InFamous: Second Son

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Roma – In occasione dell’evento pre-lancio di InFamous: Second Son, allestito nei pressi di una vecchia officina dismessa per dare quel tocco “street” che ben si addice al titolo, abbiamo approfittato per fare una chiacchierata con Ken Schramm, brand development director. Prima di avere un piccolo confronto con Ken, siamo tornati a mettere nuovamente le mani su una build del gioco, riscontrando miglioramenti marginali rispetto all’ultima nostra prova. Le sezioni testate erano identiche a quelle del mese scorso e non c’era la possibilità di andare avanti una volta portate a termine le due missioni previste, a ulteriore dimostrazione della volontà di Sucker Punch di tenere il più stretto riserbo sulla trama e sugli eventi che ruoteranno attorno a Delsin.

Il figlio di Seattle
“Abbiamo scelto di chiamarlo Second Son per un motivo ben preciso”, ci ha spiegato Schramm quando gli abbiamo chiesto qualcosa in più sul background di Delsin Rowe. “Si tratta di un gioco completamente nuovo a cui chiunque può avvicinarsi, anche chi non ha mai seguito in prima persona le avventure di Cole. Delsin è un personaggio nuovo, un ragazzo ordinario che si ritrova improvvisamente ad avere dei superpoteri. Nonostante la DUP di Seattle accusi i Conduit come lui di essere dei bioterroristi, Delsin vive la sua condizione con serenità, e non come se fosse un condannato o un ‘malato’, perché la verità è che adora avere questi doni speciali”. Quando abbiamo chiesto le motivazioni dietro alla scelta di Seattle, la risposta è stata immediata e accompagnata con un gran sorriso: “Seattle è la nostra città, il nostro quartier generale; riuscire ad ambientare un gioco a casa nostra è un gran motivo di orgoglio, e oltretutto ci ha permesso di offrire ai giocatori un impatto più realistico con l’ambientazione, qualcosa che non fosse niente di fittizio o pienamente inventato”. E in effetti, anche le condizioni atmosferiche saranno in linea con la natura meteorologica della cittadina americana, dove la pioggia è una costante e dove l’umidità dinamica sulle facciate dei palazzi muta a seconda dell’intensità delle precipitazioni. La fedeltà prima di tutto. 
Se è vero che sotto il profilo tecnico si registrano buoni progressi e si cominciano a intravedere le potenzialità della nuova console Sony, già in sede di anteprima avevamo espresso i molti dubbi legati alla storia e alla sua effettiva capacità di potersi ramificare in relazione alle scelte compiute. Ci chiedevamo, sostanzialmente, se sarà possibile avere una condotta opposta a quella scelta nei crocevia a cui Second Son ci metterà davanti. Dopo qualche domanda su questo aspetto e delle risposte molto “abbottonate”, siamo scesi più nello specifico, cercando di capire quanto fosse profondo il sistema di moralità e la struttura narrativa. Schramm ha spiegato che “Non ci sarà un sistema punitivo. Se sceglierete di essere buoni e successivamente vi comporterete male o in maniera scorretta, non faremo in modo di condizionare il vostro l’incedere. Prendiamo per esempio la sezione mostrata nella demo, quando sarete accompagnati da Fetch. Siete messi davanti a una scelta ben precisa: redimerla o corromperla. Per ciascuna di queste due soluzioni sono state previste delle missioni totalmente differenti, che richiedono obiettivi raggiungibili compiendo azioni benefiche (come sventare lo smercio della droga) o da fuorilegge (come far fuori i vari gruppi di attivisti). Nel prosieguo dell’avventura ci saranno altre situazioni simili che determineranno la vostra indole, sviluppando la storia fino a stabilire da che parte vi posizionerete, per raggiungere infine uno dei due finali previsti”. Niente ramificazioni narrative dettate dalla condotta di gioco, dunque, ma solo una serie di scelte prese in momenti chiave del gioco, che comproveranno le nostre inclinazioni e daranno vita a diverse missioni. Queste, da quanto abbiamo avuto modo di vedere, sono ben strutturate e spingeranno senz’altro il giocatore a ricominciare il titolo una seconda volta, per poter così approfondire l’altra metà che – per ovvie ragioni – non ha avuto modo di vedere alla prima partita.

Heroes
“Stiamo cercando in tutti i modi di non lasciar trapelare nulla sulla trama, perché siamo convinti che gli utenti meritino di avere diverse sorprese, da scoprire senza che nessuno gliele anticipi anzitempo”. E niente è trapelato nemmeno sui nuovi poteri che Delsin potrà usare, perché nel momento in cui abbiamo chiesto maggiori informazioni sullo “scambio” dei poteri tra Conduit e su come l’acquisizione delle nuove caratteristiche andrà a incidere direttamente sul gameplay, i riferimenti sono tornati alla sezione che abbiamo avuto modo di provare. Ma qualche piccolo dettaglio in più, è comunque emerso: “Ci saranno diversi conduit nel gioco, ognuno con una propria personalità, una propria vita e un preciso background. Non tutti saranno esattamente amichevoli e c’è chi farà irruzione nella vita di Delsin in modo poco consono. Tuttavia, anche quando entrerete in contatto con Fetch vi renderete conto di alcune chiare difficoltà legate alla particolare situazione di Seattle, ormai dominata dal controllo della DUP. I poteri del protagonista lasceranno al giocatore una certa libertà nell’approccio alle missioni; è il caso della sezione che avete visto oggi all’interno di un tunnel pattugliato dagli agenti governativi. Trattandosi di un posto stretto, quindi molto diverso dalle ampiezze strutturali offerte dalla cittadina, sarete portati a usare il potere del fumo, perché è devastante nei combattimenti ravvicinati ed è più utile nei momenti in cui bisognerà liberarsi agevolmente da un nutrito gruppo di nemici. Tuttavia, usare il potere del neon vi permetterà di sgattaiolare via più in fretta e infilarvi in condutture per pochi istanti, e proseguendo, il ventaglio di possibilità sarà ancora più ampio. Ci tenevamo molto a questo tipo di libertà, e con PS4 è stato possibile realizzare ciò che in passato era impensabile. Ovviamente mi riferisco anche al comparto tecnico, perché costruire scene recitate e poi digitalizzate con così tanta fedeltà è qualcosa che fa fare un salto in avanti all’intera produzione”.
Mentre il tempo a nostra disposizione in compagnia di Ken Schramm volgeva al termine, non abbiamo potuto fare a meno di chiedere se il particolare rapporto tra i conduit avesse fatto scattare ai ragazzi di Sucker Punch la scintilla per la realizzazione di qualche modalità multiplayer, cooperativa e competitiva, che personalmente crediamo possa funzionare all’interno di questo nuovo inizio per la serie. “Siamo un team di un centinaio di persone e lavoriamo in grande sinergia; riteniamo inoltre che sia fondamentale potersi concentrare al meglio su un aspetto senza correre il rischio di distogliere l’attenzione dal nostro obiettivo. Abbiamo curato molto la campagna di Second Son, la storia e lo sviluppo dei personaggi. Non volevamo diluire nulla. Quindi no, non ci sarà alcuna modalità multiplayer”.

Con qualche dubbio in meno sulla struttura di gioco e qualche buona certezza sulla qualità complessiva, crediamo che Second Son sia sulla carta un progetto interessante e una svolta intelligente per la serie. Nonostante ciò, ci sono ancora parecchie caratteristiche completamente avvolte nel mistero, compresa la storia e alcuni importanti elementi di gameplay. Per avere un giudizio definitivo sull’opera di Sucker Punch, mai come stavolta, dobbiamo attendere ancora una lunga settimana.