Recensione

Age Of Empires III: War Chiefs

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a cura di Rasta

Expansion PackA distanza di circa un anno dall’uscita di Age of Empires III, la Microsoft lancia sul mercato la tradizionale espansione per il terzo episodio del loro storico Age of Empires, che quasi dieci anni fa rivoluzionò il mondo videoludico PC, inventando di fatto la strategia in tempo reale. Il concept di questa espansione continua la saga della famiglia Black del prequel, immergendosi nella rivoluzione americana e soprattutto ponendo al centro del gioco tre civiltà di nativi americani. La prima cosa che salta all’occhio, prima ancora di entrare in contatto con questo expansion-pack è il prezzo (che si aggira tra i 30 e i 40 euro), decisamente elevato rispetto alla media degli add-on: tale costo è giustificato dalla qualità e l’innovazione del prodotto? Scopriamolo insieme…

The War ChiefsLe espansioni che hanno fatto storia (i primi tre nomi che mi saltano in mente sono Warcraft III: The Frozen Throne, Diablo II: Lord of Destruction, Age of Empires II: The Conquerors), hanno avuto il merito di introdurre aggiunte ed innovazioni nel prequel, di offrire quantità e qualità in termini di gioco addizionale e di mantenere intatto il feeling creato dal gioco base. Vediamo innanzitutto quali sono le novità introdotte da questa espansione di Age of Empires III.• Nuove civiltà: alle nazioni europee che si davano battaglia per il predominio sul Nuovo Mondo del prequel, The War Chiefs aggiunge tre nuove civiltà, questa volta costituite da popoli nativi americani. Gli Irochesi si distinguono per la capacità di sfruttare le tecnologie europee, sono equipaggiati con artiglieria e armi da assedio e sono in grado di portare assalti lenti ma potenti. I Sioux, invece, hanno grande abilità nell’allevare e addestrare i cavalli, e anche la loro forza militare si basa sulla cavalleria, rendendo i loro attacchi rapidi ed efficaci. Infine, gli Aztechi hanno un’organizzazione sociale completamente differente e il loro punto di forza sul campo di battaglia è la potentissima fanteria, che vanta preziose truppe d’elite. Le tre nuove civiltà sono ottimamente equilibrate e caratterizzate, il sapiente bilanciamento di punti di forza e punti deboli consente di avere esperienze ludiche nettamente differenti a seconda della civiltà che utilizzeremo.• Capi Guerrieri e Falò: nel contesto delle nazioni europee del prequel, maggiormente sviluppate dal punto di vista militare, le nuove civiltà dell’espansione soffrono di una netta inferiorità che i programmatori hanno pensato di mitigare attraverso l’introduzione di due elementi, caratteristici unicamente dei popoli nativi. I Capi Guerrieri che danno il titolo all’add-on sono una sorta di eroi addizionali, che avremo a disposizione all’inizio di ogni partita (mentre le nazioni europee cominciano con un esploratore semplice), dalle grandi capacità combattive e dalle abilità speciali passive (ad es. aumento delle capacità offensive delle unità circostanti) e attive (ad es. conversione delle unità nemiche): rappresentano un indubbio vantaggio e se impiegati opportunamente possono costituire la chiave per ribaltare le sorti di una battaglia. Il Falò, invece, è una nuova struttura edificabile che possiamo popolare con gli abitanti del nostro villaggio, i quali eseguiranno danze cerimoniali intorno al fuoco dai diversi scopi propiziatori: ad esempio la Danza dei Tributi aumenta la velocità di accumulo dell’esperienza, mentre la Danza di Allarme genera guerrieri. L’efficacia delle danze è proporzionale al numero di abitanti coinvolti, dunque sarà nostro compito decidere quanti abitanti far danzare e di quale scopo propiziatorio usufruire: va da sé che questo aspetto, usato con oculatezza in base alla fase di gioco che stiamo giocando (sviluppo o battaglia), può fare la differenza. Ovviamente queste aggiunte non colmano le discrepanze nel realismo delle battaglie, infatti non bastano da sole a giustificare come possano archi e frecce avere la meglio su fucili e artiglieria pesante, ma ai fini dell’equilibrio ludico sono estremamente efficaci, e questo può bastare. • Nuova Campagna: precisiamo subito che nella modalità Campagna incontreremo soltanto Irochesi e Sioux, mentre gli Aztechi saranno disponibili solo per le modalità Schermaglia o Multiplayer. Infatti, ai tre atti della Campagna del prequel, questa espansione ne affianca solo altri due, ed è un vero peccato perché un ulteriore atto incentrato sugli Aztechi avrebbe giovato al prodotto finale. La Campagna prosegue la storia della famiglia Black (e con essa quella della Rivoluzione Americana) con altre due generazioni: nel primo atto, assieme a Nathaniel Black conosceremo gli Irochesi e affiancheremo nientemeno che il generale George Washington, rivivendo anche alcuni momenti chiave della storia americana, mentre nel secondo atto, con Chayton Black conosceremo i Sioux e il nostro cammino si incrocerà con quello del Generale Custer.• Rivoluzione: i programmatori non hanno trascurato i popoli europei del prequel, ai quali hanno riservato due attenzioni. Innanzitutto l’aggiunta di alcune unità (Artiglieria a cavallo, Spia, Petardo) e la possibilità di reclutare nuovi tipi di mercenari nel Saloon. Ma la caratteristica più interessante che riguarda le civiltà europee è la Rivoluzione, opzione attivabile solo al raggiungimento della quarta età, e che converte il normale andamento di gioco in guerra totale: infatti avviata la rivoluzione, la bandiera della nostra città cambia per indicare la nuova nazione indipendente nascente, gli abitanti interrompono la raccolta di risorse per formare la milizia coloniale e la città madre non invia più risorse, ma unicamente unità militari. Ovviamente, questa modalità rappresenta un’accelerazione bellica che sacrifica lo sviluppo, quindi è un’arma a doppio taglio: da un lato possiamo usufruire di una potenza militare superiore per risolvere la partita, ma dall’altro possiamo rischiare la disfatta irreversibile, visto che non possiamo più incrementare il nostro sviluppo. In ogni caso, la Rivoluzione rappresenta una delle innovazioni più interessanti di questa espansione.

ConfermeThe War Chiefs, nonostante le nuove caratteristiche fin qui analizzate, conferma “in toto” il gameplay di Age of Empires III, dunque all’impianto classico degli RTS, troveremo affiancati aspetti come la Città Madre, convertita in Consiglio Tribale per Irochesi e Sioux, mentre per gli Aztechi è rappresentata dalla storica capitale Tenochititlàn. Nonostante la conversione, la funzione del consiglio tribale è sostanzialmente identica: l’accumulo di esperienza durante il gioco, consente l’invio dalle capitali europee di risorse e unità, che potremo scegliere da un mazzo di 20 carte. Avanzando nel gioco, potremo guadagnare nuove carte e quindi comporre mazzi specifici (e più opportuni) per le diverse missioni.

TecnicaTrattandosi di un’espansione, il gioco eredita ovviamente il comparto tecnico del prequel. A distanza di quasi un anno, il motore grafico non ha perso nulla del suo appeal, riesce ancora a sbalordire, e continua a rappresentare il punto di riferimento indiscusso per la categoria. In particolare, gli scenari naturali sono sempre meravigliosi e dettagliatissimi, l’implementazione dell’acqua è ancora tra le più realistiche mai viste in campo videoludico, il sistema di luci dinamiche, ombre e riflessi è al top e il realismo di esplosioni e demolizioni è garantito dall’uso del noto motore Havoc. Nonostante una lieve ottimizzazione del motore grafico, che gestisce con maggiore fluidità le fasi più concitate, permangono gli aspetti meno convincenti del comparto grafico: l’Havoc è utilizzato solo per fini puramente estetici, senza effetti concreti sul campo di battaglia, i modelli delle unità sono ancora un po’ ancorati alla vecchia concezione grafica e poco amalgamati rispetto all’eccezionale background. Aspetti che, comunque, non inficiano la qualità assoluta dell’engine grafico. Per quanto riguarda il comparto audio, l’eccezionalità del prequel è qui confermata senza riserva alcuna.

Qual’è il destino degli RTS degli Ensemble Studios?Prima di lasciarvi al commento finale, vorrei condividere con voi una riflessione. Age of Empires ha inventato un genere, che è diventato ben presto uno dei capisaldi dell’industria videoludica per PC; con Age of Empires II: The Conquerors il gameplay codificato dagli Ensemble Studios ha raggiunto un equilibrio, una profondità e una perfezione senza precedenti. Era lecito aspettarsi tanto dal terzo capitolo di questa mitica saga, ma dobbiamo rilevare che, dopo l’iniziale entusiasmo, sul lungo termine siamo rimasti un po’ amareggiati. La principale ragione è da ricercare nell’eccessiva semplificazione del gameplay: spariti completamente i comandi per la formazione e per l’atteggiamento (non è possibile neanche più mettere in pattuglia una truppa), la meccanica di gioco ha perso molto in termini di complessità e di strategia pura. Le missioni di gioco hanno guadagnato in varietà, ma il fattore sfida è stato penalizzato da un’eccessiva semplicità, che se da un lato favorisce i neofiti e gli amanti dell’azione frenetica, dall’altro finirà col deludere gli amanti degli RTS dal palato fine. Volendo trovare anche altri aspetti migliorabili, possiamo segnalare la dimensione delle mappe, decisamente troppo piccole rispetto alla media degli altri titoli, e la varietà di unità disponibili per ogni civiltà che, nonostante tutto, non è molto numerosa. L’espansione The War Chiefs conferma questo trend, e ci chiediamo se i futuri RTS di casa Ensemble continueranno nella direzione di maggiore fruibilità e spettacolarità (a discapito della profondità strategica) o se c’è speranza di poter giocare nuovamente con una meccanica di gioco appagante come quella dello storico Age of Empires II. La risposta a questo quesito potremo averla solo quando arriverà Age of Empires IV.

HARDWARE

L’hardware necessario a fruire della grandiosità scenica del comparto grafico, dopo un anno sembra più accessibile. Inoltre gli Ensemble Studios (che per questo vanno apprezzati) hanno fornito il gioco di un motore grafico dalle opzioni in parte automatizzate e altamente scalabili. Installato il gioco, il programma provvederà ad analizzare il sistema e la scheda grafica, settando in automatico l’impostazione ottimale e facendo scomparire le opzioni non manipolabili dal vostro hardware. Queste caratteristiche permettono al gioco di girare sulla maggior parte dei PC, purché soddisfino almeno queste specifiche minime:– Windows® XP– Processore 1.4 Ghz – 256 MB RAM– 2.0 GB di spazio su hard disk– CD-ROM 32x– Scheda video 64 MB con HT&L– Scheda audio– DirectX 9.0c

MULTIPLAYER

Age Of Empires III: The War Chiefs offre la possibilità di sfidare fino a 8 giocatori in carne ed ossa sia tramite rete locale LAN, sia tramite internet, utilizzando il server ESO (Ensemble Studios Online). Nelle partite in multiplayer potremo scegliere tra tre modalità: Classica (utilizza le regole di Age Of Empires III), Standard (analoga alla classica, ma consente il Monopolio commerciale, ovvero la vittoria attraverso il controllo di almeno la metà dei siti commerciali) e Trattato (analoga alla classica, ma con tregua armata iniziale di durata concordata tra i giocatori).

– Nuove civiltà e nuova campagna

– Tecnica superlativa

– Alcune innovazioni…

– …ma non abbastanza

– Strategia trascurata

– Prezzo

7.5

Cosa cercate in un RTS? Se avete apprezzato Age of Empires III, il suo meraviglioso comparto tecnico, il gameplay vario e frenetico, The War Chiefs merita tutta la vostra attenzione, perchè ne amplia la varietà, secondo la tradizione di qualità targata Ensemble Studios. Se invece cercate una profondità maggiore e il prequel non ha soddisfatto a suo tempo le vostre esigenze, sappiate che questa espansione non introduce nessuna inversione di rotta. In ultima analisi, il prezzo per questo add-on ci sembra decisamente elevato in rapporto alla proposta ludica, dunque tenete in conto anche questo fattore per un eventuale acquisto.

Voto Recensione di Age Of Empires III: War Chiefs - Recensione


7.5