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Recensione

Galak-Z: The Dimensional

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Avatar di Doctor.Oz

a cura di Doctor.Oz

Pubblicato il 21/03/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Spesso ci si lamenta dei titoli offerti di volta in volta con il Plus, per la maggior parte indie di studi piccoli ed indipendenti. Si cerca ogni volta un paragone erroneo con titoli da nomi più altisonanti, bagnati nell’oro del denaro disponibile a fiumi durante lo sviluppo, oggetti di feroci campagne marketing e una distribuzione quanto mai capillare. Ma siamo propri sicuri che tra un indie di qualità ed un gioco tripla-A ci sia questa differenza poi così abissale, in fatto di gameplay, ispirazione artistica o, quello che in tanti spesso dimenticano, divertimento puro? Gratis per gli abbonati al Playstation Plus di questo mese, c’è Galak-Z: The Dimensional, che non è il nome della nuova barretta al sapore spaziale di un supermercato, ma uno shooter indie difficile, con un gameplay adrenalinico e una direzione artistica ispiratissima che si rifà al classicismo degli anime giapponesi.

Spazio infido
A-tak è un pilota interstellare, che a seguito di un attacco protratto dai perfidi Imperiali si trova alla deriva nello spazio, nella sua personale navicella, nella quale scarseggiano energia e rifornimenti. Nostro compito (e del tutorial, soprattutto) sarà quello di prendere confidenza con i comandi della navicella e traghettarla attraverso un campo di asteroidi al fine di raggiungere nuovamente la base operativa, che in molti riconosceranno come un lapalissiano omaggio alla Corazzata Yamato, e cioè l’astronave tratta dall’omonimo anime, opera seminale che influenzò un’intera epoca di artisti giapponesi. Nella base spaziale potremo fare la conoscenza con gli altri membri dell’equipaggio e dove di volta in volta potremo informarci sulle missioni da compiere. Queste ultime sono randomiche e perciò ci vengono assegnate di volta in volta in modo del tutto casuale. Avremo, difatti, missioni di recupero di equipaggiamenti, oppure missioni di disinfestazione di asteroidi da letali scarafaggi spaziali o, talvolta, anche missioni di recupero di piloti alleati alla deriva nello spaio. Come nella più celebre tradizione giapponese degli anime, il gioco viene suddiviso in stagioni (cinque ad essere precisi), divise a loro volta in cinque episodi separati e distinti nei quali dovremo eseguire le missioni che ci vengono assegnate. 
Durante i vari episodi di una singola stagione, Galak-Z mostra il suo lato più oscuro da roguelike: non potremo salvare la nostra partita a meno di non aver completato prima il livello, ed un eventuale game over porterà con sé l’obbligo per il giocatore di ricominciare l’intera stagione da capo. Sì, avete capito bene, da capo. L’unica possibilità che si ha per poter ripetere uno sciagurato livello finito in malora, è quello di spendere cinque particolari monete. Tutto magnifico, se non fosse per il fatto che di queste monete non ce ne sono molte in giro: circa una, al massimo due, per livello completato. Ad ogni inizio di stagione la nostra navicella partirà con quattro punti ferita totali, due fissi di vitalità e due rigenerabili dello scudo. Una volta subiti dei danni, i punti dello scudo saranno i primi ad andare via, ma attendendo un tempo fisso di raffreddamento si ripristineranno in poco tempo. Diversa sarà la storia dei punti ferita: una volta perso un punto, esso non sarà ripristinabile se non attraverso dei medikit o delle riparazioni. Peccato che di medikit in giro per la mappa non ce ne sono poi molti e le riparazioni costano un occhio della testa. Avremo l’occasione di aumentare i punti salute di vitalità e scudo, ma sarà possibile solo attraverso costosi e temporanei potenziamenti. Per farla breve, se non si soffre non ci piace. Metteteci pure che all’ultimo quadro, come ogni finale di stagione si rispetti, ci sarà un boss ad attenderci contro il quale dovremo misurarci nelle condizioni del momento, senza checkpoint o continue ad aiutarci, magari già sufficientemente malmenati dai nemici incontrati fino a quel momento. Questo per dirvi che il livello di sfida è enorme, la curva di apprendimento ripidissima ed il più delle volte ci troveremo di fronte a situazioni da “o la va o la spacca”. 
L’inferno del cosmo
Dopo infiniti game over conditi da altrettanti improperi, già dalle prime missioni ci accorgeremo di quanto questo shooter bidimensionale richieda un approccio tattico unico nel suo genere. In Galak-Z, infatti, sarà di vitale importanza salvaguardare punti ferita, eventuali potenziamenti sbloccati (che, ricordo, andranno persi ad ogni game over) ed i vitali missili a ricerca. Per farlo bisognerà usare il cervello senza farsi prendere dal panico, considerando che il più delle volte, negli scontri che affronteremo, saremo in evidente inferiorità numerica e di fuoco. Dimenticate frenetiche sessioni da indemoniati bullet hell: Galak-Z è uno shooter roguelike estremamente cervellotico e mostra tutta la sua spietatezza ai più incauti. Di certo, il primo grande scoglio che un giocatore medio si troverà davanti sarà quello dei comandi della navicella: le vostre speranze cozzeranno presto contro questo peculiare sistema di movimento. Cercando di essere più chiaro, attraverso i dorsali bassi del pad la navicella aziona rispettivamente i motori posteriori o quelli anteriori che, assieme allo stick sinistro che ne determina la direzione, permette al veicolo di essere manovrato nello spazio bidimensionale. Ma siamo pur sempre nello spazio, vi ricordo, dove i corpi vanno alla deriva anche con la più leggera delle spinte. Di conseguenza avremo una navicella in movimento perpetuo, che potrà essere “bloccata” sul posto solo premendo contemporaneamente i dorsali ma che ci lascerà dunque alla mercé di tutto quello che viaggia schermo, mostri e proiettili vaganti inclusi. Includeteci un tasto per schivare, uno per azionare un comodo turbo per darsela a gambe, e due tasti (L1 ed R1) per muoversi lateralmente, e capirete da voi che nei livelli in cui compariranno a schermo contemporaneamente decine di veicoli nemici che ci spareranno in tutte le direzioni, si creerà una succursale dell’inferno dantesco in perpetuo movimento. La tattica migliore è quella di cercare di isolare i vari nemici, farci inseguire e farli fuori uno ad uno, lentamente. Gettarsi nella mischia in Galak-Z non dà mai buoni frutti, a meno che non ci si sia trasformati in un potente ma lentissimo mecha. Una volta trasformati in mecha, il gameplay cambierà ancora una volta: si dovranno fare i conti con una capacità offensiva ben maggiore ma con i lenti e goffi spostamenti che la nostra controparte robotica riceverà subito dopo la trasformazione. Sarebbe idea saggia quella di alternare i due status, a seconda della situazione in cui si rimane invischiati. Difatti, durante scontri tête-à-tête con singoli nemici come nel caso di potenti mecha ostili, la trasformazione appare a dir poco necessaria; diverso invece il caso in cui ci troveremo circondati da decine di navicelle avversarie, in cui avremo bisogno delle preziose manovre evasive della nostra agile navicella. 
Errori e punizioni
Si tratta di un gameplay estremamente punitivo, se non affrontato con la dovuta freddezza e il dovuto rigore nell’approccio. Galak-Z può offrire del sano divertimento e un elevato grado di sfida, ma solo a patto che accettiate una curva di apprendimento ripidissima e per nulla rapida. In questo caso specifico, vale la regola generale che ogni fallimento vi porterà più vicino al vostro traguardo finale. Più di una volta, infatti, vi ritroverete davanti a moltissimi game over, uno di seguito all’altro, che vi costringeranno a ripetere continuamente le stagioni fin dall’inizio. L’importante è non scoraggiarsi, impegnarsi nell’apprendere i pattern dei differenti nemici ed utilizzare gli elementi ambientali per nascondersi o per volgere la battaglia a vostro favore. L’esperienza personale che cumulerete via via dopo ogni game over sarà quella che vi renderà più letali nell’approccio alle battaglie, in un misto di cautela e di guerriglia da “toccata e fuga”. 
Unico neo da segnalare in un gameplay pressoché perfetto, è la cronologia con cui l’IA sceglie i livelli all’interno delle stagioni. Nel delirio di continui game over e di pad sbattuti sul tavolo, non convince la calibrazione della difficoltà dei livelli che non è quasi mai crescente: a volte capita che in una stagione gli episodi affrontati all’inizio fossero più difficili di quelli affrontati poco dopo: l’algoritmo che gestisce la scelta dei livelli non calibra la difficoltà degli stessi, e  obbliga a volte il giocatore ad affrontare alcuni livelli con un equipaggiamento inadeguato.
Concludendo, non ci si può non complimentare con i ragazzi di 17-Bit per quello che riguarda il comparto tecnico. Nulla da dire se non un grosso plauso alla grafica cartoonesca in cel-shading che evoca perfettamente gli anime da cui pende ispirazione, omaggiando i molti classici del passato e portando a schermo un prodotto dalla veste grafica ineccepibile e piacevole. Lo stesso non si può dire della colonna sonora e degli effetti ambientali, scarni in entrambi i casi.

– Shooter dinamico, frenetico ma dalla forte impronta tattica

– Direzione artistica eccellente

– Rifà il verso a manga ed anime famosissimi

– Curva di apprendimento ripidissima

– Difficoltà dei livelli non crescente

– Sonoro veramente dimenticabile

8.0

Quello che i ragazzi di 17-Bit Studio hanno portato sugli store di mezzo mondo è senza ombra di dubbio un gioiello. Uno shooter bidimensionale di rara bellezza e di rara difficoltà, ispiratissimo sia nel gameplay che nella direzione artistica. Difficile ma appagante, forse un pochino frustrante, ma che riuscirà a strappare ben più di qualche soddisfazione anche a chi non è amante del genere degli shooter. Altrimenti, se siete dei fan dello spara spara infernale, scontato, gratis o a prezzo pieno, questo è un titolo che non può mancare nelle vostre librerie telematiche.

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