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Recensione

Unavowed, la recensione di un’avventura grafica paranormale

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a cura di Francesco Ursino

Quando di parla di Wadjet Eye Games, e di Dave Gilbert, gli estimatori di avventure grafiche drizzano le antenne. E a ragione, diciamo noi, perché lo sviluppatore e publisher americano ha proposto negli anni titoli punta e clicca che analizziamo sempre con piacere. L’ultimo sforzo dello studio di New York, chiamato Unavowed, continua questa tradizione positiva e, anzi, raggiunge vette qualitative forse mai toccate prima, nemmeno con la serie Blackwell. Vediamo di spiegare il perché.

Sono posseduto, ma poteva andare peggioIl primo colpo di scena di Unavowed è legato a una sorta di componente ruolistica che dimostra perché l’avventura grafica in oggetto sia tutto fuorché un banale punta e clicca. A inizio partita, infatti, sceglieremo se giocare con un personaggio maschio o femmina, e determineremo il suo background. Si potrà optare tra un attore, un barista o un poliziotto, e questa decisione avrà riflessi su alcuni avvenimenti della trama. La scelta, come vedremo in seguito, è un elemento particolarmente presente in Unavowed, che fin dai primi istanti dimostra di saper mischiare in modo eccellente elementi appartenenti a generi diversi. Punta e clicca, avventura interattiva e gioco di ruolo si uniscono e supportano una storia in cui il giocatore, suo malgrado, nei primi istanti si ritrova alla mercé di due personaggi misteriosi. Una donna armata di spada, infatti, ci tiene fermi, mentre un tizio in cappotto e cappello muove un bastone magico e indirizza verso di noi i fulmini che imperversano nel cielo. Ma perché tutto ciò? In effetti il nostro personaggio non è proprio un santo: siamo stati posseduti da un demone, e le conseguenze delle nostre azioni sono drammatiche. I due figuri appena descritti non sono altro che due membri degli Unavowed, personaggi dotati di poteri ultraterreni che combattono le presenze demoniache che devastano New York e altre città di tutto il mondo. Parte da qui la storia del titolo Wadjet Eye Games, che proporrà colpi di scena, un intreccio che si lascia seguire con piacere, enigmi e tante decisioni. Prima di approfondire meglio questi temi, ci preme veramente sottolineare l’ottimo lavoro effettuato sulla caratterizzazione dei personaggi. Andando avanti nelle circa otto ore di cui si compone la storia, infatti, la squadra degli Unavowed si ingrandirà non solo con l’entrata del nostro personaggio, ma anche di altri due protagonisti. Ogni figura, a partire da quelle di Mandana ed Eli, i primi due membri del team, presentano una storia personale che il titolo avrà modo di illustrare in maniera rapida ma approfondita, e dobbiamo dire che una volta terminata la storia i nostri partner ci mancavano particolarmente. È una sensazione che abbiamo provato già in altre avventure dello sviluppatore americano, specie nella serie Blackwell, ma che in Unavowed si ripropone con una potenza maggiore a quelle anche di molte produzioni di altri generi, e di sicuro più quotate.

Un team affiatatoIniziamo l’analisi del gameplay con una considerazione: Unavowed è un gran gioco perché fa tante cose, le fa bene e nella giusta misura. Lo scopo del titolo, almeno inizialmente, è quello di dare la caccia al demone che si era impossessato del nostro personaggio. Per fare ciò, dovremo affrontare delle missioni proposte all’interno di uno schema rigido e strutturato. Inizia tutto nel quartier generale degli Unavowed, all’interno del quale verranno organizzati veri e propri briefing in cui verranno discussi i dettagli della missione che ci attende. Dopo di ciò i nostri prenderanno la metropolitana, e si dirigeranno verso il luogo di interesse. Se è presente più di una location, il giocatore potrà scegliere dove andare, ma prima di scendere dal proprio vagone sarà necessario portare con sé due membri del proprio team, uno dei quali deve essere obbligatoriamente Mandana o Eli. Qui dobbiamo fermarci per sottolineare la qualità del lavoro svolto dagli sviluppatori: ogni personaggio, infatti, presenta abilità e poteri specifici, motivo per il quale le varie situazioni di gioco possono essere affrontate diversamente a seconda dei compagni scelti per quella missione. Gli enigmi, infatti, sono pensati per essere risolvibili in vari modi, avvalendosi delle potenzialità del proprio party. Tutto ciò è possibile per via di due motivi ben precisi: la difficoltà dei puzzle e la grandezza delle ambientazioni. Possiamo dire che gli enigmi di Unavowed sono di difficoltà bassa, e non ci hanno mai dato di che pensare. Si tratta di sfide basate più che altro sulla giusta interazione tra oggetti e personaggi, mentre l’inventario non conterrà mai più di quattro, cinque elementi per volta. Tutto ciò non è necessariamente un male perché, come da tradizione Wadjet Eye Games, dà modo di godersi la storia e non rallenta il ritmo della narrazione. La grandezza degli ambienti, invece, è sempre molto circoscritta: ogni ambientazione che fa da sfondo alle missioni, infatti, non sarà mai più grande di sei, sette schermate, ed è questo il fattore che ha permesso di creare situazioni di gioco ben affrontabili con tutti i personaggi a propria disposizione.

Decisions, decisionsLa presenza di quattro personaggi selezionabili all’interno del proprio party e forniti di poteri diversi, dunque, va ad aggiungersi ai tre differenti background narrativi applicabili al nostro personaggio. A tutte queste possibili ramificazioni, poi, si aggiungono le decisioni che il giocatore dovrà prendere alla fine di ogni missione. Unavowed, infatti, si dimostra anche un’avventura grafica moderna nel momento in cui rinfaccerà al giocatore tutte le scelte compiute nel corso del gioco, che andranno a modificare alcuni aspetti del finale. Si tratta di quelli che potremmo chiamare enigmi morali, e in cui saremo chiamati a decidere la sorte delle nostre spedizioni con gli Unavowed. Se proprio dobbiamo trovare un difetto alla trama, allora, è questo: come mai il nostro personaggio, l’ultimo arrivato nel team, ha sempre l’ultima parola nelle decisioni della squadra? In quanto novellini, il nostro parere non avrebbe dovuto essere nemmeno preso in considerazione da Mandana ed Eli, che invece sembrano fidarsi sempre di noi. È una semplificazione narrativa viste in tante avventure di questo tipo, che però forse poteva essere introdotta in maniera diversa. In ogni caso, si tratta di un difetto su cui si può chiudere un occhio senza problemi, e non inficia più di tanto la credibilità della storia, che invece si lascia seguire sempre con piacere e propone anche un colpo di scena piuttosto inatteso.

Cura dei dettagli

Unavowed propone una grafica totalmente bidimensionale piuttosto curata, specie nella realizzazione dei volti che appaiono durante i dialoghi. Più che della parte grafica, però, ci preme parlare del comparto audio, che include un doppiaggio in inglese veramente ottimo, e che contribuisce in maniera essenziale a rendere credibili i personaggi. Il titolo, purtroppo, non presenta alcuna localizzazione in italiano, motivo per il quale anche i sottotitoli sono realizzati nella lingua di Albione. Come da tradizione dei titoli Wadjet Eye Games, è possibile attivare il commento degli sviluppatori, che parleranno delle varie fasi di gioco man mano che si va avanti nelle schermate. Considerato che l’avventura grafica propone vari approcci, sia in termini di scelte che di creazione del proprio personaggio, potrebbe essere una buona idea compiere una prima run senza commento, per poi iniziare una seconda partita con un personaggio diverso e ascoltando i contributi di Gilbert e degli altri sviluppatori.

Requisiti minimi:Sistema operativo: Windows XP or higherProcessore: Pentium or higherMemoria: 64 MB di RAMScheda video: 640×360, 32-bit colour: 700 Mhz system minimumDirectX: Versione 5.2Memoria: 3 GB di spazio disponibileScheda audio: All DirectX-compatible sound cards

 
Requisiti consigliati:
Sistema operativo: Windows XP or higherProcessore: Pentium or higherMemoria: 64 MB di RAMScheda video: 640×360, 32-bit colour: 700 Mhz system minimumDirectX: Versione 5.2Memoria: 3 GB di spazio disponibileScheda audio: All DirectX-compatible sound cards

Storia avvincente

Personaggi ben realizzati

Gameplay strutturato in maniera ottima

Tante decisioni da prendere e diversi approcci agli enigmi

Qualche piccola forzatura narrativa

9.0

Questa lunga recensione è servita a illustrare perché Unavowed può essere considerata come una delle migliori avventure grafiche dell’anno, se non la migliore. Il titolo Wadjet Eye Games propone una storia interessante, personaggi ben realizzati e tante decisioni da prendere. Ma non basta: l’ottima struttura data al gameplay, e un ottimo level design basato su tanti ambienti composti da poche schermate, hanno dato modo di creare enigmi risolvibili in vari modi e grazie ai poteri dei diversi personaggi del proprio party. Chi cerca puzzle astrusi forse rimarrà deluso, ma il basso livello di difficoltà dà modo di concentrarsi sulla storia, nonché sulle decisioni da prendere. Un gioco che trasuda cura e passione, e che merita di essere giocato non solo dagli amanti dei punta e clicca, ma anche da chi è sempre in cerca di titoli story-driven ben realizzati.

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9