Recensione

Rainbow Islands Revolutions

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a cura di Raiden

L’originale Rainbow Islands fu un poco pubblicizzato spin-off del popolare Bubble Bobble di Taito. Già sul finire degli anni ’80 questo simpatico giochillo non ebbe il successo che ci si sarebbe aspettati e fu considerato un autentico fallimento, anche se non mancò di creare alcuni proseliti, che magari erano rimasti affascinati dal primo titolo. Con il nome di Rainbow Islands Revolution, per mezzo del touch screen, la Taito ci fa rivivere quei momenti trascorsi in compagnia di un amico e del buon vecchio joystick, vero intrattenitore dei pomeriggi dell’infanzia di molti di noi. Quest’ultima fatica della software house americana, sembra somigliare maggiormente al classico Bubble Bobble; si direbbe un “remake” per certi versi, del vecchio, glorioso titolo di casa Taito. Quello proposto su Nintendo DS è però soltanto un “giochino” che non riesce a recuperare i fasti della vecchia gloria del decennio scorso proponendo un sistema di controllo non troppo esaltante, una grafica appena sufficiente ed un prezzo che avrebbe potuto essere più basso considerata la pochezza dell’offerta.Come già accennato, l’originale Rainbow Islands fu il successore ” spirituale” di Bubble Bobble. Potremmo chiamarlo “sequel” oppure “spin-off”, ma in entrambi i casi fu totalmente ispirato dal grande successo che il buon titolo arcade riuscì ad ottenere fra gli utenti delle console da casa e fra coloro che preferivano invece giocare in sala giochi davanti ad una macchinetta coin-op (personalmente lo ricordo per Amiga).Rainbow Islands Revolution riprende il noto arcade game in modo da renderlo giocabile con l’utilizzo esclusivo del touch screen di Nintendo DS. Fondamentalmente, si tratta dello stesso Rainbow Islands apparso su moltissime console per tutti gli scorsi venti anni, eccezion fatta per i controlli ed il gameplay, rivisitati in maniera tale da rendere utile lo schermo tattile del gioiellino portatile di Nintendo. Grafica e sonoro si ispirano ancora alla “vecchia scuola” mantenendo uno stile del tutto simile, se non addirittura uguale, al titolo degli anni ’80/’90. Rivivere un classico con un gameplay così differente dalle versioni precedenti, e senza dubbio originale, potrebbe essere un’esperienza nuova, simpatica, divertente all’inizio, ma purtroppo alcune lacune in fase di programmazione non consentono di esprimere un giudizio positivo su questo titolo.

Davvero “Revolution”?Come nella maggior parte dei platform, l’obiettivo principale in Raibow Islands Revolution è quello di guidare il protagonista verso tutti i punti dello schermo in cui ci sia qualcosa da “arraffare” e contemporaneamente difendersi dai vari nemici che ci si presentano dinanzi. Per far ciò, nel titolo originale, avremmo usato un joystick, premendo i bottoni giusti per sbarazzarci dei pacioccosi nemici. La nostra arma di difesa sarebbe stata un tanto simpatico quanto letale arcobaleno, da far apparire in corrispondenza del nemico da eliminare. Una volta tolti di mezzo gli avversari, sarebbe poi stata facile impresa quella di saltare sulle varie piattaforme e sui nostri stessi arcobaleni alla ricerca dei bonus da raccogliere e avanzare in tal maniera verso il “quadro” successivo.In questo remake, tutti i movimenti sono controllati mediante l’utilizzo del pennino del DS, tramite il quale è possibile trascinare il nostro personaggio, adesso rinchiuso in una pratica bolla d’aria, e farlo fluttuare su tutto lo schermo in maniera tale da portare a termine la nostra missione. Non è assolutamente necessario, stavolta, ricorrere ai salti per scalare le varie piattaforme e per uccidere i nemici è sufficiente disegnare gli utilissimi arcobaleni in qualsiasi parte dello schermo sia necessario. E’ inoltre possibile disegnare alcune forme speciali con cui catturare i mostriciattoli o aspirarli o, ancora, eliminarne il più possibile con un solo attacco.

…Forse no!L’alternativa al caro buon vecchio “saltare ed attaccare” del titolo originale, apporta si dei cambiamenti nella giocabilità, ma, in sostanza, non aggiunge nulla di significativamente nuovo al gioco in sè, poichè l’obiettivo rimane sempre lo stesso: evitare i nemici, raccogliere i bonus presenti sullo schermo e proseguire verso il quadro successivo. Il sistema di controllo sembrerebbe ispirarsi molto a quello riuscitissimo di Kirby Power Paintbrush ma, mentre in quest’ultimo la varietà dei livelli, il level design generale, la caratterizzazione artistica dei vari scenari, le stupende scelte stilistiche e la cura dei particolari, rivelano un ottimo platform “alternativo” che si ispira alla vecchia scuola e cerca di rinnovarla portando una sferzata di novità esaltanti, il banale titolo di Codemasters invece, non riesce a colpire per l’innovazione e tutto il gioco, livello dopo livello, si riduce ad una mera sequenza di noiose azioni che si ripetono all’infinito (eh no, prima o poi finisce il gioco, per fortuna!): evitare i nemici per non veder diminuire la salute della nostra controparte, tracciare, spesso alla rinfusa, arcobaleni sullo schermo inferiore con il pennino per sbarazzarsi, in maniera troppo facile, dei nemici che tenteranno di insediarci e proseguire in avanti per inerzia, con il solo obiettivo, forse, di totalizzare il punteggio più alto possibile, senza che effettivamente questo vecchio classico rimaneggiato riesca a coinvolgerci davvero. Come già accennato, inoltre, il livello di difficoltà generale è fin troppo facile: il bambino che è nella bolla adesso è come se fosse protetto da una sorta di scudo e, mentre nei titoli precedenti si dovevano evitare i contatti con i nemici, pena la sconfitta quasi immediata, grazie alla bolla è invece ora possibile subire più colpi prima di dichiararsi sconfitti e lasciare spazio all’inesorabile schermata di game over. Si vuole ribadire inoltre che, spesso, il touch screen viene utilizzato a casaccio nel tentativo di tracciare i vari arcobaleni e, non di rado, è possibile che il touch screen non risponda al nostro comando e pertanto un arcobaleno potrebbe essere tracciato con un secondo di ritardo, spesso decisivo, dal momento in cui lo avremo disegnato con lo stilo.Lo schermo superiore non serve a molto. Riesce solo a mostrare una “porzione aggiuntiva” del livello che stiamo cercando di portare a termine senza influire significativamente sul gameplay e senza facilitare in alcun modo il nostro compito. Rainbow Islands Revolution ci consente di giocare ai 40 livelli presenti anche nel gioco originale, divisi in 10 “mondi” che rivelano ambientazioni di differente tematica l’uno dall’altro, ma tutti troppo simili tra loro. Sarebbe stato opportuno aggiungere qualche nuovo livello o magari cambiare in toto e dedicare un capitolo apposito al portatile della Grande N garantendo così maggiore originalità ed evitando la ripetitività. Le uniche aggiunte sono rappresentate dalle modalità Score Attack e Multiplayer. Nella prima modalità bisogna cercare di ottenere il punteggio più alto possibile in ognuno dei dieci differenti livelli che il gioco ci propone; nella modalità multigiocatore, disponibile fino a 4 giocatori, l’obiettivo è sempre lo stesso, ovvero realizzare il punteggio maggiore, e non è possibile interagire con i nostri sfidanti ma è consentito soltanto lanciare sullo schermo dell’avversario i nemici di cui ci saremo sbarazzati noi: come nel Tetris, i blocchi di cui riusciamo a sbarazzarci, cadono sullo schermo del nostro avversario, che si ritroverà dunque a dover giocare in maniera più difficile dovendo avere a che fare con molti più blocchi sul suo schermo. Qui i nemici sono al posto dei blocchi ma il metodo è molto simile. La modalità multiplayer sarebbe anche interessante, anche se nulla di particolarmente entusiasmante, se non fosse che per poterne usufruire sono necessarie più copie del gioco, per ogni Nintendo DS che voglia partecipare alla sfida.

Si poteva fare di più…La grafica del gioco è molto simile alla versione classica da console da casa. Ci si sarebbe aspettata una rivisitazione, magari non radicale, dell’interfaccia e delle locazioni che invece appaiono sin troppo scarne per le potenzilaità del Nintendo DS e avere un DS Lite non miogliorerà di molto le cose. I colori non sono accattivanti e non è stata prestata molta attenzione alla cura dei dettagli nelle varie ambientazioni. Gli sfondi potevano essere più dettagliati e si sarebbe potuto fare di più, personalizzando questa nuova versione di Rainbow Islands non soltanto dal punto di vista del gameplay, di fatto poco cambiato, ma anche per quanto riguarda le piccole cose, come la grafica appunto. Il sonoro non è eccezionale. Molto, forse troppo, simile alle versioni da casa, può contare su qualche effetto in più, su qualche tema musicale leggermente diverso come fosse una piccola “variazione sul tema” delle già note melodie del gioco e poco altro. Per quanto riguarda il parametro della longevità, c’è da dire che se avete apprezzato il primo Rainbow Islands, potreste fare un tuffo nel passato con questo nuovo capitolo, e magari vorrete cimentarvi in tutti i quaranta livelli che compongono i dieci mondi. Dovrete però fare i conti con la frustrazione di un titolo la cui giocabilità mina la durata stessa del gioco e la cui ripetitività è spesso nauseante.

– E’ un tuffo nel passato

– Grafica poco accattivante

– Livello di difficoltà basso

– Qualche difetto nell’utilizzo del touch screen

5.5

Un titolo consigliato solo agli appassionati di Rainbow Islands tenendo ben presente però che di “revolution” c’è ben poco, se non il fatto di dover utilizzare il pennino e il touch screen per poter giocare a questo gioco. Scarsa originalità e poca innovazione sono le note dolenti di un titolo che non riesce a coinvolgere il giocatore, che non riesce a garantire una buona esperienza di gioco e che è ben lungi dal presentarsi al pubblico come il “nuovo” Rainbow Islands ma piuttosto come un tentativo mal riuscito di riciclaggio di un classico arcade game.

Voto Recensione di Rainbow Islands Revolutions - Recensione


5.5