Wildstar

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a cura di FireZdragon

Uno dopo l’altro gli MMO si sono letteralmente schiantati sulle coste governate da sua maestà World of Warcraft. C’è chi ha tentato di sedersi sul trono offrendo i suoi servigi gratuitamente e senza canone mensile, chi ha tentato la via del nome famoso per costruire una fanbase solida e chi invece, proprio come Wildstar, ha provato a conquistare il regno combattendo WoW con le sue stesse armi. Il titolo di Carbine Studios è partito proprio in questi giorni, con un head start il 31 di maggio e il rilascio ufficiale avvenuto il 2 giugno. Ci siamo gettati sui server affollati in questi primi giorni e, mentre non vediamo ancora la luce in fondo al tunnel per quanto riguarda la recensione, non potevamo esimerci dal raccontarvi la nostra esperienza durante questi primi 30 livelli.

All’assalto del NexusWildstar si presenta ai nastri di partenza con due fazioni distinte: Exiles e Dominion, ognuna rappresentata da quattro razze. Troviamo tutti i clichè del genere, dai grandi e muscolosi Granok ai pucciosi, quanto folli, Chua, versione Wildstariana degli gnomi di Warcraft. Oltre alle razze non vi sono differenze sostanziali per quanto riguarda la disponibilità delle sei classi, speculari per entrambe le fazioni.Wildstar basa tutte le meccaniche di gioco sul classico trittico tank, curatore e dps, rimanendo perfettamente allineato al genere. Niente variazioni di sorta in grado di rivoluzionare i gruppi o i raid quindi, cosa che ha guidato non di poco la nostra scelta. Abbiamo optato per la fazione Dominion e per i Draken, selvaggi e furiosi guerrieri tribali dotati di codona e denti affilati. Prima di poter iniziare a giocare però, il grande e devastante impatto iniziale del primo giorno, con i server superaffollati e pronti a esplodere da un momento all’altro.Nonostante i preziosi giorni di beta test durati fino al lancio e gli stress test effettuati nel week end precedente, i server non hanno retto la massa enorme di persone riversatasi sui mondi di gioco, collassando quasi immediatamente. Problemi al login e disconnessioni sono stati frequentissimi durante le prime ore, con una situazione che è andata via via a migliorare nei giorni successivi.Allo stato attuale la stabilità è buona, con saltuari restart per implementare qualche hot fix, ma con code sui server principali che possono raggiungere e superare anche le tre ore. Noi abbiamo fatto praticamente un week end tirato, quasi senza mai sloggare, e se da una parte capiamo quanto sia difficile essere pronti per il primo giorno di apertura, non possiamo non sottolineare quanto sia stato superficiale predisporre esclusivamente due server PVE inglesi e uno solo PVP. Nelle ore successive sono comparsi una manciata di server aggiuntivi, ma la frittata ahinoi era ormai fatta.Armati di pazienza, tanta pazienza, abbiamo aspettato un’oretta prima di effettuare il primo login e solo allora abbiamo creato il nostro personaggio. La personalizzazione è buona, con tanti parametri per modificare il volto, il naso, gli occhi e le capigliature, e l’unica limitazione di dover scegliere tra una serie di corpi predefiniti, probabilmente per evitare personaggi deformed che avrebbero impattato negativamente sulle skin delle armature.

Primi passiEntrati finalmente nel server vi attenderà un lungo tutorial, una parte lenta ma indispensabile per i novizi, utile per apprendere le meccaniche di gioco, le shortcut da tastiera e capire cosa fare una volta arrivati su Nexus, il pianeta sul quale si svolgerà poi tutta l’avventura. Per quanto ci riguarda, passare la prima ora di gioco stretti tra quest semplicistiche e missioni buone solo per prendere manualità con i comandi ha avuto un impatto estremamente negativo sulla nostra esperienza, tanto da farci addirittura abbandonare anticipatamente la beta. Ci siamo messi di impegno questa volta, invece, per scrollarci di dosso la prima zona e arrivare velocemente a Ilium, così da entrare nel vivo del gioco, trovando però una brutta sorpresa appena atterrati.Le solite e banalissime missioni ci attendevano sulla superficie del pianeta: dovevamo trovare il messaggero scomparso, disinnescare delle mine sotterrate e uccidere un tot di mostri in noiosissime quest di farming. Nelle circa venti ore di gioco che ci hanno accompagnato in questi giorni, non abbiamo trovato una sola quest che abbia fatto gridare al miracolo, riproponendo idee già viste in decine di altri titoli del genere con una ciclicità che si riproporrà in tutte le zone seguenti. Il PvE insomma non è riuscito a rapirci per nulla e anche il combat system, quantomeno diverso, non esprime il meglio in queste circostanze, riducendosi ad un mero spam di abilità base con rotazioni predefinite fino alla morte del nostro bersaglio. Ogni zona è divisa in accampamenti, che ne delineano in maniera chiara la difficoltà, e l’interfaccia ci indica chiaramente quali quest affrontare e dove sono quelle adatte al nostro livello, con un sistema che vi accompagnerà mano nella mano fino al level cap.

TelegraphParlavamo del sistema di combattimento, chiamato Telegraph, un’idea sulla carta originale che doveva portare Wildstar su un livello completamente nuovo per quanto riguarda mobilità e divertimento. Ogni abilità che sia una magia, una cura o un colpo corpo a corpo proietterà sul terreno un’area d’effetto entro la quale tutti i bersagli presenti verranno danneggiati o curati. Ovviamente molte di queste abilità potranno essere utilizzate in movimento, rendendo i duelli estremamente dinamici. Con lo Spellslinger, la classe da noi scelta, le meccaniche riescono ad entusiasmare soprattutto nelle istanze, vero e proprio punto di forza del gioco. È proprio nei dungeon infatti che la creatura di Carbine mostra un lato estremamente gradito, con boss dai pattern di attacco vari e particolarmente divertenti da affrontare. Ci risulta difficile pensare tuttavia che i giocatori casual riusciranno ad apprezzare queste meccaniche, troppo complesse e difficili per essere assimilate in breve tempo. Ad aggiungersi a tutto ciò arriva un sistema di talenti vario e funzionale, che permette l’ibridazione di più ruoli, e un PvP che, per quanto abbiamo potuto provare in questi giorni, risulta essere invece dannatamente troppo confusionario.

Altri contenuti interessanti vengono fortunatamente dall’housing, grazie al quale costruire un’abitazione e personalizzarla con tonnellate di oggetti di arredamento e di utilità, da sfruttare soprattutto con le tradeskill e i path, speciali professioni che offriranno un ventaglio di quest uniche in ogni area.

Vi abbiamo voluto offrire una panoramica su quanto Wildstar mette a disposizione nelle prime ore di gioco, in attesa di arrivare all’end game e di tuffarci nel caotico PvP e provare i raid di alto livello. Nel frattempo, sulla via della recensione, continueremo a tenervi aggiornati sull’andamento dei server, e aspettatevi almeno un altro di questi speciali per discutere insieme dei C.R.E.E.D., il canone mensile di Wildstar, e delle aree ancora inesplorate.