Recensione

Masters of Anima Recensione

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a cura di G

Masters of Anima è un prodotto indie, made in Passtech Games e pubblicato da Focus Home Interactive.

Se il publisher ha bisogno di poche presentazioni, parliamo di chi ha creduto e finanziato progetti del calibro della serie di successo Farming Simulator, The Surge, Styx, o dei prossimi Vampyr di Dontnod e Call of Chtulhu, differente è il discorso per i meno conosciuti Passtech. Si tratta di un team indie francese, con sede a Lione, autore di Space Run Galaxy, titolo che rivisita, in modo piuttosto riuscito, il sotto-genere strategico tower-defense, grazie a un gameplay frenetico, ad ambientazioni affascinanti e a un sapiente uso dei colori.

In un contesto differente, i ragazzi transalpini, hanno riproposto i tre elementi, quasi ad incoronarli come vero e proprio marchio di fabbrica della software house.

Dinamismo, colore e seducenti location sono, infatti, presenti anche in Masters of Anima

Il voto di Otto

La chioma bionda con taglio discutibile c’è, Masters nel titolo e i combattimenti pure… ma non aspettatevi un He-Man bensì Otto. Per evitare equivoci, non ci sono otto He-Man, si chiama proprio Otto, il protagonista dell’avventura. 

Il contesto narrativo ruota attorno all’Animus, forza metafisica emersa dalle viscere del Monte Spark che, tempo addietro, diede vita a temibili Golem pronti a devastare l’umanità. Grazie ad una concessione divina, gli Animanti sono in grado di canalizzare tale energia per invocare i Guardiani e contrastare, così, le entità malvagie.

Professione “Apprendista Animante” e promesso sposo di Ana, Animante Suprema, il giovane non ha un vero interesse per le arti magiche. Sulla Terra ormai regna la pace e il suo interesse è solamente quello di godersi la compagnia della propria amata. Perché l’unione tra i due possa essere concessa Otto deve, però, superare la prova dei Cimenti diventando, a tutti gli effetti, un Animante.

Il colpo di scena (più telefonato dell’annuncio di un nuovo Call of Duty) si concretizza al termine dell’esame, con la comparsa dello stereotipato nemico di turno, Zahr, mago in grado di risvegliare la furia distruttiva del Monte Spark e capace di controllare i Golem.

Nel conflitto, Ana viene “laceranimata”: corpo, cuore e mente della giovane maga vengono separati e intrappolati in altrettanti cristalli sparsi per il mondo.

Ha così inizio il viaggio di Otto per la salvezza dell’umanità e, non solo, per soccorrere l’Animante Suprema e passare la vita assieme a lei. 

“Fare grandi cose è difficile, ma guidare grandi cose è ancor più difficile”

Scomodiamo Friedrich Nietzsche per introdurvi l’analisi del gameplay: pad alla mano Masters of Anima si basa soprattutto sull’abilità del giocatore di formare e guidare “grandi cose”, in questo caso eserciti di Guardiani.

Il sistema di gioco segue una curva di apprendimento ottimale, con aggiunte graduali e funzionali al progredire dell’avventura. Otto ha inizialmente la possibilità di invocare i soli “Protectors” (Protettori) che, per parallelismo “scacchistico”, corrispondono ai Pedoni, in grado di attaccare corpo a corpo i nemici e di stordirli con il Parry utilizzando l’abilità “Grido di Battaglia”.

Questa, attivabile con il consumo di un’unità di Animus, permette di utilizzare la skill caratteristica di ogni categoria di Guardiano.

Vi sono poi i Sentinels (Sentinelle), utili per gli attacchi a distanza con arco e frecce, i Keepers (Catalimanti) fondamentali per il recupero di Energia e Animus, i Commanders (Comandanti), grossi combattenti corazzati e i Summoners (Invocatori), capaci di rimpinguare ulteriormente le fila dell’esercito.

Ogni tipologia di guardiano ha le proprie forze e debolezze, la propria abilità Grido di Battaglia e una specifica utilità nella risoluzione dei puzzle ambientali che s’incontrano tra un combattimento e l’altro. 

I Protettori, ad esempio, sono in grado di spostare le macerie per far strada al protagonista, le Sentinelle di colpire i bersagli sopraelevati, i Catalimanti di attivare meccanismi “magici” e così via; il tutto, grazie a “tutorial” mascherati da azione pura, viene proposto in modo da risultare intuitivo e sempre “ritmato”.

In merito agli scontri veri e propri, la mappatura dei comandi, inizialmente, potrebbe apparire ostica. Quando si giunge a poter controllare tutte le classi di alleati, non neghiamo di aver avuto qualche momento “intreccia-dita”. Anche in quest’ambito, però, il team di sviluppo è stato bravo a mantenere una gradualità apprezzabile della difficoltà e a proporre le nuove meccaniche poco per volta, senza mai aggiungere troppa carne al fuoco.

Cosa può fare Otto con i propri poteri? Invocare Guardiani spendendo Animus, posizionarli e mandarli all’attacco, farli sparire per riassorbire la medesima quantità di Animus così da poterli rievocare altrove e, come detto, attivare la specifica abilità di ogni classe utilizzando il Grido di Battaglia. Può anche gettarsi personalmente nella mischia, armato di bastone, ma, raramente, è consigliabile attaccare a testa bassa con il proprio alter-ego.

Nel complesso, Masters of Anima si presenta come un boss-rush game, con le suddette sezioni di puzzle-solving che si alternano ai combattimenti in arene circoscritte.

Per quanto concerne gli avversari, i Golem hanno pattern differenti a seconda della loro tipologia e questo si traduce nella necessità di studiare al meglio il campo di battaglia e la composizione del proprio esercito. Giusto per fare chiarezza, in alcuni frangenti è opportuno attaccare dalla distanza, circondandosi di tante Sentinelle, in altri è bene prediligere l’invocazione di un maggior numero di Protettori capaci di rallentare l’avanzata nemica.

La presenza, talvolta, di più Golem di diverso tipo nello stesso scontro comporta frequenti situazioni trial & error che necessitano dello studio della miglior strategia e, fidatevi, se non si ragiona bene sul da farsi la sconfitta è garantita.

Infine, vi è una minima componente RPG che s’incarna in un albero abilità piuttosto scarno; questo permette di potenziare sia Otto che i propri alleati ma non è comprensibile la scelta di poter gestire le abilità sbloccate solamente alla fine di uno stage.

Collezionabili e obiettivi secondari non allungano tantissimo l’avventura, essendo spesso e volentieri “di passaggio” nel percorso da seguire per raggiungere la destinazione finale.

Pochi dettagli, tanto colore

Le avventure dell’Animante si presentano fin da subito visivamente carismatiche; il colpo d’occhio beneficia di una scelta ottimale della palette cromatica. Nonostante una mole poligonale tutt’altro che ricca abbiamo apprezzato particolarmente il lavoro del team di sviluppo per sopperire alla mancanza di dettaglio con l’abbondanza di tinte vivaci. Pennellate di colore danno vita alle singole ambientazioni e, con toni differenti, caratterizzano gli stage di Masters of Anima.

La limitata quantità di strutture è, altresì, funzionale ad un gameplay frenetico la cui fluidità è pressoché costante, con cali di frame-rate minimi, quasi inapprezzabili, che si verificano solo quando il motore di gioco si trova a gestire una quantità spropositata di combattenti sullo schermo.

Particolarmente riuscite anche le scelte legate all’interfaccia: intuitiva, diretta e poco ingombrante.

Per quanto riguarda il comparto sonoro, non c’è alcun elemento memorabile… ma nemmeno uno da dimenticare. Nel complesso positivo, dà il meglio di sé nel doppiaggio in lingua inglese (sottotitolato in italiano), con un marcato (e “dannatamente sensuale”) accento anglo-francese.

Trama piacevole e ben proposta…

Livello di sfida che segue una curva di apprendimento sensata…

Gameplay frenetico, mappatura dei comandi intelligente e precisa…

La piacevole palette cromatica adorna ambientazioni e animazioni.

– … non è certo l’incarnazione dell’originalità.

– … con scontri talvolta frustranti e più ostici del dovuto.

– … ma le tante combinazioni possibili rischiano di “intrecciarvi” la mente e le dita.

– Mole poligonale tutt’altro che impressionante.

7.0

Il concept narrativo e quello puramente ludico di Masters of Anima sono tutt’altro che originali. Il gioco riesce, nonostante questo, a divertire, proponendo un’efficace progressione del livello di sfida tramite un gameplay ben strutturato e preciso. Il rapporto qualità/prezzo, considerando anche la longevità, è leggermente alto, ma gli animanti… emh… amanti dei mix tra azione e strategia troveranno grande piacere a comandare, su ambientazioni isometriche, gli eserciti di Passtech.

Voto Recensione di Masters of Anima Recensione - Recensione


7