Recensione

Godzilla: Unleashed

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a cura di OrsoR@ro

Godzilla: Unleashed è il terzo capitolo di una serie iniziata molti anni addietro sulle console di vecchia generazione, e che prova oggi a rinascere sull’ultima arrivata in casa Nintendo. Scopriamo subito le carte in tavola: questo “Godzilla Unleashed” fallisce quasi su tutti i punti di vista. Vediamo insieme il perchè.

Godzilla: Storia di un disastroLa storia del videogioco è poco precisata. Saremo subito lanciati nell’azione senza sapere perchè, senza conoscere il nostro vero nemico e molto spesso senza nemmeno sapere cosa fare. Dalle brevi cut-scene, intermezzo tra una missione ed un’altra, capiamo che la Terra è in pericolo. Grosse masse cristalline stanno invadendo le metropoli più grandi e importanti dell’intero universo e una squadra apposita cerca di riportare la pace sul pianeta. In questo contesto si inseriscono diverse fazioni di mostri tra i quali: “I difensori della Terra”, gli “alieni”, i “mutanti” e poche altre. Inizialmente avremo la possibilità di scegliere solo un gruppo, precisamente “i difensori della Terra” nelle cui file annoveriamo il nostro caro Godzilla. Lanciati nell’arena di gioco con tanta, forse troppa, immediatezza, ci ritroveremo a chiederci più volte il motivo di quello che faremo. Anzitutto è altamente consigliato seguire il tutorial iniziale, altrimenti il rischio è quello di non avere ben chiare le base dei combattimenti e di annoiarsi ancor prima di portare a termine il primo livello. Ogni mostro possiede le sue mosse speciali; la varietà di esse si attesta su livelli sufficenti, nulla più. Nunchuk e wiimote sono utilizzati in maniera discreta, nessuna innovazione particolare, occorrerà – per i colpi più distruttivi – premere il tasto A o B seguito da un deciso movimento del wii remote, o lateralmente oppure in verticale dal basso verso l’alto. L’idea di base poteva risultare buona, ma viene ad essere gravata da troppa “pesantezza” e da una innaturale meccanicità dei personaggi. E’ vero, stiamo “manovrando” dei mostri giganti, per cui non potremmo aspettarci l’agilità di un Solid Snake, ma neanche possiamo accontentarci di un ritmo di gioco troppo lento, che rischia minuto dopo minuto di stancare il giocatore. Grazie ad un movimento in avanti dei due pad, potremo afferrare l’avversario e decidere dopo dove scaraventarlo. Una volta appresi questi semplici comandi non sarà molto difficile avere la meglio sugli avversari, complice una scarsa I.A. dei “nemici”. A tal proposito, talvolta sull’arena di gioco faranno apparizione nuovi giganti, così che potremo trovarci di fronte a 3 mostri contemporaneamente. Accade spesso che due giganti guidati dalla cpu si sfidino tra di loro, potendo noi goderci lo spettacolo da lontano, approfittando magari all’ultimo momento per dare il colpo di grazia e completare vittoriosamente la missione. La telecamera virtuale non è sempre gestita nel migliore dei modi, a volo d’angelo sovrasta le città in cui ci troviamo, ma al momento di uno scontro ravvicinato cambia, ponendosi come in un più classico picchiaduro.

Tanto per dare un esempio della mancanza di chiarezza nella storia del gioco eccoci ad affrontare il primo livello. L’obiettivo sarà quello di liberare un mostro dietro una parete di cristallo, ma ecco che, liberatolo, ci si scaglierà contro, senza capire chi sia e perchè dobbiamo combatterlo. Le missioni di gioco sono in totale venti, e per la maggior parte differiscono soltanto dal background e dalla località geografica; per il resto, gli obiettivi di ognuna appaiono troppo simili, per non dire uguali. Quasi sempre ci verrà chiesto di distruggere i cristalli piovuti dal cielo, ma in alternativa ad esso potremo anche decidere di eliminare il mostro di turno apparso in quella determinata zona. Si capisce da ciò che ogni livello consiste sempre in un combattimento corpo a corpo con un mostro gigante, senza poter variare l’iter obbligato del gioco che appare dunque a senso unico, privo di qualsiasi vitalità. Un picchiaduro 3d tra mostri potremmo definirlo. Il numero di creature sbloccabili è accettabile, in ogni missione guadagneremo un punteggio utile a comprare dal negozio le fazioni avversarie. Oltre ai consueti calci e pugni, ma sarebbe meglio dire zampate, ogni gigante avrà la possibilità di sparare, a seconda della specie, raggi laser o fasci di luce infuocati. Premendo Z e C contemporaneamente, ricaricheremo l’energia utile per mettere a segno tale mossa speciale. Molto spesso accade che le due “onde energetiche” vengano rilasciate nello stesso tempo, si innesterà allora un testa a testa, dove occorrerà con il wiimote indirizzare la sfera creatasi dall’unione dei due raggi, verso il nemico (per comprendere ciò, basti immaginare Goku e Vegeta che scagliano contemporaneamente le loro onde energetiche l’uno contro l’altro).

Oltre alla modalità storia, sarà presente anche la possibilità di sfidare altri mostri direttamente nell’arena tramite l’opzione “Rissa”, sia guidati dalla cpu, sia guidati da controparti umani, amici insomma. Questa possibilità non serve a rendere il gioco più vario o longevo, semplicemente perchè non rappresenta una variante alla storia; come già ribadito, lo scopo principale sarà quasi sempre quello di affrontare in combattimento i mostri, cosi che l’opzione rissa si rivelerà un semplice doppione della storia. Il multiplayer concede la possibilità di giocare fino a quattro giocatori, lanciandoci contemporaneamente all’interno di un’area di gioco. A tratti, la confusione prenderà il sopravvento, tutti contro tutti, nessuna regola, il più forte sopravvive.

Una grafica “mostruosa”Il character design (se così possiamo chiamarlo) dei mostri è passabile, se confrontato con quello dell’ambiente circostante, in astratto risulta invece insufficente. I nostri protagonisti si muovono all’interno di città poco particolareggiate, dove distruggere case o interi grattacieli non renderà quel senso di maestosità che dovrebbe derivare dall’impersonare una creatura così mastodontica. Non viene rispettato il senso di proporzionalità tra i mostri e l’ambiente circostante così, anche se ad esempio le autovetture nelle strade sembrano molliche di pane in confronto a Godzilla, l’idea della grandezza dei mostri non trova sufficente accoglimento. L’interazione con l’ambiente sembra a prima vista totale, nel senso che potremo distruggere qualsiasi cosa abbiamo a tiro, ma questi atti di distruzione sono poco particolareggiati e privi di quel pathos che servirebbe a rendere il gioco divertente. Sonoro poco incisivo, scarno, su cui c’è davvero poco da dire, quasi nulla. Pochi effetti sonori, non ben curati. Le case e i palazzi cadono giù senza una particolare sottolineatura sonora. Voci in inglese, si intendano le voci della sqaudra speciale chiamata a salvare la Terra; ovviamente i mostri non parlano!

– L’idea base poteva essere buona!

– 23 diversi e giganteschi mostri

– Realizzazione tecnica insufficente

– Storia non ben spiegata

– Poco longevo

– Missioni ripetitive

4.5

Godzilla: Unleashed è uno di quei giochi che passa inosservato e di cui nessuno sente la necessità. Realizzazione tecnica insufficente, storyboard presente ma poco interessante, missioni ripetitive, longevità dunque scarsa. Se l’idea poteva essere buona, la messa in pratica è tutt’altro. Un punto a favore è la presenza di molti personaggi, con l’aggiunta di alcuni mostri inediti (ad esempio un grosso yeti bianco). Come si suol dire, la potenza è nulla senza controllo, non bastano i maestosi poteri di Godzilla a rendere godibile questo titolo. Se l’idea dell’acquisto potrebbe sfiorare il giocatore, solo ad un prezzo budget si intenda, scomparirà del tutto con l’arrivo di un titolo attesissimo: il riferimento è a Super Smash Brawl.

Voto Recensione di Godzilla: Unleashed - Recensione


4.5