Anteprima

Adrift

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a cura di LoreSka

Sono qui che galleggio nel mio barattolo di latta, lontano, sopra la Luna. La Terra è blu, e non c’è nulla che io possa fare
Queste parole, scritte da David Bowie in una delle più straordinarie canzoni del secolo scorso, mi sono saltate in mente di fronte a Adrift. Poco importa se la colonna sonora del gioco cercava di addolcirmi la pillola con il secondo movimento della Patetica di Beethoven: il senso di solitudine, di abbandono e di smarrimento era enorme. Perché Adrift è capace di trasformare la libertà in qualcosa di inquietante, creando un gioco di contrasti semplicemente straordinario.
Oculus AdRift
Adrift è definito dagli stessi sviluppatori una “First Person Experience”, un prodotto pensato per narrare una storia in prima persona, sfruttando in maniera importante la tecnologia della realtà virtuale offerta da Oculus Rift. Non ci è stato spiegato di che cosa tratti il gioco, né quali siano le cose in serbo per noi: tutto quello che sappiamo è che il nostro alter ego si trova all’interno di una navicella spaziale in orbita attorno alla Terra. Tra un modulo e l’altro della stazione vi è il vuoto, e il giocatore può spostarsi facendo uso della propria inerzia, raggiungendo un obiettivo lontano che non si sa a cosa ci porterà. L’interattività si riduce alla risoluzione di alcuni semplici puzzle, nonché all’esplorazione dell’ambiente circostante: l’esperienza sembra fortemente guidata, ma non per questo meno intensa.
Dopo pochi minuti passati a studiare l’ambiente circostante, lanciando qualche sguardo al pianeta azzurro sotto di noi, siamo stati colti da un profondo senso di angoscia: siamo soli in questo spazio, e se non fosse per le suadenti note del compositore tedesco che risuonano nelle nostre orecchie, il silenzio spaziale potrebbe prendere presto il sopravvento. La contemplazione si trasforma presto in ricerca, e poi in ossessione: dove sono gli altri? Cos’è successo alla nostra navicella? Per quale ragione stiamo viaggiando di modulo in modulo, esponendoci alle radiazioni solari e sfidando il vuoto, mentre viaggiamo a oltre 27.000 chilometri all’ora sopra la Terra?
Queste domande, purtroppo, non hanno avuto risposta nella prova a noi concessa: dopo appena 10 minuti siamo usciti dalla realtà virtuale e rientrati nel mondo reale, il tutto senza alcun senso di nausea o spaesamento. Da questo punto di vista, dobbiamo sottolineare ancora una volta la bontà del nuovo dev kit di Oculus Rift e, soprattutto, l’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori per adattare l’esperienza di Adrift a questo dispositivo. Non è cosa da poco, considerando che il gioco sarà compatibile anche con un normale PC, privo di Oculus.
Non solo una tech demo
Nonostante il gioco si trovi in un momento cruciale del proprio sviluppo, le potenzialità sono evidenti. Al momento gli sviluppatori stanno infatti cambiando il motore grafico del gioco, passando da Unity a Unreal Engine 4, che dovrebbe garantire una migliore resa grafica. Al momento il prodotto è gradevole, sebbene vi sia una certa semplificazione nei modelli e qualche limite agli effetti: il passaggio a Unreal Engine dovrebbe fugare ogni perplessità e garantire una migliore resa grafica.
La sensazione è che gli sviluppatori di Adrift siano sulla strada giusta: il gioco non è, appunto, “un gioco” ma un’esperienza creata appositamente per la realtà virtuale, con alcune caratteristiche proprie dei videogame e tanti, tantissimi elementi presi in prestito da altri media audiovisivi. Di conseguenza, siamo piuttosto curiosi di sapere come si evolverà questo progetto, e se riuscirà a replicare per la sua intera durata quel crocevia di emozioni provato all’E3, che ci ha lasciati con un bel feeling ma che, al contempo, ha sollevato numerose domande.

Adrift è un titolo che, probabilmente, trarrà enorme beneficio dalla realtà virtuale e che, probabilmente, saprà dimostrarci se questa innovazione tecnica saprà aggiungere un ulteriore tassello alla storia dei videogame, creando qualcosa che si spinge ai limiti del medium, fino ad allargarlo. La curiosità è tanta: speriamo che lo sviluppo possa continuare per il meglio e che, con l’arrivo di Oculus sul mercato, il gioco possa offrirci un’intensa esperienza.