2017 mantenendo tutti gli elementi che hanno reso indimenticabile un genere ormai non più di primo piano. Playtonic Games ha pertanto fatto una scelta ben precisa: migliorare una struttura di gioco ancora oggi ottima, ma senza scombinarne le caratteristiche principali. Al di là di qualche incertezza della telecamera, di un sistema di controllo non scattante ma mai bizzoso, e dei dubbi che il videogiocatore moderno potrebbe avere su una progressione di gioco per certi versi desueta, Yooka-Layle merita certamente più di una chance.

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