Immagine di The Last Case of Benedict Fox | Provato il metroidvania lovecraftiano
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The Last Case of Benedict Fox | Provato il metroidvania lovecraftiano

Abbiamo provato il particolare e accattivante metroidvania lovecraftiano che ha colpito anche Phil Spencer. Ecco le nostre prime impressioni.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Last Case of Benedict Fox
The Last Case of Benedict Fox
  • Sviluppatore: Plot Twist
  • Produttore: Rogue Games
  • Distributore: Microsoft
  • Piattaforme: PC , XSX
  • Generi: Avventura , Metroidvania
  • Data di uscita: 27 aprile 2023

Che The Last Case of Benedict Fox non fosse il solito metroidvania a tinte cupe lo si era già capito durante la sua prima presentazione. Quando nei grandi eventi sono solitamente i più attesi a catturare l'attenzione, i titoli indipendenti o a budget più risicati devono sempre fare qualcosa di speciale per farsi notare.

Presentato qualche tempo fa durante lo showcase di Microsoft e Bethesda, The Last Case of Benedict Fox aveva da subito mostrato uno stile unico e inconfondibile, capace di coniugare i toni cupi delle opere lovecraftiane e l'estetica delle opere di Tim Burton.

Ci si potrebbe dunque chiedere se è davvero tutto qui, se basta così poco a differenziare il titolo in sviluppo presso Plot Twist da tutti gli altri metroidvania che affollano il mercato e che tendono inevitabilmente a somigliarsi sin troppo l'uno con l'altro.

La risposta è no, perché c'è ben altro al di sotto della superficie, e lo abbiamo appurato provando la demo disponibile durante questi giorni dedicati allo Steam Next Fest.

The Last Case of Benedict Fox e una nuova proposta per il genere

Se è vero che ci sono sempre dei punti in comune all'interno di un genere, delle colonne portanti che non possono essere sgretolate a piacimento poiché parte di una struttura ben consolidata, è vero anche che l'inserimento di novità che possano rinfrescare la solita formula vengono sempre guardate con un misto di curiosità e reticenza.

I titoli indipendenti che omaggiano la corrente sempre viva dei metroidvania tendono spesso a mettere in risalto il sistema di gioco e la cura delle mappe, lasciando un po' più nelle retrovie la narrazione e tutti quegli elementi che sono invece prerogativa di altri generi. In The Last Case of Benedict Fox saremo chiamati a calarci nelle profondità di una sorta di limbo fatto di ricordi in disgregazione, fatiscenti, appartenuti a vittime che non hanno trovato ancora pace.

L'investigatore dovrà dunque cercare indizi di volta in volta tra i corridoi e le stanze di quella che appare essere una mastodontica villa decadente che si estende ben oltre il confine del reale, dimostrando come gli autori abbiano voluto creare un'ambientazione a cavallo tra onirico e incubo informe.

In questo mondo oscuro che richiama con forza le suggestioni dell'autore di Providence (ecco il volume definitivo con tutte le opere di Lovecraft) si è consumato il macabro omicidio di una giovane coppia, mentre aleggia ancora il mistero di un bambino sparito nel nulla. Rituali proibiti? Crimini a sangue freddo? Organizzazioni segrete?

In The Last Case of Benedict Fox tutto sembra essere avvolto da grandi interrogativi, e starà a voi scoprire quali segreti sono nascosti tra i meandri di quel luogo labirintico, badando nel frattempo a sfuggire dalle minacce che vi sbarreranno il cammino.

Uno degli elementi cardine da non sottovalutare è esattamente la storia, che al contrario di altri titoli del genere appare già essere abbastanza promettente, intrigante e in grado di spingere il giocatore ad addentrarsi sempre di più all'interno di quell'incubo pulsante e dai contorni indefiniti.

Per farlo, però, sarà necessario affrontare non pochi enigmi e puzzle di diversa natura, non tutti così immediati. The Last Case of Benedict Fox, dalle prime impressioni, sembra proprio che richiederà non poche peregrinazioni lungo la mappa per venire a capo delle soluzioni, e questo potrebbe in effetti aprire una breccia tra le possibili problematiche da scongiurare.

Considerando che i puzzle non sono per nulla rarefatti, ma costituiscono al contrario il cuore pulsante dell'esperienza, è possibile che dobbiate mettere in conto una non trascurabile enfasi sul backtracking. Il genere si presta a questa pratica, senza dubbio, ma provate a sommare le necessità di avanzamento classiche alle azioni utili per arrivare alle diverse soluzioni proposte.

Al momento non è possibile quantificare una percentuale delle parti in gioco, né tanto meno se nel corso dell'avventura ci saranno cambi di rotta improvvisi o snodi narrativi capaci di mescolare un po' le carte in tavola.

Gameplay

Detto ciò, è importante sottolineare come si tratti dunque di un metroidvania diverso dal solito, che potrebbe per sua natura non incontrare il favore di chi invece desidera esponenti più immediati, votati all'azione pura e alla sola abilità. I puzzle si vanno incastonare nel grande quadro della narrazione, che si dispiega seguendo uno schema frammentato, dove le informazioni sono centellinate e mai immediate.

Con questo non si deve però pensare che The Last Case of Benedict Fox sia un titolo solo cervellotico, perché gli scontri saranno continui ed è anche prevista la presenza di mid-boss e boss classici. Ecco dunque che il nostro investigatore dovrà affrontare gli avversari usando la sua fida lama, una pistola e i suoi poteri demoniaci.

Anche qui, l'approccio premiato con maggior merito è quello più attento, tattico e concentrato, perché The Last Case of Benedict Fox prevede una sequela di manovre di attacco e difesa che vi aiuteranno a rendere meno ardui gli scontri.

Oltre al parry, l'autoproclamatosi detective potrà effettuare un attacco di base e un attacco più potente prolungando la pressione dello stesso tasto adibito all'offesa. Con la levetta destra è possibile scansarsi, mentre col dorsale sinistro si prende la mira e si attiva dunque la possibilità di sparare un proiettile ben assestato.

Il sistema della pressione rapida e prolungata si estende anche alla cura (un semplice tocco ricarica un frammento, mentre indugiare sul tasto consente un ripristino maggiore della salute) e al salto. C'è poi il doppio salto, che per essere effettuato ha però bisogno della cosiddetta amplificazione, una sorta di mezzaluna mostrata in alto al centro dello schermo che lascia capire quando è effettivamente possibile tentare un balzo multiplo dopo la ricarica a tempo.

Vengono introdotte in seguito altre meccaniche, ma di base è questo il modo attraverso cui il protagonista potrà avere la meglio durante le sue perigliose indagini. Gli altri dubbi che aleggiano attorno al gioco sono alcune animazioni che sembrano prive di raccordo, un design dei nemici e una modellazione poligonale non sempre convincenti, e qualche piccolo dettaglio tecnico che riteniamo di dover verificare al meglio fra un paio di mesi, ossia quando il gioco verrà reso disponibile nella sua forma completa.

Al momento, dalla demo provata (che potrebbe essere tranquillamente anche un build più vecchia), si nota qualche singulto nella fluidità. Non è nulla di troppo fastidioso, ma talvolta, durante gli scontri, non è esattamente il top assistere a quelli che sono chiaramente dei problemi di ottimizzazione.

Un paio di mesi dovrebbero servire per sistemare queste piccole incertezze, ma tutto sommato è cosa da poco, se paragonato a quanto di buono ci ha già mostrato The Last Case of Benedict Fox, ormai entrato di diritto tra gli indie più interessanti di prossima uscita.

Versione provata: PC

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Storia accattivante e in grado di incuriosire fin da subito

  • Parecchi enigmi, necessari per le azioni investigative...

Contro

  • ... Che potrebbero non incontrare il favore di chi dai metroidvania vuole solo azione

  • Piccole incertezze tecniche

Commento

The Last Case of Benedict Fox ci aveva colpito già durante la sua prima presentazione allo showcase di Microsoft e Bethesda, e la demo non ha fatto altro che confermare quanto di buono si era già intravisto. Si tratta tuttavia di un metroidvania diverso dal solito, dove non si deve solo combattere e superare macro-aree al fine di svelare altre parti di una grande mappa labirintica. La parte del leone la faranno anche gli enigmi e la narrazione, legati a doppia filo dalla necessità di scavare nel passato dei defunti per svelare la verità che solo un autoproclamato detective del subconscio potrà forse scoprire.
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