Adi Shankar, intervista al producer della serie dedicata a Castlevania

Avatar

a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

La serie Netflix dedicata a Castlevania (se non l’avete letta, a questo indirizzo trovate la nostra recensione) è sicuramente una delle sorprese che il popolo di videogiocatori ha ricevuto quest’anno. La prima stagione dedicata alle gesta dell’ultimo discendente della famiglia di ammazzavampiri Belmont è infatti sorprendente riuscita e ricca di spunti interessanti, nonché molto fedele ai primi capitoli della serie a 8-bit.

In attesa del ritorno di Dracula, previsto per il prossimo anno, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Adi Shankar, producer di questa prima stagione di Castlevania nonché della prossima serie animata dedicata all’altrettanto celebre Assassin’s Creed.

Perché proprio Castlevania? Cosa ti ha spinto a scegliere la leggendaria saga di vampiri targata Konami come primo progetto da portare sulla piattaforma Netflix?

Perche sono un grandissimo fan di Castelvania da sempre! Symphony of the Night mi ha permesso di tornare ad occuparmi del franchise durante l’era PSOne e credo che Soma Cruz sia in assoluto uno dei personaggi meglio riusciti e piu avvincenti dei videogames moderni. Amo la moltitudine di generazioni di personaggi sviluppatisi nel corso del tempo. Lavorare con Netflix è al momento di gran lunga l`esperienza piu bella che ho avuto da quando ho iniziato a lavorare ad Hollywood.

La prima stagione sembra essere un ideale prologo a qualcosa che verrà: come avete intenzione di strutturare la seconda stagione? Qualcosa più vicino a “Symphony of the Night” piuttosto che ai capitoli classici?

Hai detto bene: la prima stagione di Castlevania e un perfetto prologo alla seconda. I nostri eroi si sono uniti e hanno il comune intento di sconfiggere Dracula e il suo esercito di creature notturne.Ne vedrete delle belle, potete starne certi.

Nel DNA di Castlevania vi sono tracce di Ninja Scroll e Vampire Hunter D. Pensi che il pubblico di oggi sia davvero affamato di serie adulte e mature? E’ forse giunta l’ora di mettere da parte i buoni sentimenti?Sì, credo che ci sia da sempre un pubblico che apprezza una serie di questo genere. Crescendo ad Hong Kong ho subito l`influenza di Ninja Scroll e Vampire Hunter D fin da piccolo e sono rimasto assai sorpreso quando ho scoperto che show e OAV del genere non esistevano negli Stati Uniti. Netflix ha creduto in noi e ci ha permesso di creare uno show per questo pubblico e non posso davvero esprimere a parole quanto si sia rivelato essenziale collaborare con questa piattaforma.

I Videogiochi e il cinema spesso ha portato a veri e propri disastri. Quale pensi sia la causa principale di questi continui fallimenti?

Per me chi ha realizzato quegli adattamenti non era fan dei videogames. Erano imprenditori che volevano far leva su un brand famoso ma senza avere la minima consapevolezza di che cosa aveva reso quella serie cosi popolare.

Hai più volte espresso il desiderio di avvicinarti anche ad altre serie di videogiochi da convertire sul piccolo schermo. Qual è il tuo sogno che speri si realizzi al più presto?

Ho così tante idee in testa che non basterebbe una vita a realizzarle tutte. Ad ogni modo, mi piacerebbe molto una serie dedicata a Metroid con protagonista la tenace Samus Aran. Al momento, però, preferisco concentrami solo ed esclusivamente ai progetti in cantiere.

Oltre alla seconda stagione di Castlevania, stai preparando anche la prima serie dedicata ad Assassin’s Creed: quale sarà l’approccio che adotterete per questo nuovo e interessante progetto? Qualcosa di simile a quanto visto con le avventure di “Trevor Belmont”?

Al momento l’unica cosa che posso dire è che ne sono davvero entusiasta e credo prorpio che renderò giustizia alla serie di videogiochi targata Ubisoft. Esattamente come ho fatto con quella targata Konami!

Adi Shankar è riuscito a dare nuova linfa vitale alle opere ispirate ai videogiochi, da sempre croce e delizia per gli appassionati, sperando che sia la seconda stagione di Castlevania che l’atteso debutto di Assassin’s Creed – entrambi targati Netflix – siano all’altezza delle aspettative. Le basi, come confermato dallo stesso Shankar, sono quanto di meglio si possa chiedere al momento.