Recensione

Rayman Legends

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a cura di LoreSka

Doveva uscire sette mesi fa. Inutile girarci attorno: il primo aspetto di cui bisogna parlare quando si parla di Rayman Legends è il suo ingiustificabile ritardo. La vicenda la conosciamo tutti: annunciato come esclusiva Wii U, questo titolo aveva una data di uscita fissata al 28 febbraio 2013. A poche settimane dal lancio, lo sviluppo del gioco venne bloccato e Rayman Legends divenne un titolo multipiattaforma. Centinaia di migliaia di utenti che attendevano questo gioco come il primo grande titolo per la console Nintendo rimasero a bocca asciutta, la nuova data di uscita venne fissata a settembre e gli sviluppatori iniziarono a lavorare ai porting per Xbox 360, PS3, PS Vita e PC.
Col senno di poi, non è stata una scelta saggia. Non possiamo parlare di certezze, ma è assai probabile che se Ubisoft avesse lanciato il titolo a febbraio, probabilmente avrebbe venduto una copia per ogni Nintendo Wii U esistente. Oggi, invece, questo gioco deve necessariamente competere con altri titoli di prim’ordine (leggasi Pikmin 3 e Wonderful 101), e la sua nuova data di uscita si scontra con quella di GTA V, che probabilmente eclisserà buona parte dell’attenzione mediatica che questo titolo meriterebbe. Insomma, si ha la sensazione che, da un punto di vista strategico, Ubisoft abbia commesso uno sbaglio. Ma, al contempo, siamo convinti che sia un bene che questo titolo possa essere gustato anche da chi non possiede un Nintendo Wii U. Perché il gioco è un dannato capolavoro.
Meglio su Wii U
A prescindere dalla presenza dei suddetti porting, appare evidente sin da subito che questo è un progetto nato e cresciuto su Wii U. Molte delle meccaniche di gioco si basano infatti sull’uso del gamepad dotato di schermo tattile, e necessitano di alcuni artifici non proprio eleganti quando si rinuncia a tale sistema di controllo. Di conseguenza, se potete scegliere, scegliete la versione Wii U. O, al limite, PS Vita, che grazie al sistema di controllo tattile è la versione che più si avvicina all’originale.
Il gioco resta un solido platform fortemente basato sul gameplay dell’eccellente Rayman: Origins. Di conseguenza, non vi è nulla di particolarmente innovativo nei vari sistemi di corsa, salto, planata, attacco, attacco caricato e attacco dash che da sempre contraddistinguono la serie. Rayman Legends, però, è circondato da una serie di meccaniche originali rese possibile sia dal sistema di controllo di Wii U che, soprattutto, dalle tante buone idee messe in pratica dal team di sviluppo.
Già nel primissimo livello veniamo introdotti a un elemento di forte originalità: dopo una breve sezione di platform canonico, infatti, il gioco ci obbliga ad abbassare gli occhi sul gamepad e a controllare Murphy, l’amico svolazzante di Rayman. Questi può interagire con l’ambiente ed aprire passaggi, girare leve, tagliere funi e naturalmente distrarre i nemici. In queste sezioni, il personaggio principale è controllato dalla CPU, e il giocatore tramite Murphy deve liberare la strada, spesso reagendo con prontezza. In alcune sezioni, il livello scorre orizzontalmente in maniera automatica, e il giocatore è chiamato a valutare in pochi istanti i punti sensibili da toccare sul proprio gamepad, al fine di progredire senza venire inghiottiti dal limite sinistro dello schermo che si avvicina sempre di più. Nonostante l’intelligenza artificiale giochi un ruolo di co-protagonista in queste sezioni, l’intervento del giocatore è provvidenziale e, in definitiva, regala momenti davvero emozionanti.
Altre sezioni più orientate al puzzle si conducono grazie alla presenza dei sensori di movimento del pad Wii U: in questi momenti il gioco si trasforma in una sorta di rompicapo bidimensionale, e il risultato è ancora una volta eccellente.
Nelle versioni PC, PS3 e Xbox 360 queste sezioni tagliano del tutto la componente relativa ai sensori di movimento e invertono la meccanica presente su Wii U e PS Vita, obbligandoci a controllare il personaggio principale e relegando l’altrimenti innovativo uso di Murphy alla pressione di qualche tasto.
Il fascino dell’imprevedibilità
L’aspetto che, probabilmente, rende Rayman Legends un titolo fuori dal comune è dato dalla sua totale imprevedibilità. Ogni livello, infatti, nasconde delle meccaniche uniche, tanto che è difficile trovare due livelli che si assomiglino fra loro dal lato del gameplay. Fatta eccezione per quegli schemi fortemente incentrati sull’uso di Murphy, la maggior parte dei livelli qualificabili entro i confini del platform standard celano qualcosa di particolare. Ad esempio, è possibile incontrare una fase caratterizzata dall’enorme presenza di liane sui cui dondolarsi. Un’altra, invece, presenta numerose piattaforme scorrevoli su cui saltare. Altre ancora ci chiedono di farci trasportare dal vento, dalle correnti d’acqua o da un intricato sistema di corde tese fra i precipizi. Ma non è finita: in alcuni frangenti i livelli raggiungono vere e proprie vette di assurdità e nonsense: uno dei sei mondi disponibili si apre con la trasformazione di Rayman in un’anatra, mentre un altro ci obbliga a scavarci dei tunnel nel marzapane.
Tutti i livelli in Rayman Legends sono caratterizzati da una durata ragionevolmente breve (è assai difficile superare i 7 minuti per livello), ma sono così densi di segreti che vi ritroverete ben presto a rigiocarli più e più volte. Uno schema, infatti, si può dire completo solo se si riescono a liberare tutti i Teens rapiti e a raccogliere un numero sufficiente di Lumes, le “monete” del gioco. I Teens – spesso ben nascosti – sbloccano nuovi mondi, mentre i Lumes consentono di acquisire nuovi costumi per i personaggi (tra cui un adorabile Rayman in versione Super Mario, ovviamente prerogativa della versione Wii U). Alla conclusione di ogni livello viene inoltre assegnato un punteggio, il quale può dare accesso a una sorta di gratta e vinci che assegna un premio. Con i premi si sbloccano vari oggetti collezionabili, tra cui dei mostriciattoli che riforniscono il giocatore di ricompense quotidiane.
Ogni mondo termina con una boss fight basata sul classico sistema in tre fasi. Nel complesso le battaglie con i boss ci sembrano un po’ sottotono, brevi, per nulla cervellotiche e poco emozionanti, e rappresentano probabilmente l’aspetto meno riuscito del gioco. L’ultimissimo livello di ogni mondo, però, è la ciliegina sulla torta di Rayman Legends: si tratta dei celebri livelli musicali, che Ubisoft presentò lo scorso anno lasciandoci a bocca aperta. Ebbene, questi livelli non solo ci lasciano ancora a bocca aperta, ma ci fanno innamorare. Pur non avendo nulla di particolarmente innovativo, sono un vero spettacolo per gli occhi e – soprattutto – per le orecchie, con brani più o meno famosi riarrangiati in uno stile che, evidentemente, è preso in prestito dalla comicità scapestrata della serie Rayman Raving Rabbids. Un vero peccato che il loro numero si riduca a poche unità: se Ubisoft decidesse in futuro di trasformare questa modalità in uno spin-off, probabilmente compreremo il gioco a scatola chiusa.
Due giochi in uno
Come abbiamo detto, i sette mesi di ritardo sono imperdonabili. Ma, perlomeno, sono serviti agli sviluppatori per includere in Rayman Legends ben quaranta livelli del vecchio Rayman Origins. Gli sviluppatori hanno infatti deciso di introdurre una modalità dedicata al vecchio gioco della saga, con alcune migliore tecniche che, per la verità, non ci sembrano incidere in maniera significativa sulla qualità, comunque altissima. I livelli vengono sbloccati in ordine disomogeneo e non seguono la storia di Origins, ma la loro presenza permette di portare il conto totale dei livelli inclusi in Legends a una cifra davvero impressionante: nel complesso, il gioco include 123 mappe, alcune delle quali vengono riciclate per più livelli. Si può stimare un totale di 12 ore di gioco per sbloccare ogni livello, senza tenere conto delle modalità di cui parleremo tra poco e, evidentemente, delle numerose volte in cui si è spinti a rigiocare un livello.
Sfide, minigiochi e multiplayer
Il gioco include una modalità online asimmetrica che propone sfide quotidiane. Ogni giorno ci viene proposto un livello in cui dobbiamo, ad esempio, correre per la maggior distanza possibile, cadere in un precipizio senza urtare gli ostacoli, raccogliere un certo numero di Lumes, e così via. Ogni partita – spesso della durata di qualche secondo – ci assegna immediatamente un premio, e pone il nostro punteggio a confronto con quello di migliaia di giocatori, il tutto in maniera istantanea. La sfida – che sia contro i propri limiti o contro tutti gli altri giocatori – spinge a riprovare più volte, e ben presto si innesca quel perfido meccanismo che ci invoglia a non smettere mai di giocare. La frase “ancora un partita e poi smetto” svolazzerà nella vostra testa in continuazione, fino a quando l’esasperazione non prenderà il sopravvento.
Come Origins, anche Legends è un gioco incredibilmente divertente in multiplayer. Ancora una volta i perfidi sviluppatori di Ubisoft hanno reso la modalità multiplayer locale sia competitiva che cooperativa: i giocatori devono collaborare per giungere alla fine del livello, ma al contempo possono ostacolarsi per ottenere più bonus e raggiungere un punteggio finale più alto. Il caos che si crea sullo schermo è esilarante, ma talvolta si perde traccia del proprio personaggio e si finisce per rendere eccessivamente complesse delle sezioni altrimenti semplici di ogni livello. In ogni caso, Rayman Legends è il chiaro esempio di gioco capace di funzionare egualmente bene sia in single player che in compagnia.
Ciò che, invece, non può prescindere dalla presenza di un compagno è il minigioco calcistico “Kung Foot”, che danno luogo ad alcune battaglie fra amici davvero deliranti. Peccato che tale modalità sia isolata, e non vi siano più minigiochi tra cui scegliere.
Matite acquerellabili
L’UbiArt Framework, il cuore pulsante di Rayman Legends, si è dimostrato un motore grafico incantevole per la realizzazione di platform bidimensionali. I livelli sembrano disegnati a mano e dipinti con pastelli ed acquerelli. Nemici e personaggi si integrano alla perfezione all’interno dei vari ambienti di gioco, e non si ha mai la sgradevole sensazione che gli sprite siano stati “appiccicati” sui fondali, uno dei difetti più comuni nei giochi con questo particolare stile artistico.
Riguardo alla musica, come detto, ci attestiamo su livelli altissimi che raggiungono vere e proprie vette di eccellenza nei livelli musicali.

– Sezioni platform solidissime

– Belle meccaniche

– Tanti livelli, sfide ed elementi sbloccabili

– Livelli musicali divertentissimi

– Boss fight un po’ banali

– Meno innovativo su PC, PS3 e 360

– Poche modalità secondarie

9.0

Rayman Legends è l’evoluzione di Rayman Origins. Gli sviluppatori hanno saputo migliorare gran parte degli aspetti del precedente titolo, e il risultato è un gioco che certamente si può annoverare nell’olimpo dei platform più belli degli ultimi cinque anni. Le sfide, il sapiente level design denso di segreti e l’enorme quantità di oggetti collezionabili rendono il titolo un vero e proprio antidoto alla noia, che consigliamo di acquistare senza timore. Vi piacerà.

Voto Recensione di Rayman Legends - Recensione


9