Anteprima

Project CARS 2

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a cura di Matteo Bussani

L’uscita di Project Cars 2 si avvicina e per ingannare l’attesa, i ragazzi di Bandai Namco ci hanno aperto le porte di una versione per la stampa su PC, molto interessante sul piano dei contenuti, provvidenziale per allietare le nostre sessioni videoludiche estive, a suon di motori e ruote che fischiano sull’asfalto. Il cuore di questa build era la modalità single-player, presente sia nelle forme della carriera sia in quelle delle partite veloci: una quantità di contenuti potenzialmente enorme e in grado di darci un’inquadratura importante di quello che ritroveremo da qui a breve con la versione definitiva del gioco.
 Muniti di pad e volante, per provare tutte le sfaccettature del motore di gioco, ci siamo, dunque, fiondati nella prova.
Piloti si diventa
Il gioco si presenta fin dal principio con un menù chiaro e ogni selezione ci viene spiegata, dopo la scelta, dalla voce della guida, dandoci qualche indicazione su quale siano le diverse possibilità offerte dal titolo. Al primo livello troviamo la scelta fra carriera, gare veloci e opzioni di gioco, con queste ultime che si declinano in una marea di altre voci, tecniche e non, che dimostrano un motore di gioco scalabile nei minimi dettagli. Una volta scelti il dettaglio grafico e gli aiuti alla guida siamo passati alla modalità Carriera, la cui prima richiesta è stata la creazione dell’alter-ego virtuale. Nome, cognome e nazionalità sono state sufficienti per catapultarci nel bel mezzo delle prime competizioni, divise in una griglia davvero molto particolare. Ogni punto è una serie di gare e ogni serie è legata a un tipo di vetture. Queste sono raggruppate per linee che identificano una stessa categoria di competizioni, Turismo, Gran Turismo, RallyCross e Formula, ciascuna orgogliosamente bandiera di stili di guida completamente differenti. Sulle colonne verticali invece, troveremo i tier delle rispettive categorie dal valore più basso 6, fino a quello più alto 1. Ovviamente l’obiettivo è partire da quella più consona al nostro attuale livello, con i più esperti che si fionderanno sulla 3 (la prima disponibile fin da subito), mentre coloro che cercano un’esperienza più completa e istruttiva punteranno sulle più arretrate. Una volta scelta la serie, si entra nel circuito scegliendo un auto e la relativa livrea, iniziando a competere. I risultati positivi o negativi, così come il gareggiare per una stessa scuderia, vanno da una parte a riempire gli slot di completamento della carriera, simboleggiati dai premi e dai trofei, dall’altra vanno a sbloccare delle competizioni parallele legate al marchio a cui ci siamo fedelmente avvicinati, oppure altre speciali nate con l’obiettivo di farci esplorare una categoria non appartenente alle serie della carriera (macchine storiche, tracciati a bassa aderenza, ecc.)
Scalabilità è la parola d’ordine
Indipendentemente dalle attività di contorno, lo scopo primario è migliorare a dominare i bolidi al punto da avvicinarci pian piano al poter competere nei circuiti più importanti a livello internazionale, rispettivamente la Indy Car per le Formula, le Endurance Series per i prototipi, le PWC GT per le Gran Turismo e così via. 
Parallelamente a ciò ci saranno proposti degli Obiettivi di Vita che dovrebbero instradarci verso un determinato ritmo nell’affrontare la suddetta modalità, come il completamento in ordine da tier 6 a tier 1 di una disciplina, oppure il vincere alcune gare particolarmente iconiche come il Gran Prix di Costa Azzurra, 24 Ore di Le Mans, Indy 500.

Una struttura che riesce a far felici gli appassionati di corse perché offre quantità e varietà sulle ottime basi garantite dal motore di gioco: dalla resa delle diverse auto che andremo a controllare, fino a una dettagliata interfaccia in-game, al weekend di gara personalizzabile, ma comunque realistico se affrontato con tutte le diverse fasi, e alla resa atmosferica dei tracciati.
Bello e leggero
La guidabilità dei veicoli cambia drasticamente fra le categorie di cui sopra, trasmettendo bene la resa di un grip che si trasferisce sempre di più dalla sua componente meccanica a quella aerodinamica, tanto che è possibile percepire distintamente la marcata differenza anche ai tier più bassi. 
La scalabilità risulta quindi il maggior pregio del gioco che adatta il sistema guida a seconda della periferica di input, dell’auto, degli aiuti, del meteo, attestandosi sempre su ottimi livelli. Ovviamente non aspettatevi di avere la stessa sensibilità con pad e volante, ma il risultato in entrambi i casi è comunque appagante.

 
Sull’onda della scalabilità dobbiamo ribadire la versatilità del motore grafico, che agilmente passa da una GTX 1050Ti a una RX480 e oltre, riuscendo a mantenere fissi i 60fps alle risoluzioni target, regolando un set di impostazioni che già a livello medio può definirsi all’altezza dell’attuale generazione. Un po’ meno esaltante l’intelligenza artificiale degli avversari che, pur vantando un certo tasso di personalizzazione tra livello di sfida e aggressività e un’ottima gestione dei tempi su giro e degli inseguimenti, nelle retrovie (e sopratutto in alcuni circuiti) finisce spesso e volentieri con il generare trenini artificiosi pur di evitare incidenti eccessivamente catastrofici. 

– Carriera ben ritmata

– Scalabità invidiabile

– Offre approcci alla guida completamente diversi

Project Cars 2 è un titolo che sembra avere proprio tutte le carte in regola per convincere i fan dei racing games ad averlo nella propria libreria. Portabandiera del fattore scalabilità all’interno dell’attuale panorama videoludico delle corse, ha mostrato una carriera a giocatore singolo che si può adattare alle esigenze di qualsiasi giocatore, in termini di gusti e in termini di bravura.

Sul fronte dei contenuti, sempre relativi a questa modalità, non sembrano esserci mancanze, considerato il sistema di serie, trofei, premi e obiettivi di vita, che riesce ad instradare il giocatore ad affrontare il gioco con determinati ritmo e costanza.