Recensione

12 is Better Than 6

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a cura di Doctor.Oz

È selvaggio il West che vi si pone di fronte: spietato, scurrile, dove una pallottola vagante può decretare la sottile differenza tra la vita – la vostra – e la morte di chi vi sta davanti. Un ambiente crudele, ammantato di una legge spesso iniqua, in cui il più forte vince sempre, soprattutto sui deboli di cuore, sui pavidi che preferiscono scappare di fronte ad un duello e su quelli lenti ad estrarre. 12 is Better Than 6 è un dinamico top down shooter che fa spudoratamente il verso ad un altro mostro sacro del genere, Hotline Miami. Lasciate perdere però le lisergiche ambientazioni retrò Anni ’80, questa volta si viaggia alla volta di un Selvaggio West riprodotto in una veste grafica sognante ed evocativa, interamente disegnata a mano, e pronto a mettere a dura prova i vostri riflessi ed la vostra scaltrezza. Rude, tattico e frenetico, nato come progetto Kickstarter, la creatura di Ink Stains Games ci ha messo solo quattro giorni a convincere la community di Steam: difatti, tale è stato il tempo per raccogliere su Greenlight la somma richiesta per lo sviluppo. Se non avete mai sentito parlare di questo gioco e queste righe vi hanno incuriosito, non vi resta che mettervi comodi in poltrona, gringos: accendete lo stereo, mettete su qualche bella colonna sonora del Maestro Morricone e rilassatevi finché potete, perché presto cominceranno a fischiare dappertutto pallottole.
Il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi.
1873, Terra di Frontiera. Un luogo imprecisato tra Messico e Texas. Un uomo si risveglia dopo aver perso i sensi e non ricorda nulla della sua vita precedente. Vicino a lui, un sombrero ed una pistola sporca di sangue. Raccoglie quest’ultima, la imbraccia e capisce che sa sparare. E sa farlo anche bene. Questo è l’incipit di una storia che ha tutte le carte in regola per essere degna di una sceneggiatura tarantiniana. E invece no, è la nuova fatica di Ink Stains Games che mette in moto una storia in cui impersonerete il Messicano, un uomo senza passato chiamato così per i suoi lineamenti marcati del Sud. Nessuno sa chi sia; neppure lui stesso, che ha perso la memoria. Per scoprirlo bisognerà andare avanti e “vivere” tutti i livelli che si dispiegheranno uno dopo l’altro di fronte a voi, lungo i cinque atti di cui è composto il gioco. Le circa sei ore che ci vorranno per avere la meglio su fuorilegge, sceriffi corrotti, soldati di frontiera e quant’altro, saranno più che sufficienti per terminare il gioco e capire chi sia il nostro misterioso protagonista. Se poi una volta finita la storia avrete ancora voglia di giocarci, non vi preoccupate: esiste una modalità Arena in cui bisognerà tenere testa ad una moltitudine di nemici sperando di resistere il più possibile per accumulare un sostanzioso bottino in punti da sfoggiare in classifica.

-:“Conto sei colpi”.  -:“Io conto due pistole”
12 is Better Than 6 è un tipico top down shooter con visuale dall’alto che, senza nascondersi troppo, rifà il verso e ricalca il gameplay pressoché prefetto di un mostro sacro del genere, e cioè Hotline Miami. Ma quello dei ragazzi di Ink Staind Games è più un omaggio duro e puro che una copia riprodotta alla bell’e meglio, e il perché è presto detto. Seppur i movimenti e le sezioni di shooting siano apparentemente simili, 12 is Better Than 6 si discosta dal suo ispiratore per delle meccaniche di shooting e di superamento di livelli totalmente nuove, che non neghiamo di aver amato alla follia. Partiamo da quelli che adorano sparare a tutto ciò che si muove: dimenticate copiosi caricatori da svuotare su incauti nemici, qui le pallottole sono contante tante quelle che entrano nel cinturone del nostro amato Messicano (dunque circa una decina ad arma) e che dovrete saper centellinare durante scontri a fuoco. In più, elemento che per i fan di fan di lunga data del genere western non passerà in cavalleria, c’è da considerare la seria volontà degli sviluppatori di ricreare le sparatorie nel modo più veritiero possibile. ci spieghiam meglio. Ogni arma che imbraccerete, una letale Remington a sei colpi oppure un rapido e preciso Winchester, per poter farla sparare avrà bisogno che ne armiate il cane e che poi ne premiate il grilletto. E cioè, tradotto nella vita del gamer moderno armato di mouse e tastiera, significherà premere il bottone destro del mouse per armare il cane e premere quello sinistro per sparare. Va da sé che nel caso fossimo circondati da nemici abbastanza vogliosi di farci la pelle e far spolpare la nostra carcassa dagli avvoltoi, le pallottole andranno dosate e la mira presa con molta cura. Metteteci inoltre che i tempi di ricarica sono verosimilmente lenti e che le armi possono contenere al massimo una manciata di colpi, ed ecco che avrete un perfetto mezzogiorno di fuoco in salsa videoludica. Proprio per rendere il gameplay più tattico e più simile alle tante sparatorie che da sempre popolano l’immaginario moderno, la scelta degli sviluppatori è stata quella di includere dei ripari d’occasione dietro i quali potersi nascondere, come mobili o tavoli ribaltati. Altra novità in un gameplay solo all’apparenza già visto, è un letale coltello, sempre in dotazione come arma secondaria del nostro gringo baffuto. In molti livelli (addirittura tutti, a detta degli sviluppatori) si potrà passare tra le linee nemiche indisturbati, facendoci strada a letali colpi di coltello qui e lì. Insomma, un’aggiunta che pone il gioco sotto un’ottica da gioco stealth puro, che aggiunge non poca adrenalina al tutto, soprattutto quando sarete costretti a sgattaiolare silenziosamente tra guardie e fuorilegge addormentati vicino a un fuoco da bivacco. Peccato per la difficoltà intrinseca che si verrà a creare nei momenti più concitati, dovuta purtroppo ad una mappatura dei tasti su tastiera veramente poco felice. Il tasto di ricarica, di switch delle armi e di raccolta degli oggetti (tre in tutto) debbono essere usati spesso in contemporanea anche con i tasti di movimento, anch’essi presenti sulla tastiera, e quelli di puntamento assegnati al mouse, rendendo le sparatorie non solo cruente ma a rischio di intreccio dita. Al momento la possibilità di giocare con il pad e di rendere la vita migliore ai nostri pollici non è presente, ma gli sviluppatori hanno garantito che ci stanno lavorando. Loro stessi, a seguito dei feedback della community, si sono accorti che in alcuni livelli avanzati del gioco, con molti nemici a schermo, tante bocche da fuoco a sparare tutte assieme e ai pochi proiettili gestibili, la scelta di avviare una sparatoria renderebbe quasi impossibile la riuscita del livello. Certo, vi è sempre la soluzione stealth, ma volete paragonarla con un bel bagno di sangue alle porte di un saloon?
Mi piace come muori
Se 12 is Better Than 6 rimarrà nei cuori di più di qualcuno, sarà sia per il gameplay che riesce ad evocare appieno lo spirito delle sparatorie da saloon, sia per la veste grafica ed il sonoro indimenticabili. Come detto in apertura, ciò che ha fatto fin da subito la fortuna su Kickstarter di questo prodotto indie, è stata la direzione artistica, sotto tutti i punti di vista fuori scala per un prodotto piccolo e poco conosciuto. Partendo dalla grafica, sappiate che essa è stata implementata tramite l’uso massivo dei disegni realizzati a mano, sketch dopo sketch, solo in seguito animati. Spesso e volentieri ci siamo soffermati ad ammirare tutti i dettagli di una mappa ricreata palmo a palmo, dalle mosche che svolazzano vicino alle latrine, ai dollari (reperibili per aumentare il punteggio a fine partita) lasciati incustoditi dopo una bella strage sui tavoli da poker. Per non parlare della colonna sonora poi, che con i sui giri di chitarra a tratti sognanti, vivaci e talvolta epici, riesce a ricreare in pieno l’atmosfera dei più famosi film western da Sergio Leone a Tarantino, brani che si ispirano ai meravigliosi pezzi di Ennio Morricone ma riproposti in una chiave più moderna e leggera. A tutti gli effetti un piccolo miracolo artistico indie, che facilmente vi entrerà dentro e che probabilmente, se siete amanti del genere shooter con una particolare attitudine al western, difficilmente riuscirete a dimenticare in tempi brevi.

HARDWARE

MINIMI: OS: Windows Vista / Windows 7 / Windows 8.1 Processor: Intel Pentium 2.9 Ghz or equivalent Memory: 2048 MB RAM Graphics: 512 Mb DirectX 9 compatible video card with shader model 3.0 support DirectX: Version 9.0c Storage: 300 MB available space

– Direzione artistica magistrale

– Difficile ed impegnativo

– Shooter frenetico con una buona dose stealth

– Gameplay, a tratti, già visto

– Mappatura dei tasti da rivedere

8.0

Comparso quasi dal nulla, in quattro giorni lo shooter di Ink Staind Games ha saputo accendere l’ardore della community che ha creduto nel progetto e lo ha portato avanti dolcemente, mano nella mano, come un padre amorevole farebbe con un figlio piccolo e pieno di talento. 12 is Better Than 6 riesce a centrare tutti gli obiettivi che si era prefissato, andando anche al di là di ogni più rosea aspettativa. Questo è un top down shooter duro, difficile, appagante, che fa il verso ad Hotline Miami ma se ne discosta per un’ambientazione unica, crudele e talmente pulsante da riuscire a volte a togliere il fiato dalla bocca. Se siete fan degli shooter, ed in particolare siete cresciuti a pane, Remington a sei colpi e Selvaggio West, 12 is Better Than 6 non aspetta che voi, gringos.

Voto Recensione di 12 is Better Than 6 - Recensione


8