Videogiochi: arte o industria? La risposta di Hideo Kojima

"Perché i giochi siano interattivi e forniscano divertimento, dev'esserci una realtà dove ci siano tante persone nel backstage che facciano succedere il tutto"

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a cura di Paolo Sirio

Ciclicamente si riaffaccia sulla scena globale il dilemma relativo alla natura intrinseca del videogioco, ritenuto da una parte arte e dall’altra mero business legato all’intrattenimento.

Al dibattito ha prestato la propria voce anche Hideo Kojima, game designer e director che più di tutti ha fatto della contaminazione tra gaming e cinema un’autentica ragione di vita.

“Stiamo facendo cose che sono interattive”, ha spiegato il creatore di Metal Gear e Death Stranding.

“Una banana dev’essere commestibile dopo che la sbucci. Le auto devono essere guidabili. Perché i giochi siano interattivi e forniscano divertimento, dev’esserci una realtà dove ci siano tante persone nel backstage che facciano succedere il tutto. Quelle siamo noi – una specie di industria di servizio guidata dall’arte”.

Insomma, come recita l’adagio, la verità sta nel mezzo, e d’altronde questa visione spiegherebbe la coesistenza di giochi esclusivamente narrativi e service game come Fortnite o Destiny. Qual è la vostra posizione sull’argomento?

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