Recensione

Penumbra: Black Plague

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a cura di Benenath

La paura è una delle emozioni primarie di qualsiasi essere vivente. Si scatena non appena il soggetto percepisce un pericolo che possa pregiudicare la propria incolumità, modificando anche i più piccoli comportamenti dell’essere, amplificandone l’istinto e donandogli, molto spesso, doti di cui non sarebbe capace di utilizzare in una situazione emotiva tranquilla e normale. Questa introduzione, fortemente voluta, ci permette di farvi capire appieno il concetto e l’obiettivo primario degli svedesi Frictional Games con il loro nuovo Penumbra: Black Plague. Come per il primo episodio, Overture, l’avventura grafica in prima persona fa della paura l’elemento principale sul quale deve basarsi l’intera esperienza videoludica ponendo l’attenzione sul senso di sopravvivenza, il rischio di non poter tornare a casa, di non sopravvivere all’ennesimo orrore scatenato dalle misteriose ambientazioni proposte dal gioco. C’è da dire anche che una trama cosi ben scritta è, putroppo, qualcosa di raro nel panorama attuale, soprattutto perché si rivela capace di catturare il videogiocatore dal primo all’ultimo istante.

Papà sei ancora con me?La trama del titolo si riallaccia direttamente a quanto narrato nel precedente episodio. Protagonista è Philip, il quale per anni ha sempre creduto che il proprio padre fosse morto. Perlomeno fino al momento in cui ha ricevuto una misteriosa lettera proprio da parte sua. Armato di coraggio, voglia di scovare il genitore da anni perduto, il prode Philip si reca fino alla remota tundra della Groenlandia, il luogo dove suo padre è stato visto per l’ultima volta. Ma lì viene sorpreso da una violentissima bufera di neve ed è costretto a rifugiarsi in una misteriosa botola di metallo nascosta sotto la neve. Qui si ritrova nelle gallerie di una miniera abbandonata, ma è proprio per questo che il nostro protagonista si riarma di coraggio e speranza, perchè comincia a credere che quella botola non sia solo una coincidenza regalata dal caso…Proprio qui, infatti, scopre alcuni indizi su una storia assai inquietante che riguarda forze arcane, seppellite nelle viscere della terra che conducono gli uomini alla follia e che mutano le loro forme, proprio come gli sfortunati di questa miniera. Non solo, trova anche indizi su una misteriosa setta, dedita ad altrettanto misteriosi esperimenti. Infine, si ritrova in una struttura nascosta nel sottusuolo di nuova costruzione. Ma è in questo istante che Philip accusa un forte dolore alla testa. E’ stato trascinato nelle tenebre ed è qui che il gioco ha inizio. La trama dunque, seppur non molto innovativa, riesce immediatamente a catturare il giocatore regalando una serie di emozioni, colpi di scena e quant’altro fino al grande finale, degno sicuramente dell’intera storia raccontata nei due episodi.

Cosa c’è nella mia testa?L’impatto con il gioco è traumatico, spiazzante. Vi ritroverete in una piccola cella apparentemente senza via di uscita, mentre sentite le urla di un malcapitato giusto fuori dalla vostra porta, ovviamente bloccata. Ma ecco che cominciate a capire. Tutto nel gioco è completamente interattivo, dai cassetti delle scrivanie, agli scaffali posizionati sui muri e quant’altro ancora. Ed ecco, appunto che dietro lo scaffale ritrovate un condotto dell’aria condizionata, ovviamente chiuso. Come aprirlo, con quali oggetti? Ecco, più o meno Penumbra sarà cosi per l’intera durata del gioco. Interazione fisica con gli oggetti e tanti enigmi, alcuni fin troppo semplici, altri invece che richiedono un maggior uso della materia grigia. Da aggiungere, peraltro, che la mente di Philip è occupata da una misteriosa entità che fa vedere al protagonista (e quindi a voi!) cose terrificanti, non realmente esistenti, ma che vi faranno saltarein ogni caso il cuore in gola. La struttura ludica di Penumbra: Black Plague è dunque semplice: un’avventura grafica senza punta e clicca ed interamente in prima persona, nella quale avrete la possibilità di mischiare oggetti raccolti per risolvere enigmi, interagire come detto con ciò che è presente nello scenario e senza la possibilità di combattere con i (pochi) nemici che incontrerete durante l’avventura, fatta eccezione per qualche piccola trappola combinabile con l’oggettistica presente. Il gioco procede in maniera scorrevole, mentre la trama viene raccontata in tempo reale senza l’ausilio di filmati, in modo da aumentare ancora di più il coinvolgimento per il giocatore. Coinvolgimento donato anche da un’atmosfera e da ambientazioni letteralmente da brivido, seppur in qualche caso poco variegate. L’interfaccia è piuttosto comoda e permette di inserire anche dai tasti rapidi per l’utilizzo degli oggetti raccolti all’interno dell’inventario visualizzabile con la pressione del tasto TAB. La mancata possibilità di utilizzo di armi, anche occasionali, ovviamente fa sì che il titolo sia< espressamente dedicato agli utenti alla ricerca di un'avventura grafica horror valida, merce piuttosto rara ultimamente nel panorama videoludica.

Ogni cosa in Penumbra: Black Plague è curata in modo certosino, tant'è che il consiglio principale è di non sottovalutare mai nessuna possibilità nella risoluzione di un enigma:anche le soluzioni più assurde vi aiuteranno a proseguire nell'avventura. Setacciate sempre ogni piccolo angolo buio con la torcia (a proposito, dovrete far parecchia scorta di batterie visto che, ovviamente, si scaricheranno) perché anche il più piccolo oggetto potrebbe esservi utile. Penumbra è un po' il racconto di cosa potrebbe capitare ad un essere umano ormai trascinato nella follia in un luogo a lui sconosciuto dove sta cercando disperatamente il padre perduto, ma anche una risposta ai tanti misteri che sono rimasti ancora insoluti nel primo capitolo.

Tecnica un pò all’antica?Per quanto riguarda il comparto tecnico, possiamo tranquillamente dire che graficamente è discreto anche se nel 2008 è lecito aspettarsi di più. Nonostante effettivamente alcune texture siano di indubbia qualità, cosi come gli effetti di luce ed il magistrale utilizzo delle ombre che donano un’atmosfera ancora più da brivido, altre sono decisamente di basso livello e stonano un po’ con quelle migliori. Il gioco, salvo qualche sporadico caso, si gioca interamente in spazi chiusi e bui, quindi è chiaro che eventuali difetti possano non mostrarsi totalmente agli occhi del giocatore. Il motore grafico è comunque molto flessibile e può essere supportato anche su PC non pèroprio recenti, come suggeriscono, appunto, i requisiti consigliati dagli sviluppatori. Ovviamente, per i sistemi più potenti, vi è la possibilità di attivare numerosi effetti aggiuntivi che donano una esperienza visiva ancora più completa e realistica rispetto. Il frame-rate traballa solo nelle situazioni che presentano numerosi effetti di luce e ombre, i quali potrebbero affatticare gli hardware meno recenti, ma nulla di traumatico o di irrisolvibile tramite qualche piccolo accorgimento.Piena soddisfazione anche dal punto di vista del comparto audio. Le musiche non sono frequenti, ma comunque intense e d’effetto, sempre adatte alle situazioni. Il doppiaggio, in lingua inglese, è buono e gli effetti sonori in generale sono perfetti per una esperienza ludica realmente da brivido. Appunto negativo, invece, per quanto riguarda la longevità del titolo. Forse il fatto che sia venduto a prezzo budget “giustifica” un po’ la scarsa durata, completato da noi in sole quattro ore nel livello di difficoltà più semplice. Ovviamente, ai livelli più elevati la durata aumenta per via del fatto che gli enigmi si fanno ancora più complicati e i nemici sempre più ostinati a farvi fuori, ma nulla di particolare poiché, anche in quel caso, la durata del titolo è tutto sommato breve.

HARDWARE

Windows 2000/XP/VistaProcessore 1.5 GHz512 MB di RAM800 MB di spazio libero su discoScheda video ATI Radeon 8500 / Nvidia Geforce3 Ti (attenzione Geforce 4MX non supportata)

– Ottima atmosfera

– Trama ben studiata

– Enigmi migliori rispetto al primo episodio…

– Giocabilità interessante

– Si completa in un week-end

– Qualche difetto grafico

-…ma alcuni comunque semplici

7.8

Penumbra: Black Plague è un buon titolo che migliora e risolve alcuni difetti del precedente capitolo (come gli enigmi) ma ne presenta altri (vedi longevità). E’ comunque un avventura grafica horror in prima persona che appassionerà sicuramente i giocatori grazie ad una struttura ludica di buon livello ed innovativa, un discreto comparto grafico ed un ottima trama arricchita da uno splendido ed emozionante finale. I Frictional Games si dono dunque dimostrati un buon team, che speriamo di vedere al lavoro su qualche nuovo progetto dello stesso genere. Consigliamo il titolo a “scatola chiusa” a tutti gli amanti dell’horror e delle avventure grafiche in generale, un po’ meno agli amanti degli sparatutto che potrebbero essere tratti in inganno dalla visuale in prima persona. Ma chi è in cerca di emozioni forti ha trovato il gioco che fa per sé.

Voto Recensione di Penumbra: Black Plague - Recensione


7.8