Recensione

BlackSoul

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a cura di Francesco Ursino

Uno dei leitmotiv videoludici più in voga negli ultimi tempi, sia tra gli appassionati che tra gli addetti ai lavori, riguarda il genere del survival horror: con un moto crescente del solito adagio “una volta si stava meglio”, spesso si rimpiangono i tempi in cui i primi Silent Hill e Resident Evil riuscivano a catturare il giocatore con figure diventate vere e proprie icone dei videogiochi, come le infermiere senza volto e il terribile Nemesis.Le speranze di tornare ad avere un survival horror come si deve, almeno per il futuro, sono legate, tra gli altri, alla creatività un po’ malata di Shinji Mikami e del prossimo The Evil Within, ma nell’immediato gli appassionati del genere potrebbero aver trovato un’interessante alternativa ai classici della vecchia scuola; parliamo di BlackSoul, produzione PC tutta italiana sviluppata da XeniosVision e al momento presente in offerta su Desura a € 1,99 (il prezzo non scontato è di € 7,99). Scopriamone le caratteristiche più interessanti.

Un luogo non proprio ospitaleSiamo nella buia e piovosa campagna inglese, nel 1972: una giornalista, chiamata Ava, è alla ricerca di spiegazioni relative agli strani fenomeni che stanno turbando la vita di una piccola cittadina. Ignara dei pericoli, la nostra farà ben presto un incontro ravvicinato con quelli che una volta erano gli abitanti dei villaggi vicini: questi, infatti, sono stati trasformati in ”killer psicotici” (ovvero dei classici zombie) da una infezione sconosciuta. L’obiettivo, evidentemente, sarà quello di sopravvivere nell’area infetta e cercare la verità su cosa sia veramente successo, ma in questo compito Ava non sarà sola: il primo personaggio a venire a contatto col giocatore, in effetti, sarà il fratello di questa, Sean. Venuto a sapere delle vicende in cui si è cacciata la sorella, il nostro partirà alla ricerca della stessa. Sono queste, dunque, le premesse narrative su cui si basa BlackSoul, survival horror che fa di tutto per ricordare i classici di qualche tempo fa. A fasi di esplorazione degli ambienti e scontri con i nemici, difatti, si alterna la risoluzione di enigmi di stampo logico. Dal punto di vista del plot, in buona sostanza, ci troviamo davanti a un impianto semplice e classico, tutto sommato sufficiente e godibile per tutte le dieci, undici ore di gioco: così come avremo modo di dire di seguito, non è di certo la narrativa il punto debole del titolo, che purtroppo fa registrare tante mancanze nel gameplay e nel comparto tecnico.

Cambi di prospettivaPonendosi al giocatore come un survival horror che vuole rifarsi agli antichi fasti del genere, BlackSoul propone un’esperienza a inquadrature dinamiche (un po’ alla Silent Hill, tanto per intenderci), che seguono il giocatore nei vari spostamenti. La sensazione di essere davanti a una sorta di omaggio al primo Resident Evil è presente, sia nel bene che nel male. Uno dei primi problemi, a questo proposito, riguarderà proprio gli spostamenti dei due protagonisti principali, entrambi impersonabili e decisamente macchinosi e difficili da padroneggiare. Specie all’inizio, si passerà del tempo a capire il giusto modo di direzionare il proprio personaggio negli ambienti tridimensionali proposti. Se a ciò si aggiunge il cambiamento di inquadratura tra un ambiente e l’altro, spesso un po’ disorientante, si comprende come la fase di esplorazione del titolo risulti macchinosa. Tutto questo, in ultima analisi, tende a creare una sorta di effetto valanga: una difficile esplorazione degli ambienti andrà a inficiare le due attività principali proposte dal titolo, rappresentate dalla risoluzione di enigmi e dalla lotta contro i mostruosi zombie.Parlando del primo aspetto, c’è da dire che BlackSoul proporrà una sfida tutto sommato dura e stimolante: così come dichiarato dagli sviluppatori, il gioco non sarà solo un susseguirsi di sparatorie e scontri all’arma bianca, ma conterrà anche puzzle ed enigmi da risolvere. Si può comprendere tutto ciò dopo pochi minuti di gioco, quando ci si ritroverà davanti a un enigma basato sulla giusta disposizione dei pianeti del sistema solare in una struttura semovibile. E’ interessante sottolineare come in questi frangenti il titolo verrà sì in aiuto del giocatore, ma sempre in modo discreto: alcune volte, ad esempio, si ritroveranno in giro per gli ambienti alcune istruzioni su come superare gli enigmi logici, ma anche con questo supporto alcuni puzzle saranno comunque abbastanza ostici, forse in alcune occasioni addirittura un po’ troppo cervellotici. Si spiega anche così l’introduzione di un inventario, abbastanza articolato e ben strutturato, che consente di raccogliere oggetti sparsi per le varie ambientazioni e buoni per superare i vari enigmi.

A ben vedere, questi elementi contribuiscono dunque a spezzare un po’ l’esperienza di gioco, che purtroppo non si rivela così sufficiente nell’altra attività principale proposta da BlackSoul, ovvero gli scontri con i nemici. Il problema iniziale, anche qua, discende dall’accoppiata formata dal sistema di controllo e dalle inquadrature dinamiche: con queste premesse, le fasi di combattimento diventano difficilmente godibili, anche perché gli stessi zombie, sebbene presenti in due tipologie differenti (una più forte e lenta, l’altra più veloce), avranno un comportamento prevedibile. Una volta avvistato il giocatore, questi si dirigeranno su di lui, intenzionati a fargli la festa, e tutto quello che si dovrà fare sarà o scappare o affrontare la minaccia con un’arma bianca o da fuoco; a questo proposito, c’è da dire che le munizioni, tra le altre cose, in linea con la tradizione del genere saranno presenti in misura esigua, quindi non sempre il conflitto a fuoco sarà l’idea migliore.La magagna di queste fasi di gioco risiede nel fatto che, ancora una volta, i movimenti così legnosi dei protagonisti renderanno assai arduo compiere azioni veloci o precise: anche il semplice muoversi tra le varie locazioni mentre si è inseguiti da un nemico, ad esempio, spesso risulterà una manovra un po’ complicata (anche perché, al cambio di ogni stanza, partirà un breve caricamento che spesso spezzerà il ritmo). C’è da dire però che una volta che uno zombie approccerà il giocatore, l’esito potrebbe non per forza prevedere la morte del personaggio: basterà anche una ferita superficiale a infettare il protagonista impersonato, con alcune conseguenze interessanti come una certa lentezza e perdita di precisione con le armi.Ricapitolando, se le dinamiche di gioco citate potevano andar bene sui classici per PsOne, è pur vero che in una produzione odierna, per quanto di nicchia e dal budget non elevato, sarebbe auspicabile un minimo di dinamicità maggiore. Tutti gli elementi citati, in ogni caso, portano alla fine alla colpa maggiore del titolo: il non spaventare. In un survival horror la sensazione di essere costantemente in pericolo dovrebbe essere evidente, ma in BlackSoul questo accade assai di rado a causa, soprattutto, del comportamento dei nemici, che non regaleranno mai momenti capaci di far saltare sulla sedia.

Una configurazione problematicaParlando dell’aspetto tecnico di BlackSoul, il primo elemento che salta agli occhi è senza dubbio l’aspetto datato della produzione. Il titolo, basato sull’S2ENGINE HD, trasmette questa sensazione attraverso tutte le componenti grafiche: a partire dalle ambientazioni, per finire ai personaggi e ai mostruosi zombie, la presenza di texture spalmate e modelli tridimensionali scarsamente definiti sarà imperante. Va sottolineato, in ogni caso, lo sforzo nel level design, visto che le ambientazioni che i personaggi si ritroveranno a girovagare corrispondono a quelle della clinica Marcigliana di Roma, un ospedale psichiatrico della capitale abbandonato da decenni, che ha fornito di sicuro una buona ispirazione per le vicende narrate.

Oltre questo, è giusto sottolineare che il titolo, al momento, ha delle difficoltà abbastanza evidenti di fruizione su Windows 8, soprattutto per quanto riguarda la scelta della risoluzione; chi possiede l’ultima versione del sistema operativo di casa Microsoft, infatti, potrà avere qualche difficoltà a selezionare la risoluzione corretta, e potrebbe ritrovarsi a giocare in fullscreen a 640 x 480, con conseguenti linee di testo incomprensibili. In un gioco in cui l’intera narrazione si basa sui sottotitoli, si comprende come questo inconveniente possa far desistere dal continuare a giocare. Per la verità, queste problematiche tecniche sono riconosciute e in qualche modo sottolineate dagli sviluppatori, che difatti hanno ribadito che i i sistemi operativi ufficialmente supportati dal titolo sono esclusivamente Windows XP, Windows Vista e Windows 7. Anche su quest’ultima versione dell’ambiente operativo Microsoft, in ogni caso, potrebbero presentarsi problemi legati alle risoluzioni: la soluzione, secondo quanto detto dagli stessi sviluppatori, sarebbe quella di lanciare l’eseguibile di configurazione del titolo, così come il titolo stesso, con i privilegi di amministratore.Per ultimo, è giusto concedere qualche riga al discreto comparto audio, di sicuro una delle note migliori della produzione: le musiche di sottofondo sono infatti di buona fattura e tendono a creare l’atmosfera giusta per un survival horror. Peccato che, spesso e volentieri, il bell’accompagnamento non seguirà quanto accade su schermo, e così ci si potrebbe ritrovare all’apice della tensione musicale mentre invece si sta solo cercando di capire come funziona un enigma. A parte questo, la colonna sonora di BlackSoul riesce senza dubbio a segnalarsi come uno dei fattori distintivi della produzione.

HARDWARE

BlackSoul è disponibile solo su PC Windows: così come indicato nella recensione, l’unica problematica legata all’hardware è quella relativa alla configurazione della risoluzione su Windows 8 e, in misura minore, su Windows 7. In ogni caso, avviare l’eseguibile del titolo e l’utilità di configurazione con privilegi di amministratore dovrebbe risolvere i problemi.

– Narrativa sufficiente

– Un buon accompagnamento audio

– Enigmi impegnativi…

– …a volte forse anche troppo

– Sistema di controllo legnoso

– Problemi nel comparto tecnico e aspetto datato

– Non crea la giusta tensione horror

5.0

Mettiamola così: Blacksoul è un gioco vecchia maniera, nel bene e nel male. Da una parte, infatti, troviamo una sfida dal livello di difficoltà che vira verso l’alto, con enigmi stimolanti e duri da risolvere (a volte forse anche troppo), una storia sufficiente e un accompagnamento audio positivo. D’altro canto, il titolo mostra carenze in tanti aspetti di gameplay e nel comparto tecnico, che vanno dal sistema di movimenti e telecamere dinamiche, al comparto grafico datato. Il difetto maggiore, però, è da ricercarsi nella scarsa tensione suscitata dagli scontri con gli zombie, che difficilmente riusciranno a regalare emozioni e salti sulla sedia.

La produzione XeniosVision, dunque, potrebbe interessare i patiti dei survival horror vecchia maniera, e di certo potrebbe rivelarsi una buona base per i prossimi progetti dello stesso sviluppatore italiano; per tutti gli altri giocatori che cercano emozioni forti da un titolo indie, invece, il consiglio migliore al momento sembra essere quello di guardare altrove.

Voto Recensione di BlackSoul - Recensione


5