Recensione

Burning Fight

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a cura di Mauro.Cat

La console più ricercata dai collezionisti è sicuramente il Neo Geo a causa dei prezzi ancora proibitivi a distanza di anni e della qualità grafica tuttora pregevole. Questo sistema casalingo, che per un lungo periodo era rimasto assente dalla Virtual Console, sta ritornando prepotentemente alla ribalta con una discreta serie di prodotti. Double Dragon, il mitico picchiaduro Technos, ha avuto una serie infinita di imitazioni che sono giunte ad un punto di vera e propria svolta con la pubblicazione dello straordinario Final Fight, nuovo punto di partenza e di riferimento del genere. Da quel momento, era il 1990 circa, sia in sala giochi che a casa fummo invasi da una serie infinita di titoli ispirati all’osannato capolavoro Capcom.A questa fila interminabile di cloni e varianti appartiene Burning Fight, recentemente giunto su Virtual Console al non proprio economico costo di 900 Wii Points. Il titolo, pubblicato nel 1991 su cartuccia e riproposto nel 1994 su cd, essendo stato originariamente concepito per essere giocato con lo stick Neo Geo è fruibile ora in maniera discreta soltanto grazie al Classic Controller o al Game Cube Controller, mentre i fortunati possessori della versione giapponese del Wii potranno godere in pieno dei titoli Neo Geo grazie alla fedele riproduzione dell’originale joystick.Va ricordato ai meno attenti come questo titolo faccia parte insieme ad altri diciotto della raccolta SNK Arcade Classics Volume 1 attesa quasi certamente in Europa per fine anno anche su Wii.

La città si ribellaLa trama di Burning Fight è davvero priva di interesse. Due detective della grande mela di nome Duke e Billy (che nomi originali…) seguendo le tracce di una organizzazione criminale finiscono in Giappone. Qui vengono aiutati da un esperto di arti marziali di nome Ryu (fantasioso anche questo…) che si unisce a loro e li aiuta a sgominare questa pericolosa organizzazione internazionale.Da questo insulso pretesto si sviluppa una trama basata su dei combattimenti corpo a corpo che risultano quasi identici a quelli visti nel già citato Final Fight. Le meccaniche di gioco sono pressoché equivalenti anche se a nostro parere leggermente meno raffinate. Non ci ha del tutto convinto la collisione degli sprite, che in alcune occasioni appare leggermente approssimativa ed anche la varietà delle mosse lascia a desiderare.Il titolo offre pochi spunti degni di nota e di menzione. I livelli, piuttosto lunghi rispetto allo standard del genere, si susseguono offrendo frequenti cambi di ambientazione, ma non risultano quasi mai accattivanti.Talvolta il giocatore può entrare in particolari locali ben segnalati (bar, negozi e simili) ed affrontare piccole prove a tempo che consistono nel demolire una sequenza di oggetti di vario genere. Questi una volta distrutti dispensano energia e denaro. Buona è la possibilità di abbattere parte dell’ambientazione cittadina così da aumentare il senso di coinvolgimento.

Scontro a fuocoL’unico differenza significativa rispetto a Final Fight è legata alla presenza di alcune armi da fuoco che per brevi momenti vi impegnano in duelli a distanza. Queste ultime sbilanciano in maniera evidente il livello di difficoltà del titolo e per questo possono essere utilizzate solo per brevissime fasi di gioco. Probabilmente SNK avrebbe potuto puntare maggiormente su questo fattore per offrire qualcosa di più originale ai giocatori.Graficamente il titolo risulta ben fatto e le ambientazioni ricostruiscono in maniera curata le atmosfere delle città giapponesi. I personaggi sono di buone dimensioni e le animazioni discrete. I nemici sono piuttosto anonimi e, a parte lo stravagante clone di Hulk Hogan che compare in un particolare livello, non spiccano per originalità.I personaggi selezionabili permettono stili di combattimento leggermente differenti ma forse avrebbero potuto essere caratterizzati con maggiore attenzione.Burning Fight appare quindi come un titolo divertente che appassionerà certamente chi ha fame di picchiaduro, ma alla lunga risulta essere un po’ privo di spunti. Alcune idee sono interessanti, tuttavia la piattezza generale spegne ben presto ogni entusiasmo. Questo titolo lascia piuttosto indifferenti e dopo poche partite finisce col passare in secondo piano. Consigliato soltanto agli amanti del Neo Geo ed ai veri appassionati di picchiaduro.

– Si gioca in due

– Graficamente curato

– Troppo simile a Final Fight ma decisamente meno divertente

– Dovrebbe far parte della raccolta SNK Classics Vol. 1

6.6

Burning Fight è un titolo discretamente programmato che non offre praticamente nulla di originale. La sensazione di già visto vi accompagnerà per tutta la partita e non vivrete particolari emozioni se conoscete discretamente il genere picchiaduro. Graficamente il gioco offre buoni spunti e la possibilità di affrontare l’azione in due risolleva il tutto. Questo titolo però si confonde tra la numerosa schiera di titoli per Virtual Console e, sicuramente, finisce relegato tra le seconde scelte. Se Streets of Rage e Final Fight non hanno più segreti per voi allora potreste trovare una discreta alternativa in Burning Fight; avrete tra le mani un prodotto solido e discretamente divertente ma al tempo stesso privo di veri punti di forza e che probabilmente finirà presto nel dimenticatoio (o nella memoria della vostra scheda SD). Il titolo, inoltre, dovrebbe essere contenuto nella raccolta SNK Arcade Classics Volume 1 attesa in Europa per fine anno, per cui fate i vostri conti.

Voto Recensione di Burning Fight - Recensione


6.6