Laser League: torneo di botte laser nel soggiorno di Digital Bros

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a cura di Matteo Bussani

Facendo questo lavoro è facile ritrovarsi a giocare ai più disparati titoli nelle condizioni più imprevedibili. Non sempre, infatti, viene posta la giusta attenzione sul come far passare l’esperienza con i diversi giochi, con sessioni che talvolta sembrano adeguare le condizioni di un evento a un gioco piuttosto che quelle del gioco all’evento.
Per fortuna, per presentare la versione Playstation 4 di Laser League, in uscita a breve, nonché quella definitiva su PC, siamo stati messi nelle migliori condizioni: un torneo fra membri della stampa, organizzato nella serena cornice degli studi di Digital Bros
Per chi non lo conoscesse, Laser League è un titolo competitivo prodotto da 505 Games, in cui ci si sfida per l’appunto a suon di laser in partite in arene futuristiche. 
Lo sport ricorda vagamente nei colori e nelle atmosfere il buon vecchio Tron, ovviamente distaccandosi sul piano del gameplay in maniera netta. L’obiettivo è quello di sconfiggere contemporaneamente tutti i membri della squadra avversaria, sbattendoli sulle proprie barriere laser oppure sconfiggendoli con le classi dedicate. I laser si attivano una volta toccato il nodo con status neutro, divenendo così del proprio colore. Una volta attivata la barriera il giocatore della squadra che l’ha accesa può passarci attraverso mentre l’avversario verrà colpito e atterrato. 
All’inizio della partita si possono scegliere le classi da utilizzare, ciascuna con una abilità diversa, che può o stordire l’avversario, o atterrarlo, o spingerlo via ecc. 
I meccanismi semplici del gioco si complicano incredibilmente nella realizzazione una volta che le barriere laser incominciano a dominare lo schermo e i riflessi sono l’unica via di uscita. 

Laser League offre sia modalità multiplayer locale sia multiplayer online, ed è possibile giocare in singolo attivando i bot. Il consiglio per approfondire la natura del gioco è quella di leggere la nostra Recensione Early Access del gioco, in attesa di quella definitiva che approderà sulle nostre pagine di qui a pochi giorni.
Sfruttando le potenzialità della modalità locale, fino a 4 giocatori, ci siamo sfidati all’ultimo laser nel torneo di cui sopra, con fasi di andata e ritorno. In Laser League ogni round si svolge al meglio dei cinque punti, mentre una partita è divisa in tre round. Ne bastano ovviamente due per aggiudicarsi il match. 

Definite le squadre, gli abbinamenti e indossate le magliette, appositamente pensate per l’occasione con tanto di nome del team alle spalle, è stato dato il via alle danze.

Ci sentiamo subito di dire, rimarcando l’apertura dell’articolo, che il multiplayer locale, con un torneo organizzato per l’occasione è uno dei migliori modi per scoprire Laser League. I meccanismi di cooperazione e competizione che vivono al di là dello schermo rendono appassionante legare la propria concentrazione alle dinamiche frenetiche della partita. 
Mentre in altri giochi, strutturalmente più complessi, è facile concentrarsi sulle meccaniche più che sulla reale azione a schermo, la semplicità teorica di Laser League porta le dita a danzare sul pad, mentre l’occhio è fisso sull’orgia di LED bicolori del televisore, che pulsa nel continuo cambio delle forme delle barriere laser.
L’attenzione è alle stelle, la consapevolezza che ogni errore può essere solo frutto della nostra disattenzione o della bravura dell’avversario sono elementi evidenti in Laser League: non c’è spazio al caso, c’è sempre spazio al miglioramento, ma allo stesso tempo c’è fin da subito la possibilità di rendere il gioco comprensibile e apprezzabile a chi Laser League non l’ha mai visto prima di quest’occasione. 



Se non si era capito, la giornata è stata molto piacevole, nonostante il terzo posto dopo un piazzamento in prima posizione nel girone di andata sia stato un po’ deludente. Crediamo infatti che Laser League abbia il potenziale di inserirsi in quella serie di giochi che si recuperano in compagnia per una sfida serale per decretare il miglior giocatore del venerdì sera del dopo pizza, ma anche per trovare un posto in quel pianeta del gioco competitivo che ultimamente sta viaggiando a vele spiegate verso successi sempre maggiori.