Valve indagata dall'UE per geo-blocchi sui giochi a Steam, ma non ci sta

L'Unione Europea ritiene Valve (e altri) responsabile di blocchi geografici di videogiochi su Steam

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Inghippo legale per Valve, la compagnia proprietaria del catalogo digitale Steam, che nelle scorse ore è finita sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione Europea. Di recente, infatti, la Comunità ha sancito che non devono esserci blocchi geografici nel mercato dei beni digitali — cosa che a suo dire Valve, in accordo con publisher come Bandai Namco, Capcom, Focus Home Interactive, Koch Media e ZeniMax Media starebbe violando.

Secondo l’Unione Europea, la vendita di alcune chiavi di videogiochi per Steam sarebbe infatti limitata in base alla posizione geografica dell’utente. Secondo l’UE, insomma, se un italiano acquista il codice di un gioco a un prezzo minore perché su un sito che fa riferimento a un altro Paese viene venduto a meno (in base anche al suo mercato), non è giusto che questa key venga in qualche modo bloccata da Steam, poiché non deve essere possibile bloccare un prodotto in base alle frontiere geografiche sul mercato digitale. Questo, purché tutti gli Stati coinvolti nella transazione siano membri dell’Unione Europea.

steam

Valve, però, non ci sta: la compagnia ha fatto sapere con un comunicato ufficiale che solamente il 3% circa dei giochi Steam è colpito da blocchi regionali, che non hanno niente a che vedere con la politica dell’azienda. Questi blocchi, infatti, sarebbero dovuti alle pratiche dei rivenditori third party, che dovrebbero essere quindi il vero bersaglio dell’UE, secondo Valve stessa. Inoltre, la compagnia vuole anche sottolineare di aver abbandonato qualsiasi region locking su Steam già nel 2015, motivo per cui si ritene estranea alle accuse mosse dall’indagine dell’Unione Europea.

Vedremo come proseguirà la vicenda e se gli altri publisher coinvolti dalla Commissione forniranno un commento ufficiale sulla questione.

Fonte: SteamDB