Il boom dei videogiochi in questo periodo non farà felici i produttori di console nel lungo corso

Secondo un'analisi degli esperti di GlobalData, nel lungo corso l'industria dei videogiochi soffrirà per le attuali incertezze – nonostante i boom di vendite di questo momento

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

I videogiochi stanno vivendo un periodo storico molto peculiare, in quello che doveva essere l’anno della next-gen, a causa dell’emergenza COVID-19 in corso. Abbiamo visto, ad esempio, un vero e proprio boom di vendite per diverse piattaforme, andate rapidamente esaurite, con anche il mercato dei software da gioco che – complici le raccomandazioni della OMS – sta vivendo numeri molto importanti.

Tuttavia, questa situazione, secondo gli esperti di mercato di GlobalData, potrà invece avere effetti molto negativi nel lungo corso, soprattutto sulle compagnie produttrici di console. Come segnalato dagli analisti, infatti, «l’immagine a medio e lungo termine potrebbe non essere rosea come quella attuale.»

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I motivi sono presto detti: come sappiamo, gli eventi ufficiali dove dovevano essere presentate le nuove console e i nuovi giochi sono saltati (basti pensare all’E3 e alla Gamescom, tra i tanti). Oltretutto, «la produzione di hardware e software è in ritardo, dozzine di tornei di eSport sono stati cancellati, posticipati o svolti a porte chiuse.»

Non è tutto, perché gli artigiani del videogioco stanno lavorando «al di sotto delle loro capacità» a causa del lockdown, «i fornitori di connessioni a banda larga faticano a star dietro alla domanda e molti sviluppatori indipendenti affrontano una minaccia per la loro stessa sussistenza.»

La situazione, insomma, anche nell’industria videoludica è molto spinosa – come denunciava il fatto che perfino un gigante come Sony abbia preferito rinviare un The Last of Us – Part II per non avventurarsi in un mercato dove, al momento, sui prodotti retail aleggia l’ombra di incognite difficili da dissipare.

Fonte: Comunicato stampa