CES 2016: le tendenze

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a cura di LoreSka

Si è concluso il Consumer Electronic Show di Las Vegas, ormai storico appuntamento di inizio anno con la tecnologia del futuro. Pur non essendo un evento direttamente legato al mondo dei videogiochi, dal CES si riescono spesso a comprendere le tendenze del mondo della tecnologia che, in maniera più o meno diretta, coinvolgeranno anche noi videogiocatori. Ecco dunque un elenco degli aspetti che più hanno segnato questo appuntamento nella celebre Sin City del Nevada.
Schermi ultrapiatti e flessibili
Correva l’anno 2013 quando la tecnologia OLED veniva applicata a un televisore in ultra alta definizione. La Sony, infatti, quell’anno sbalordì tutti con uno schermo 4K dotato di una tecnologia considerata quasi pionieristica all’epoca, con un prezzo di vendita mai chiarito ma stimato attorno ai 110.000 dollari. Contestualizziamo: era l’anno in cui i primi televisori 4K LED si affacciavano sul mercato con prezzi di gran lunga superiori ai 10.000 dollari, e la tecnologia non era ancora pronta al grande salto verso il mondo consumer. Oggi che l’ultra alta definizione LED è alla portata di un numero di tasche sensibilmente più grande (con costi che, sempre meno raramente, non superano i 1.000 euro) la tecnologia OLED sembra pronta a compiere lo stesso passo, e ha già raggiunto cifre inferiori ai 2.500 euro. Ecco dunque che al CES gli schermi si sono fatti ancora più piatti, e la tecnologia OLED sembra avere soppiantato definitivamente il LED nei padiglioni, grazie alla sua capacità di offrire il nero perfetto e il contrasto infinito. La retroilluminazione dei televisori LCD/LED viene sostituita da una serie di pixel autoilluminanti che migliorano la resa visiva e offrono colori più brillanti: i nostri televisori saranno sempre più belli e sottili, con immagini che affaticano poco la vista. Ma è davvero così?
Sulla carta, questa tecnologia presenta ancora alcuni dubbi, dato che si segnala la presenza di ghosting, praticamente assente nella vecchia tecnologia LED. Torna, poi, il problema del burn-in, la ritenzione dell’immagine sullo schermo che rovina irrimediabilmente il pannello, presente nei vecchi plasma, ridotta negli LCD/LED e significativa negli OLED. Resta, poi, la grande incognita legata all’input lag, vale a dire il tempo intercorso dal momento in cui il giocatore preme un pulsante al momento in cui il proprio input viene tradotto in un’azione sullo schermo. Tale tempo, al momento, è piuttosto alto nei televisori UHD LCD, e solo i più recenti modelli sembrano avere portato il problema entro valori accettabili (siamo scesi sotto i 20ms, un buon risultato che tuttavia sfigura di fronte agli 0,5ms dei monitor da gaming, e che comunque non riesce a rivaleggiare con i 9ms dei migliori televisori Full-HD). Per i televisori OLED, invece, i tempi di risposta attuali difficilmente scendono sotto i 36ms e crediamo che ci vorrà ancora un anno o due prima di ottenere risultati paragonabili ai televisori Full-HD.
La novità più importante, semmai, si riscontra nella possibilità di realizzare schermi OLED flessibili. Oltre all’applicazione su schermi TV “avvolgenti” – una soluzione già disponibile sui “vecchi” modelli LED – la possibilità di creare schermi flessibili potrebbe avere applicazioni particolari nel mondo dei videogiochi. Si vocifera, ad esempio, che Nintendo abbia in cantiere un controller rivestito interamente da uno schermo OLED touch screen: una soluzione che sembra compiere un lungo passo verso l’ignoto, ma che suscita la nostra curiosità. Una cosa è certa: i tablet-giornale che abbiamo visto in Deus Ex: Human Revolution potrebbero diventare una realtà.
Ben diverso è il discorso per i monitor da gaming: sono stati presentati diversi prodotti OLED dedicati proprio ai videogiocatori PC, con specifiche tecniche del tutto paragonabili a quelle dei rodatissimi schermi LED/LCD. Tempi di risposta fulminei e tecnologie per la sincronia verticale inclusi. Insomma: forse il 2016 non sarà l’anno del passaggio definitivo all’OLED, ma non vi è dubbio che questa tecnologia – con i dovuti accorgimenti e l’abbassamento dei prezzi dovuti alle economie di scala – potrebbe affermarsi nel corso di un paio d’anni.
La VR spopola (e lascia molti dubbi)
Sono già due anni che se ne parla, ma il 2016 è l’anno della realtà virtuale. Sappiamo già del prezzo di Oculus e della sua data di uscita, e HTC in collaborazione con Valve è pronta a rispondere con il proprio Vive. Le due tecnologie, se messe a confronto, mostrano un vantaggio importante di Oculus per quanto concerne la risoluzione, mentre Vive offre un maggior campo visivo, una maggiore possibilità di movimento nella stanza, una migliore ergonomia, meno problemi di calibrazione e la presenza di una telecamera frontale che ci consente di evitare di sbattere contro muri e ostacoli. Allo stesso tempo, Oculus è già un prodotto definitivo, mentre Vive è un prototipo e le cose potrebbero cambiare al momento del lancio.
Inseguono tutte le altre tecnologie realizzate da produttori meno noti, che si basano su idee molto simili e che non sembrano brillare per originalità o feature esclusive.
Al CES 2016, però, si segnala anche la grande presenza di accessori per la realtà virtuale, che spaziano da controller a forma di arma con accelerometri e puntatori a infrarossi, per arrivare ai tapis roulant che ci consentono di camminare e correre (opportunamente imbracati) per distanze potenzialmente infinite. Tutto questo è molto divertente e già funzionante, ma ci chiediamo se avrà mai un’applicazione reale a livello di home entertainment. Non tutti dispongono di una stanza da dedicare solo alla realtà virtuale, e crediamo che questa forma di VR ultra-immersiva abbia ragione d’esistere principalmente in locali pubblici. Che sia arrivato il momento della rinascita di una qualche forma di sale giochi?
Portatili da gaming e PC tabletop
Inizialmente considerato un mercato di nicchia, quello del gaming PC laptop sembra vivere una sorta di epoca d’oro. I prodotti sono sempre più differenziati, con costi molto elevati ma decisamente più ragionevoli di un tempo. La tecnologia parte dai 1300 euro, ed offre prestazioni analoghe a quelle di un PC fisso pagato un 30-35% in meno (monitor incluso). I portatili da gaming, dunque, sembrano rivivere lo stesso percorso storico dei primi PC portatili, il cui prezzo era sensibilmente più alto dei PC fissi con caratteristiche analoghe per poi assestarsi su prezzi estremamente competitivi (anche grazie alla competizione accesissima con i tablet).
Tutti i maggiori produttori sono giunti a Las Vegas con prodotti di ottima fattura e con caratteristiche da sogno, in alcuni casi capaci di montare al proprio interno schede grafiche tratte direttamente dai PC fissi.
Novità importanti anche dal mondo dei PC fissi, in cui si nota la tendenza a creare degli oggetti sempre meno ingombranti e con design ricercati, perfetti per chi intende piazzare il proprio PC in salotto e giocare comodamente seduto in poltrona sul proprio televisore. Dimentichiamoci i tower da pavimento: al CES 2016 si sono visti oggetti dalle dimensioni contenute capaci di contenere uno SLI di GTX 980, come nel caso del MSI Vortex.
Per quanto concerne il gaming 4K, al momento le schede grafiche dedicate espressamente all’ultra alta definizione sembrano latitare, complici anche i produttori Nvidia e AMD che – al momento – non hanno ancora introdotto i nuovi chip né introdotto schede con la VRAM necessaria pre riprodurre l’UHD senza pensieri. Per contro, si sono visti i primi modelli di schede con la dicitura “VR ready”, certificati per funzionare con Oculus al momento del lancio, che avverrà nel corso della primavera di quest’anno.
Cianfrusaglie che non c’entrano un brazzo ma che piacciono ai giovani
Come di consueto, il CES è anche un grande palcoscenico per gadget curiosi e chincaglieria varia che, probabilmente, trovano più applicazioni in una festa fra nerd o nella casa di qualche eccentrico (e facoltoso), ma che sono sempre divertentissimi da vedere.
Quest’anno, ad esempio, è stata presentata la prima console per cani. Si chiama CleverPet Hub, una macchina che premia con un croccantino il cane che pigia con la zampa una sequenza di pulsanti in maniera corretta, in una sorta di gioco in stile Simon. Al costo di 269 dollari otterrete l’annullamento della vita sociale del vostro lagotto romagnolo, lo vedrete ingrassare e commentare in maniera acida l’otto e mezzo a The Witcher 3.
Per la serie “genitori premurosi”, ecco giungere SmartWheel, un dispositivo da installare in auto che dovrebbe applicare la gamification al concetto di guida sicura. Nella realtà, ogni volta che staccate le mani dal voltante per messaggiare SmartWheel invia una notifica ai vostri genitori. Questo aggeggio dovrebbe ridurre il numero di incidenti, e crediamo che sarà così: nessun genitore sano di mente vi presterà più la sua macchina. Meno auto, meno traffico, meno smog.
Farà invece la gioia dei trekker l’Ili Wearable Translator, un pendaglio capace di tradurre senza bisogno di una connessione a internet. Secondo il video di presentazione, ti permette di pomiciare in Giappone, ma data la figosità del testimonial crediamo che ce l’avrebbe fatta anche bestemmiando in bergamasco.
Infine, per l’hipster malato che alberga in ognuno di voi, ecco tornare il caro e vecchio marchio Kodak. Dopo la violenta morte del nanetto Ciribiribì, terminato da Harrison Ford poiché scopertosi replicante, quello che un tempo fu il colosso della fotografia è pronto a ridefinire il concetto di action cam. Dimenticatevi di GoPro e affini: la nuova action cam di Kodak funziona con pellicole Super 8, da fare sviluppare in laboratorio e dal costo di appena 20 euro l’una per 15 minuti di registrazione, da sommarsi ai convenientissimi 50-70 euro per lo sviluppo della pellicola. The future is now.