Recensione

Dynasty Warriors 8: Empires

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Probabilmente non ci libereremo mai più delle riedizioni, almeno fin quando il pubblico non smetterà di riacquistare gli stessi giochi. C’è in effetti questa inspiegabile tendenza da parte degli acquirenti, che rende felice ogni produttore pronto a sposare la causa della rivendita dello stesso prodotto con qualche trascurabile aggiunta. E incredibilmente funziona, perché se così non fosse, state certi che il mercato non ne sarebbe così saturo. Dynasty Warriors segue da tempo una strategia ben precisa: ottenere il massimo col minimo sforzo, e il nuovo Empires, in questo senso, non è certamente da meno. 
Gli imperi colpiscono ancora
La serie ci ricorda che l’uscita di un nuovo capitolo si articola ormai in tre fasi: l’arrivo del titolo originale, che mantiene in sostanza la stessa formula dei precedenti; nuovi personaggi e scenari inseriti nella Xtreme Legends, con tanto di pacchetto completo; ed Empires, che riutilizza le basi su cui poggia da anni il franchise, aggiungendo un pizzico di strategia e novità legate alla gestione del regno. Non si scappa: Tecmo Koei ha deciso di agire in questo modo, e fin quando gli incassi daranno loro ragione non c’è motivo di credere che il nono capitolo subirà un trattamento diverso. Prima ancora di mettere in luce le caratteristiche di questa versione per PS Vita, è bene specificare all’istante che chi ha già comprato Dynasty Warriors 8 non avrà grandi motivi per avvicinarsi a Empires. D’altra parte, anche con Dynasty Warriors 7 era la stessa solfa, ed è per questo che pare per l’appunto di giocare al titolo precedente coi personaggi dell’8. Tra l’altro, gran parte delle novità inserite in Empires non sono esattamente tra le più felici: alcune di esse sembrano in realtà anche poco adatte alla natura di un musou, come ad esempio le terribili missioni stealth. 
Come si intuisce dal titolo, la modalità Empires rappresenta la novità più di spicco: è legata alla cura degli aspetti diplomatici e gestionali, e impone al giocatore di agire anche dalle retrovie. Naturalmente ciò che farete per tutto l’arco dell’avventura è comunque combattere e ancora combattere allo scopo di unificare la Cina, pertanto non aspettatevi una profondità fuori parametro sotto questo punto di vista. Bisogna però decidere bene quale ruolo si vorrà interpretare, poiché da questa scelta dipendono le mansioni future. Si potranno pertanto stabilire nuove alleanze e amicizie, che possono avere un ruolo determinante durante le battaglie più furiose; scandire i tempi per le manovre di guerra, costruire nuovi avamposti e così via, a seconda dell’inclinazione indicata a inizio partita. Non si segnalano differenze di peso rispetto all’Empires di Dynasty Warriors 7, e va anche detto che in alcuni casi viene data la possibilità di avere una libertà apparente che è invece convogliata lungo degli imbuti che il gioco impone. Per il resto, nel bene e nel male, si tratta del solito Dynasty Warriors
Battaglie portatili
Dynasty Warriors 8 rimane probabilmente il miglior capitolo della serie, pur non introducendo eclatanti novità che possano far fare un passo avanti al franchise e al genere. Si tratta pur sempre di un musou nudo e crudo, che mantiene inalterati i suo tratti distintivi, ed è dunque tutto ciò che gli amanti vogliono e tutto ciò che i suoi detrattori hanno sempre odiato. Omega Force e Tecmo Koei vogliono continuare su questa linea, e ormai non stupisce nemmeno più la sostanziale identicità dell’aspetto estetico. Se su console da salotto la situazione era discreta, nella versione per PS Vita da noi testata bisogna segnalare alcune brutture che vanno al di là dei rimaneggiamenti tecnici necessari per far girare il gioco senza eccessivi patemi d’animo. Oltre a un colpo d’occhio che mette in evidenza scenari spogli, privi quasi di vita, ci sono troppe texture in bassa definizione e una modellazione di alcuni elementi come le armature che ci hanno dato la sgradevole sensazione di essere tornati a un paio di generazioni fa. Quando su schermo l’azione diventa davvero serrata, e i personaggi aumentano di numero, quanto appena detto diventa subito evidente. C’è insomma un calo drastico della qualità su portatile, ed è per questo che in caso di interesse verso questo Empires sarebbe meglio orientarsi verso altre versioni. Sono presenti alcuni comandi touch intuitivi per richiamare il cavallo e per selezionare (e attivare) dei comandi, dando al contempo al giocatore la possibilità di vedere e gestire meglio il teatro delle battaglie.
La versione per PS Vita supporta inoltre un multiplayer cooperativo ad hoc per due persone, che possono unire le proprie forze sia nella modalità principale, sia nella Free Mode. Quest’ultima, tra l’altro, può essere considerata una sorta di palestra che vi prepara alla conquista totale in Empires.
Ottima la funzionalità di cross-play e cross-save per chi possiede già la versione PS3 o PS4, così come è gradita la compatibilità con PlayStation TV. Ciononostante, riteniamo che la serie abbia un forte bisogno di rinnovarsi e che i giocatori non meritino riedizioni multiple del medesimo titolo. Dynasty Warriors 8: Empires somiglia sin troppo al capitolo precedente, e non si tratta proprio di un gran complimento.

– Funzionalità di cross-play e cross-save

– Alcune funzionalità gestionali sono buone

– Tecnicamente arretrato

– Mancano le novità

– Avremmo fatto a meno di alcune missioni secondarie

6.5

La versione per PS Vita analizzata ha messo in evidenza delle mancanze che le versioni per console non avevano. Sebbene contenutisticamente non cambi nulla, dal punto di vista tecnico il gioco appare poco in forma, con picchi verso il basso che lo fanno somigliare a un gioco molto vecchio. Se state prendendo in considerazione l’acquisto di Empires e siete tra coloro che non hanno giocato Dynasty Warriors 8, inoltre, dovete essere consapevoli del fatto che non ci sono novità rispetto alla gestione del prodotto adottata col capitolo precedente.

Voto Recensione di Dynasty Warriors 8: Empires - Recensione


6.5