Le razze de L'Ombra della Guerra

Avatar

a cura di Gottlieb

Siamo arrivati all’ultimo appuntamento con il nostro Viaggio a Mordor. Dopo aver scoperto le origini di Shelob, il temibile grande ragno che per Ere ha spaventato il Beleriand, dopo aver scavato nel passato di Sauron, da quando un Maia al servizio di Aule il Fabbro fino al diventare il fedifrago Annatar, dopo aver raccontato ciò che accadde dopo la caduta di Numenor e la creazione della Strada Dritta che conduceva ad Amar, eccoci a un ultimo sforzo nel mondo di Tolkien, dedicato interamente alle razze e a ciò che Celebrimbor, il Lucente Signore, conosceva ne L’Ombra della Guerra.

Gli hobbit della ConteaRintracciando uno dei manufatti richiesti durante il gioco, collezionabili che dovrete raccogliere non solo per avere un po’ di lore aggiuntiva su La Terra di Mezzo ma anche per completare il gioco al 100%, vi ritroverete ad ascoltare un dettaglio riguardante degli strani esserini simili a gnomi, ma con piedi molto più grandi, che abitano una Contea posta molto a ovest da Mordor. Si tratta chiaramente degli hobbit, specie alla quale appartengono Bilbo Baggins e Frodo Baggins, due dei principali portatori dell’Unico Anello, quello che Celebrimbor sta bramosamente ricercando e del quale anela la distruzione. Talion, un ramingo abituato soltanto alle razze più note della Terra, non appena ascolta la storia di tale manufatto resta stranito e interroga il Lucente Signore sulla natura di tali esseri, senza trovare, però, un riscontro degno di nota. Il segnale, insomma, è che la Contea non fosse del tutto nota nei pressi di Mordor e che, probabilmente, soltanto Gandalf e tutti gli Istari, Maia che avevano mantenuto il potere della stregoneria nonostante la trasmutazione in un corpo umano, sapessero cosa c’era a ovest della Terra di Mezzo. A conti fatti, ricercando informazioni all’intero dell’enciclopedico universo di Tolkien, non vi è traccia delle origini degli hobbit: le antiche storie non ne parlano, tant’è che né gli elfi né gli uomini di Numenor erano a conoscenza dell’esistenza di tale razza, per questo nel Silmarillion non appare alcun riferimento alla Contea o alla cittadina di Brea, altra base operativa degli hobbit. La prima volta che si legge della razza che rassomiglia agli gnomi è nei documenti del regno di Gondor della Terza Era, facente riferimento a un periodo antecedente a quello che fu l’insediamento nella Contea. All’epoca, infatti, questi mezziuomini vivevano sull’alto corso dell’Anduin, il fiume che attraversata tutta la Terra di Mezzo toccando anche i boschi di Lothlorien e che anche palcoscenico della morte di Isildur e del ritrovamento dell’anello da parte di Deagol e Smeagol, che per l’appunto erano due hobbit.Fu l’anno 1050 della Terza Era quello decisivo per la fuga dall’Anduin in direzione Brea e Contea: il terrore per la presenza di Angmar, così come la crescita dell’ombra che arrivava da Dol Guldur, che era riuscita a propagarsi fino al Bosco Atro, costrinsero gli hobbit, esseri abituati a nascondersi nei buchi e stare lontani dai guai, a emigrare verso ovest. Alcuni andarono a Brea, altri si fermarono a Campo Gaggiolo, nei pressi dell’Anduin, altri ancora andarono a formare la Contea, con il permesso del re di Arthdain, del quale andarono a riconoscere la sovranità. Servirono in molte battaglie al fianco degli uomini, rivelandosi ottimi arcieri e sopravvissero a numerose catastrofi, tra cui anche la grande peste che devastò l’Eriador, che li decimò, senza però sterminarli. Il loro supporto in battaglia venne premiato dai Dunedain del nord, ex abitanti di Numenor che permisero loro di vivere in maniera pacifica fino alla Guerra dell’Anello, quando, durante il viaggio di Frodo, Samvise, Peregrino e Meriadoc, Saruman fece mettere a ferro e fuoco la cittadina dagli uomini del Dunland. Al loro ritorno dal Monte Fato, però, i quattro hobbit guidarono una rivolta e riuscirono a liberare la contea dagli invasori nella battaglia di Lungacque, l’ultima che venne combattuta nella Terza Era e nella Contea.

[v-28443]

I Noldor dopo CelebrimborDei Noldor abbiamo ampiamente parlato nell’analizzare il passato di Celebrimbor, il Lucente Signore. Quello che però non abbiamo ancora sviscerato è ciò che accadde dopo la morte del Fabbro. Posto che ancor prima della creazione degli Anelli gran parte dei Noldor aveva ottenuto il permesso di rientrare ad Aman, prima che questa venisse separata dal resto del mondo e Numenor fatta sprofondare nel Grande Mare, alcuni Elfi rimasero nella Terra di Mezzo. Questi, dopo la distruzione dell’Eregion, ripiegarono a Imladris e nel Lindon, dove ancora regnava Gil-Galad, unico tra i sovrani dell’Eriador a resistere a Sauron. Quest’ultimo, però, perse la vita nella battaglia di Dagorlad, davanti al Cancello Nero di Mordor: nonostante la sua temuta e potente lancia Aiglos, affiancata dalla spada di Elendil, Narsil, come raccontava lo stesso Elrond, il re degli Elfi dovette arrendersi alla forza di Sauron, che pur cadendo riuscì a uccidere tutti i comandanti dell’Ultima Alleanza, Elrond escluso. I Noldor, al termine della Seconda Era, sparirono completamente dalla Terra di Mezzo, non solo per le perdite che erano state registrate durante la guerra contro Sauron, ma anche per il desiderio puro e genuino di recuperare la propria terra, Valinor, e attraversare il mare nell’ultima concessione possibile da parte di Eru Iluvatar. I pochi che scelsero di rimanere nelle Terre mortali si trasferirono a Gran Burrone, sotto la guida saggia di Elrond, o ai Porti Grigi con Cirdan, oppure, infine, a Lorien con Galadriel. Quest’ultima, ben nota grazie alla trilogia di Peter Jackson, fu la custode dell’Anello d’Acqua, Nenya, donatele da Celebrimbor, che a sua volta aveva dato a Cirdan il Carpentiere Narya, un altro dei tre anelli, che poi l’elfo donò a Gandalf, che lo tenne con sé per tutta la Guera dell’Anello sfruttandone il potere del fuoco. Elrond, invece, fu indubbiamente il più importante elfo della storia di Arda, subito dopo Celebrimbor, che fu in qualche modo il fautore della Guerra dell’Anello: Elrond fu protagonista della decisione di gettare l’Unico Anello nelle fiamme del Monte Fato e rimase a governare a Gran Burrone fino alla distruzione dell’oggetto del potere di Sauron: dopo raggiunse Minas Tirith, per assistere alla nozze di sua figlia Arwen con Aragorn, il Re Elessar, che sancì l’unione definitiva tra la razza degli uomini e i Noldor di Valinor, razze che si erano divise quando il fratello di Elrond, creatore della stirpe di Numenor e progenitore di Aragorn, aveva deciso di abbracciare la mortalità degli uomini. Completato tale compito, quello di riunire le razze di Arnor e Gondor, Elrond lasciò nel 3021 della Terza Era la Terra di Mezzo per navigare verso Aman: allo sbarco in quella che fu l’era dei suoi avi, il Noldor aveva poco più di 6520 anni di età.

I Nazgul e lo Stregone di AngmarIl trittico delle razze che orbitano intorno a Celebrimbor e l’Anello si chiude con i Nazgul, che hanno un ruolo fondamentale ne L’Ombra della Guerra. Gli Spettri dell’Anello erano in origine nove re degli uomini, tre dei quali grandi signori di Numenor, ai quali Sauron donò nove Anelli del Potere, assoggettandoli al potere dell’Unico. Costretti a vivere sospesi tra il regno dei vivi e quello dei morti, sono ombre che si aggirano per la Terra di Mezzo, facendo capo allo Stregone di Angmar. Tale regno era stato creato proprio da Sauron per poter avere una base operativa per i suoi nove tirapiedi, che nell’anno 2000 della Terza Era conquistarono Minas Ithil, trasformandola in Minas Morgul. Nonostante rappresentassero degli esseri spaventosi e la loro condizione fosse una delle peggiori, i Nazgul non riuscirono mai a configurare un grande pericolo per la Guerra dell’Anello: al di fuori dell’episodio in cui uno di loro riuscì a pugnalare, e conseguentemente ad avvelenare Frodo, l’unica loro apparizione significativa è da ricongiungersi alla battaglia dei Campi del Pelennor. Avvenuta il 15 marzo del 3019, dinanzi alle mura di Minas Tirith, la battaglia vide Gondor e Rohan contrapporsi alle forze del Re Stregone di Angmar, Gothmog e Il Serpente Nero. Faramir raccontava che mai un esercito di tale portata, quale quello dei Nazgul, aveva mai raggiunto la valle. Lo scontro, però, vide la caduta definitiva dello Stregone per mano di Eowyn e Meriadoc Brandybuck, che armato di una lama forgiata dai fabbri di Arnor per combattere i servi di Angmar riuscì a bloccare la gamba dell’Ombra e a permettere alla dama di affondare la propria lama nella testa dello Stregone. Nella battaglia perse la vita anche Re Theoden, nonostante la fondamentale vittoria che la razza degli uomini riuscì a portare a compimento. La loro fine corrisponde con la caduta ultima di Sauron e la distruzione dell’Unico Anello, che portò anche a quella dei nove anelli che erano stati consegnati agli spettri. 

Il nostro viaggio a Mordor finisce qui. Ci vorrebbero molti più appuntamenti per andare a scovare molti altri dei particolari che Tolkien aveva donato al suo pubblico e che Peter Jackson non ha reso famosi. Tra questi sicuramente il passato di Gandalf, la biografia di Tom Bombadil, la storia di Re Elessar, ossia Aragorn, e molte altre vicende che avrebbero trovato sfogo anche nel raccontare dei Nani e degli uomini di Gondor, ma per questo bisognerà attendere, a conti fatti, una terza iterazione della vicenda di Celebrimbor, alla quale, chiaramente, dovremmo tenere un po’ tutti. Saluti, da Arda.