Recensione

Way of the Samurai 3

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a cura di drleto

Nonostante la globalizzazione sia un fenomeno in grado di colpire trasversalmente tutte le economie del pianeta, da quelle più tradizionali alla net-economy, vi sono ancora molti esempi di come, anche in un settore tra i più coinvolti in questo processo come quello dei videogiochi, persistano alcune nicchie alle quali sono rivolte determinate produzioni, così legate alla storia ed alla cultura di un paese specifico da non poter essere apprezzate pienamente anche dal resto del mondo. Se grazie ad Hollywood alcune specificità della cultura anglosassone sono già entrate nel nostro quotidiano, molti aspetti della cultura orientale sono ancora troppo distanti e stentano ad essere riconoscibili al grande pubblico e di conseguenza ad esprimere totalmente il loro potenziale. A farne le spese sono prodotti come Yakuza 3 o questo stesso Way of the Samurai 3 che, in maniera molto diversa tra loro, raccontano spaccati molto fedeli e riconoscibili di quella che è la cultura e la società giapponese, letta sia in chiave moderna sia antica.

BiviWay of the Samurai 3 vi immergerà nel bel mezzo del periodo Sengoku, era nella quale il Giappone è stato sconvolto da un’infinita serie di lotte intestine tra i tanti signori feudali che si contendevano il dominio del territorio. Ambientato nella fittizia Amana, Way of the Samurai 3 vi metterà nei panni di un ronin, un samurai senza signore che dovrà decidere da che parte schierarsi nell’imminente conflitto che vede contrapporsi il Clan Fujimori con quello degli Ouka. La peculiarità del titolo Acquire è proprio nell’estrema libertà di azione permessa dal gameplay, che andrà a modificare gli eventi a seconda di ogni vostra decisione, per portare ad uno dei quindici finali disponibili. Potrete decidere con quale clan allearvi, se interpretare il ruolo del samurai sanguinario o di quello timoroso, se estrarre la spada nel bel mezzo di un dialogo o cercare di parlare con tutti. Avrete quasi sempre il controllo del vostro ronin, con la possibilità di estrarre la spada, o scusarvi e scappare via durante ogni dialogo. Potrete persino massacrare i personaggi principali e provare a prendere il loro posto alla testa della gerarchia del clan. Per cercare di ridurre le scelte a disposizione, gli sviluppatori si sono trovati a dover limitare fortemente la durata totale di ogni sessione di gioco: è possibile infatti giungere ad un finale in circa due ore, laddove il titolo si focalizza su un concetto di estrema rigiocabilità. Ogni volta che morirete o che ricomincerete l’avventura da capo potrete recuperare le statistiche e le abilità del vostro alter ego, che sessione dopo sessione diventerà sempre più forte e letale. Grazie infatti ad alcuni elementi ruolistici sarete in grado di accrescere la sua salute, così come la sua abilità con la spada, cosa che permetterà di affrontare senza remore anche più di un avversario contemporaneamente. Persino durante gli scontri avrete un numero di variabili non indifferenti da tenere in considerazione, che andranno a modificare il comportamento delle persone nei vostri confronti. Combattere con la lama girata permetterà infatti di non nuocere a nessun avversario, mentre infierire nei confronti dei vinti vi farà guadagnare l’appellativo di assassino.Un prodotto dunque estremamente interessante che però presenta dei forti limiti tecnologici e culturali che lo rendono difficilmente appetibile per un’utenza occidentale. Se consideriamo una singola partita a Way of the Samurai 3 non potremmo che valutare in maniera gravemente insufficiente la proposta del gioco per via delle otto ristrette aree di gioco e la manciata di ore necessarie per portare a termine la storia, ma dimostreremmo di non aver compreso il concept dietro questa produzione, studiato proprio per spingere l’utente ad interpretare di volta in volta un ruolo differente e vedere come ogni sua azione sia in grado di plasmare gli eventi futuri. Un concept tremendamente ostico, anche per via del gap culturale necessario per comprendere molte sfaccettature della trama, ma che saprà farsi apprezzare dai pochi disposti a concedergli il tempo che merita.

Old genL’impatto grafico è sicuramente risibile. Tutto, dalle texture alla modellazione poligonale lascia intuire che il motore di gioco non ha ricevuto le dovute attenzioni che un passaggio generazionale avrebbe richiesto. Ambientazioni povere di interazioni, piuttosto scarne e modelli poligonali troppo simili tra loro sono solo alcuni degli indicatori che, sfortunatamente, fanno classificare Way of the Samurai 3 come uno dei giochi retail più brutti sviluppati sulle console HD. Come se non bastasse è possibile riscontrare fenomeni di pop-up e persino qualche calo nel frame rate. La struttura di gioco presenta alcuni limiti nel design ai quali ormai non siamo più abituati, come una mappa poco leggibile ed accessibile solo tramite il menu di pausa (a meno che si vada a scovare l’opzione per assegnarla ad L3), o ancora il fatto di poter ricevere una sola missione alla volta. A controbilanciare in parte il comparto grafico giunge la colonna sonora, davvero molto ispirata ed orecchiabile, capace di dare quella marcia in più all’atmosfera generale della produzione.

– Gameplay profondo

– Libertà d’azione

– Colonna sonora ispirata

– Tecnicamente arretrato

– Dannatamente ostico

– Adatto a pochi

6.0

Way of the Samurai 3 è un prodotto controverso, difficilmente consigliabile a tutti. L’ambientazione nel Giappone medioevale, il comparto grafico datato ed il gameplay molto ostico rendono il prodotto Acquire consigliato solo per un’esigua fetta di utenza, in grado di profondere dedizione e tempo a questo spaccato di storia nipponica. Chi saprà farlo riceverà in cambio un piccolo mondo che si plasmerà a seconda delle sue azioni, nel quale interpretare di volta in volta un ruolo diverso.

Voto Recensione di Way of the Samurai 3 - Recensione


6