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Recensione

The Elder Scrolls Legends

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Avatar di Matteo Bussani

a cura di Matteo Bussani

Pubblicato il 07/04/2017 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

I giochi di carte sono tornati a popolare il mondo videoludico come non si vedeva da tempo. Dovendo ammettere che il genere sia di quelli che non passano mai di moda, è anche vero che a partire da Hearthstone, primo esponente ad aver trovato l’ingrediente segreto della formula vincente, abbiamo assistito alla nascita di tanti emuli di questo capostipite. Catalogarli a prescindere come semplici cloni è un errore che la storia ci insegna a non commettere, visto che non è stato raro trovare giovani discepoli che, copiando dal proprio maestro, sono riusciti a superarlo sotto tutti i punti di vista. Noi, senza partire prevenuti in assoluto in nessuna delle due direzioni, abbiamo iniziato a giocare a The Elder Scrolls Legends e ora, a qualche settimana dal lancio e dopo una lunga fase di beta, abbiamo tutti gli elementi per fornirvi un quadro completo di quello che il gioco è attualmente in grado di offrire.

Noi siamo gli eroi dimenticatiOgni storia ha un protagonista e non esiste Elder Scrolls che non abbia una storia, per questo la prima modalità in cui ci troveremo a sfidarci con il fidato mazzo di carte sarà proprio questa. Prenderemo i panni di un eroe dimenticato con l’unico obiettivo di salvare l’Impero, sotto il controllo di un elfo malvagio di nome Naarifin. Narrativamente l’impegno messo è stato maggiore di quanto potessimo immaginare con cutscene ben realizzate a intervallare i match, ma purtroppo nella pratica questa fase ha ricoperto in larga parte il ruolo di grande tutorial per apprendere al meglio le meccaniche di gioco. Le partite sono filate via una dopo l’altra, ognuna con un numero crescente di carte e nuovi attributi in modo da abituare il giocatore alle diverse dinamiche. Se all’inizio questo si è rivelato un metodo agile per prendere confidenza con TES Legends, in breve è risultato un po’ costrittivo andando a distendersi maggiormente soltanto verso le fasi finali, con partite un po’ più divertenti e impegnative. A diverse riprese si è poi entrati in possesso dei vari mazzi standard disponibili, ognuno con le sue peculiarità. A rendere più interessante questa prima fase dell’esperienza del gioco ci sono stati due elementi non da poco, che hanno tra l’altro messo in mostra le potenzialità del gameplay di The Elder Scrolls Legends: il primo è la formazione dei mazzi combinando due tipologie di carte e il secondo è il dinamismo del campo da gioco diviso in due lane che può offrire una varietà di meccanismi davvero intriganti e ogni volta diversi, di cui parleremo poco più in là. Interessante anche la possibilità di associare le scelte morali della storia alla diversa evoluzione di particolari carte, anche se le necessità di gameplay sono hanno avuto un peso sempre maggiore di quelle narrative.

Una struttura ben definitaOltre a una divisione qualitativa del grado delle carte (comune, rara, epica e leggendaria) TES Legends offre una distinzione qualitativa degli attributi: strength, intelligence, willpower, agility, endurance e neutral. Quest’ultimo aspetto è fortemente legato ai meccanismi di creazione dei mazzi, che possono contenere da un minimo di 50 a un massimo di 70 carte e solo appartenenti ad al massimo tre di questi attributi, con il neutral sempre obbligatorio, quindi in sostanza soltanto due caratterizzanti. Ogni attributo ha delle peculiarità che si ripercuotono sulle capacità delle proprie carte: strength sfrutta numerosi personaggi, mentre intelligence tante “magie” e invocazioni, willpower è basato sui meccanismi di potenziamento delle carte sul campo, ma agility è dominato da tante carte con un costo basso, infine endurance gira attorno a meccaniche che si esprimono al meglio in là nel late-game con costo alto ma altrettanta potenza di fuoco.L’importante è riuscire a trovare delle combinazioni che riescano a esprimere giocate vincenti sia nelle fasi iniziali sia nel late-game o altrimenti spingere tutte le proprie forza nelle fasi iniziali, con mazzi veloci e letali che nel giro di qualche turno possano davvero spazzare via l’avversario. Puntare tutto sulla resistenza purtroppo in TES Legends sembra non pagare, soprattutto per via di alcune proprietà intrinseche del gioco, utili tanto per bilanciare il mid-game quanto per aprire la strada a una vittoria sicura o una sconfitta certa sin dal principio, e che purtroppo rendono alcune partite un po’ troppo draft-based.

E’ un moto gravitazionale in continua cadutaI giocatori hanno 30 punti salute, ogni turno si ottiene un Magicka point in più fino a un massimo di 12, e ci sono cinque carte, tra cui pescare ogni volta che si raggiungono determinati punti salute (25, 20, 15, 10 e 5). Se, con questo tipo di pescata, dovessimo trovare una carta con l’attributo prophecy (uno dei tanti del gioco) allora potremmo giocarla in maniera totalmente gratuita: una pescata fortunata può davvero cambiare le sorti di una partita. Anche i tre magicka aggiuntivi opzionali per chi comincia per secondo possono aiutare chi parte in difficoltà, ma a volte rendono ancora più profondo il gap fra due giocatori. A limare queste spigolosità troviamo la grande rivoluzione di TES Legends, ovvero la gestione del campo di gioco, suddiviso in due parti (ciascuno di max 4 unità): una principale e l’altra “shadow”, dove è possibile nascondere le carte per un turno in modo che non possano essere prese come bersaglio dall’avversario.Oltre a ciò l’appartenenza di un’unità a una parte del campo non le permette di attaccare quelle dall’altra, se non con poteri e  magie,  andando a rivalutare il concetto di attacco diretto; ad esempio,un impasse da una parte può essere risolto con una sortita dall’altra e le stesse unità con Guard, l’attributo che copre dagli attacchi nemici l’eroe, hanno effetto in una sola. Ci sono carte ONGOING, cioè che creano un effetto duraturo sul campo di battaglia o che prevedono molteplici utilizzi, queste contribuiscono anch’esse a organizzare la fase di preparazione e a sopportare meglio gli affondi dell’avversario: avere una buona strategia, che deve essere diversa a seconda del mazzo che si sta utilizzando, può sicuramente aiutare ad arginare le sorprese, da quello che si è visto sempre moltissime.

Tante modalità, ma niente di nuovo sotto il soleUna volta appreso e compreso il gameplay, è il momento di tuffarsi nel cuore dell’avventura con le altre modalità di The Elder Scrolls: Legends ovvero quella semplicemente chiamata Play, Solo Arena e Versus Arena. La prima è la classica che ci porta a sfidare giocatori online in partite amichevoli (chiamate “casual” e classificate)e sarà il modo principale per completare le missioni che si attiveranno di giorno in giorno. Solo Arena e Versus Arena invece ci mettono di fronte alla creazione di un mazzo per poter affrontare una serie di scontri contro altra gente online o offline, con diversi mazzi, al prezzo di un biglietto da 150 gold o 1,99€. Alla terza sconfitta finiranno le nostre possibilità di continuare nell’arena e saremo invitati ad uscire con una ricompensa proporzionata al numero di vittorie ottenuto. Ricompensa che si declina in Gold, Packs e soprattutto Soul Gems, tramite cui poter creare delle carte mancanti, al pari di quanto concesso anche nel competitor diretto. Come al solito è possibile recuperare i pacchetti dallo shop dedicato, utilizzando i gold guadagnati tramite le missioni oppure con soldi veri a fronte di un listino prezzi in linea con l’attuale mercato dei free-to-play. E’ doveroso ammettere che sistema funziona tranquillamente senza spendere un centesimo e non è eccessivamente lento da indurre in acquisti dettati da una volontà di accelerare la fase di creazione dei mazzi.

La direzione artistica è curata, ma ha un verso univoco e nel gergo tecnico “o piace, o non piace”, sia lato grafico sia lato musicale. Doveroso un accenno al comparto tecnico, ma comunque lapidario dato che il gioco si è presentato sufficientemente solido e non abbiamo riscontrato problemi nel matchmaking, se non un po’ di lentezza in alcuni momenti della giornata probabilmente a causa di server non sovrabbondanti di persone. Il gioco infatti gira dignitosamente anche su configurazioni non troppo performanti, non deludendo quelle che erano le nostre aspettative di fronte a un titolo di questo tipo.

– Modalità storia che esula in parte dalle sole esigenze di tutorial…

– Caratterizzazione forte dei mazzi

– Doppia lane per il campo di gioco

– Ricco di meccaniche complesse

– Tecnicamente solido

– … ma a tratti un po’ lenta

– Meccaniche draft-based dagli effetti imprevedibili e non completamente arginabili

8.0

The Elder Scrolls Legends rimescola gli elementi messi in campo dai giochi di carte da cui si ispira e aggiunge non poche trovate di gameplay davvero interessanti; purtroppo questa quantità ha bisogno di tempo prima di essere digerita dai giocatori e dal meta, che risulta in alcune partite ancora acerbo e alquanto imprevedibile. Riconosciamo comunque nella doppia lane del campo, nella caratterizzazione forte dei mazzi e nella modalità storia narrativamente strutturata, tre importanti punti da cui partire per costruire il futuro bilanciamento del titolo.

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