Tre motivi per cui i giochi single player non moriranno mai

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a cura di YP

Da qualche giorno rimbalza in giro per il web la voce che i giochi in single player siano passati di moda, o che comunque per molte aziende non siano più il punto di riferimento, modello da seguire, quando intraprendono la via dello sviluppo di un progetto. Impossibile, ci rifiutiamo di crederci: immaginare un mercato senza esperienze in singolo equivale a una tragedia di scala incommensurabile. Attenzione, non stiamo dicendo che, al contrario, l’online debba sparire: chi scrive passa ore e ore sui server di più svariati giochi multigiocatore, ma si ritaglia anche del tempo per vivere delle grandi storie. Esatto, grandi Storie, e queste non potranno mai passare di moda o smettere d’esistere, e adesso vi diciamo anche il perché.

Grandi Storie, grandi personaggi

Ci sarà sempre qualcuno che, di prima mattina, scenderà dal letto e sorseggiando una buona tazza di caffè sarà assalito da un’idea folgorante, una di quelle storie che vanno raccontante. Per nostra fortuna (e quando dico nostra, intendo noi gamers) molte menti geniali hanno lavorato e lavorano nel panorama dei videogiochi. Non siamo qui a discutere se questo o quell’altro gioco, parliamo piuttosto dell’importanza storica e sociale di alcuni titoli, resi tali dalle loro storie. Metal Gear, Final Fantasy VII, Bioshock, Resident Evil e tanti altri potrebbero far parte di un elenco che racchiude alcune delle esperienze narrative più significative del medium che amiamo con così tanta passione. Esisteranno sempre gli FPS, i Moba e gli Arena Shooter, ma esisteranno anche storie che varrà la pena raccontare; magari nel corso degli anni saranno sempre meno -speriamo di no-, ma di certo non scompariranno. Anzi, se facciamo la conta dei presenti abbiamo Death Stranding e Red Dead Redemption 2 sulla lista degli acquisti da non tralasciare per nessun motivo al mondo: potrebbero bastare loro per giustificare il genere per gli anni a venire.

Intimità

Nel mondo contemporaneo la condivisione è ormai parte imprescindibile delle nostre giornate ma, talvolta, rintanarsi nella propria camera, studio, salotto per godere in modo del tutto intimo e personale di un videogioco è una pratica capace di dare i suoi frutti. Siamo stati tutti ragazzini, alcuni lo sono tutt’oggi, e non c’è dubbio che giocare e di conseguenza vivere alcuni videogiochi in modo esclusivamente egoistico ha generato -o genererà- alcuni dei ricordi più importanti nell’esistenza di videogiocatore. La morte di Big Boss, i plot twist di Bioshock o i clamorosi finali di alcuni Final Fantasy; esempi utili a rimanere coerenti con il paragrafo precedente e che spiegano in modo chiaro ed evidente il discorso che stiamo affrontando. Giocare in compagnia è bello, ma da soli, talvolta, lo è di più.

Ricordi preziosi come oro

I videogiochi sono una forma d’arte, che in alcuni casi comunica in modo diretto con la nostra parte più intima, fragile, personale. Per questo motivo alcune delle storie che abbiamo vissuto pad alla mano hanno lasciato segni indelebili nelle nostra coscienza, tanto da influenzare la nostra quotidianità con rimandi, citazioni, sensazioni ricorrenti. E se pensate di essere immuni a questa pratica, provate, in questo momento, a riascoltare le musiche di Final Fantasy VIII, se come me l’avete giocato in uno dei momenti più significativi della vostra adolescenza. Iniziano i brividi, poi si passa alla lacrime, è inevitabile. Ecco, tutto questo è fantastico ed irripetibile: certo abbiamo anche molti ricordi legati a serate passate online con gli amici, ma le storie di cui stiamo parlando in quest’articolo sono quelle che lasciano segni indelebili e per questo preziosi. Provocare emozioni è una delle prerogative fondamentali dell’arte e i videogiochi non fanno eccezione, ecco perché le grande avventure in singolo non smetteranno mai di esistere e di essere apprezzate.

L’avete capito, talvolta ci piace fare i sentimentali e in questo caso era fondamentale. È folle immaginare il mondo dei videogiochi senza il single player, perché l’uomo è romantico e ha bisogno di fare esperienze che si ricorderà per sempre. Molti videogiochi ci sono riusciti e altri ci riusciranno: questo è un genere che non morirà mai.