Anteprima

Sacred 3

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a cura di FiveMeenutz

Sviluppare il seguito di un titolo di successo non è mai un’operazione semplice. Si rischia sempre che il prodotto finale sia al di sotto delle aspettative o che sia eccessivamente diverso dal precedente capitolo della serie. Sperimentare può essere considerato un bene, in quanto aiuta il panorama videoludico a diversificarsi il più possibile, ma stravolgere completamente una formula già consolidata ed amata da milioni e milioni di giocatori può essere considerata follia. Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto moltissime serie trasformarsi, lasciando da parte un gameplay lento e ragionato per sostituirlo con un sistema di gioco più action, aperto a tutti. In alcuni casi questa scelta è riuscita a dare risultati soddisfacenti, ma in altri è stata la causa di un progressivo decadimento di alcune delle saghe più importanti.
Fuori Ruolo
Arriviamo subito al dunque: Sacred 3 non è un gioco di ruolo. Probabilmente per tutte quelle persone che hanno amato i primi due capitoli della serie, questa notizia sarà come un pugno nello stomaco. Dimenticatevi mondi enormi, centinaia e centinaia di armi ed equipaggiamenti, arti di combattimento a volontà e tutto quello che ha reso grandi i primi due episodi di questa serie. Sacred 3 non contiene nulla di tutto questo. La serie ha subito un cambiamento radicale, trasformandosi da uno dei RPG hack ‘n’ slash più amati degli ultimi anni in un gioco che di ruolo non ha praticamente nulla.
Il gameplay alla base di Sacred 3 è molto simile a quello già visto in altri titoli come Lara Croft and The Guardian of Light. Il nostro personaggio dovrà farsi strada tra orde di nemici per giungere alla fine del livello, sconfiggendo mostri, evitando trappole e… basta. Il gioco è tutto qui. A nostra disposizione avremo un attacco base, uno spezza guardia, una capriola utilizzata per schivare gli attacchi nemici e due abilità di combattimento legate al personaggio. Il sistema di controlli risulta decisamente adatto all’utilizzo di un controller e bisognerà vedere come gli sviluppatori riusciranno ad adattarlo su mouse e tastiera, opzione non utilizzabile nella versione di gioco da noi testata. Il titolo cerca di portare un po’ di varietà mettendoci a disposizione quattro personaggi differenti, ognuno dei quali è caratterizzato da uno stile di combattimento unico ed è in grado di utilizzare abilità speciali uniche. Tutte le abilità potranno essere sbloccate utilizzando le monete d’oro che raccoglieremo nel corso dei vari livelli, a patto che si sia accumulata abbastanza esperienza.
Il titolo presenta anche una cooperativa sia locale che online, che ci permetterà di affrontare le nostre avventure in compagnia di altri 3 amici. La modalità cooperativa non fa altro che rendere il tutto decisamente più facile, dal momento che ogni giocatore sarà in grado di rianimare i compagni caduti alla semplice pressione di un tasto. Se teniamo conto della già bassa difficoltà di base e del fatto che i nemici non diventano più potenti nel momento in cui si gioca in gruppo, la modalità potrebbe facilitare non poco il completamento del gioco.
Sacred Bleu
Dal punto di vista artistico il gioco si difende abbastanza bene. I paesaggi rimangono quelli a cui siamo stati abituati in passato, ricchi di atmosfera e ben realizzati, il tutto accompagnato da una colonna sonora capace di adattarsi piuttosto bene alle azioni del giocatore. I livelli presenti nella versione da noi testata, abbastanza ampi e variegati, ci hanno permesso di ammirare diverse tipologie di paesaggi, dalle città desertiche, alle miniere, a campi abitati da banditi, fino ad arrivare a cimiteri brulicanti di non morti ed esseri spettrali.
Anche dal punto di vista grafico il titolo prende le distanze dai suoi predecessori, presentando uno stile misto tra realismo e grafica cartoon. I filmati che vengono utilizzati per mandare avanti la trama sono interamente dipinti a mano, ed il risultato è soddisfacente.
La storia dal canto suo sembra aver perso moltissima profondità rispetto al passato, risultando quasi banale e, a tratti, forzata. Ovviamente, dato che la build a nostra disposizione ci permetteva di provare solo una piccolissima parte del titolo completo, non possiamo dire per certo che la trama risulterà non all’altezza di quella dei precedenti capitoli.

– Direzione artistica interessante

– Sistema di combattimento intuitivo

Vedere una serie come quella di Sacred trasformarsi in qualcosa di decisamente diverso da quello che era in origine ci ha davvero lasciati perplessi. Prendere una saga che vanta un successo più che discreto e rivoluzionare completamente una formula più che degna può essere considerato più un gesto folle che un tentativo di innovare. Il gioco in sé sembra abbastanza promettente, l’unica cosa che ci lascia davvero dubbiosi è proprio il titolo sulla copertina. Molto probabilmente, se questo cambiamento non fosse avvenuto così all’improvviso, la nostra reazione sarebbe stata diversa, ma il cambio di rotta repentino che ha subito la serie ci lascia piuttosto dispiaciuti.