The Last of Us - Part II e la violenza: come l'ha gestita Naughty Dog?

Ormai sappiamo bene che The Last of Us - Part II mostrerà una violenza estremamente sincera – ma come ha lavorato Naughty Dog per doversi confrontare tutti i giorni con immagini così brutali?

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Non è certo un segreto che The Last of Us – Part II proporrà contenuti maturi e una violenza particolarmente sincera, poco glorificata o edulcorata, come bene ha messo in evidenza l’ultimo gameplay mostrato durante State of Play.

Per realizzare determinate sequenze e animazioni, Neil Druckmann aveva anticipato qualche anno fa di aver fatto ricorso a dei “video di riferimento”, che immaginiamo essere testimonianze filmate di atti violenti veri e propri, che potevano così venire ricreati fedelmente all’interno del titolo – senza venire abbelliti con il fine puramente ludico. Questo significa che, per realizzare animazioni e determinate scene, gli sviluppatori di Naughty Dog sono stati esposti costantemente a momenti violenti virtuali – che hanno dovuto affinare pixel per pixel, frame per frame.

Interpellato in merito a come si sia riusciti a lavorare su qualcosa del genere, anche a fronte di persone magari più sensibili a determinati contenuti, Druckmann ha spiegato ai colleghi britannici del sito Eurogamer che la compagnia si è assicurata che nessuno di coloro che venivano turbati dalle sequenze violente del gioco si ritrovasse a doverci lavorare.

Come dichiarato da Druckmann, «dovendo realizzare un gioco sul ciclo della violenza, su ciò che le persone sono capaci di fare le une alle altre – sia dal punto di vista mentale che fisico – non potevamo semplicemente evitare questi contenuti, perché sarebbe stato come fare un torto alla storia. Dovevamo farlo, che alle persone piacesse o no, perché la storia era quella.»

In merito ai membri del team, Druckmann racconta che «alcuni l’hanno vissuta con totale separazione. Stanno realizzando una cosa e stanno studiando i suoi dettagli – non pensano a un contesto più grande, pensano ‘come faccio a ricreare la luce sul liquido in quella superficie lucida?’. Vivono una totale separazione dal contenuto.»

Non per tutti, però, è così: alcune persone sono più scosse, se devono lavorare tutti i giorni per qualche anno alla realizzazione di sequenze particolarmente violente. Così, Naughty Dog ha deciso di rendere il più fluida possibile la catena di lavoro:

Quello che abbiamo fatto con questo gioco è stato dire ‘ecco, se c’è qualche contenuto con il quale non ti senti a tuo agio e con cui devi lavorare per un breve periodo di tempo, o un lungo periodo di tempo – beh, ci sono un sacco di cose da fare, in questo gioco. Diamoti degli incarichi che ti mettano a tuo agio.

Alla fine dei conti, vogliamo persone che siano appassionate in quello che fanno. Se c’è qualcosa che le fa sentire a disagio, con cui non si trovano, non riusciranno a dare il meglio. E noi volevamo realizzare il miglior gioco possibile.

Vi ricordiamo che The Last of Us – Part II arriverà solo su PS4 il prossimo 19 giugno. Avete già visto la nostra video anteprima – dopo due ore di provato controller alla mano?

Fonte: Eurogamer.net