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The Dark Pictures Anthology: Little Hope - Anteprima

The Dark Pictures Anthology: Little Hope verrà ambientato nel periodo storico della caccia alle streghe. Ve ne parliamo nella nostra anteprima.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Dark Pictures Anthology: Little Hope
The Dark Pictures Anthology: Little Hope
  • Sviluppatore: Supermassive Games
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Bandai Namco
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , PS5 , XSX , SWITCH
  • Generi: Avventura grafica , Survival Horror
  • Data di uscita: 30 ottobre 2020 - 5 ottobre 2023 (Switch)

Il passaggio tra Until Dawn e Man of Medan è apparso come un ridimensionamento, per Supermassive Games. Col cambio di publisher e un progetto antologico che si snoda in più capitoli separati tra loro, il rischio è che alcuni di essi si rivelino meno interessanti di altri.

Far partire The Dark Pictures Anthology con Man of Medan non è stata forse la mossa più azzeccata, e benché l’avventura avesse degli spunti discreti e fosse basata su una vicenda con contorni pochi chiari su cui poter romanzare la storia, non può di certo essere annoverata tra le migliori produzioni horror. Con Little Hope, che appronterà un cambio netto e ci porterà nel periodo in cui impazzava la caccia alle streghe, esistono i margini per fare di meglio e per rimediare ad alcune delle criticità mostrate nelle precedenti produzioni della software house.

Little Hope – Big Scares

Little Hope parte dalla più scontata e prevedibile delle premesse, con quattro studenti e un’insegnante che, in seguito a un brutto e misterioso incidente, si ritrovano sperduti e abbandonati in una cittadina isolata. Bloccati letteralmente in mezzo al nulla, nei pressi di un bosco e con una densa nebbia che non fa altro che aumentare il tasso di tensione, i ragazzi che potrete impersonare (esattamente sulla falsariga di Man of Medan) dovranno trovare un modo per tirarsi fuori da una situazione che ben presto si rivelerà essere molto inquietante.

Little Hope è infatti una cittadina del New England dove il passato (e il presente in cui si viene catapultati d’improvviso) nasconde fosche storie legate all’occulto e alla stregoneria. Come se non bastasse, il ritrovamento di alcuni pentacoli e feticci che ricordano quelli visti in The Blair Witch Project – palese fonte primaria d’ispirazione – non fanno altro che confermare il brutto guaio in cui i ragazzi si ritrovano loro malgrado.

Da quanto emerso, Little Hope include anche dei salti temporali e delle storie parallele che s’intersecheranno fino a confluire in un filone principale, che ci auguriamo non lasci nulla di rilevante in sospeso. Oltre a una vicenda che vuole porre al centro della narrazione uno dei periodi più foschi della storia legati alla caccia alle streghe, Little Hope vi metterà spesso di fronte a una figura minacciosa che vi darà continuamente la caccia.

In questo caso, l’ispirazione arriva direttamente da It Follows, gran perla horror che giustificava la presenza implacabile grazie a tematiche completamente diverse da quelle che tratterà Little Hope. Emerge inoltre che gli autori abbiano avuto grande ispirazione del magnifico The Witch di Robert Eggers, ma dubitiamo fortemente che l’opera di Supermassive Games possa anche solo lambire la profondità narrativa e le implicazioni extra-religiose che quel film metteva in scena e suggeriva.

Si consideri infatti che Little Hope è un teen horror esattamente come lo erano Until Dawn e Man of Medan, e già dal prologo il tenore non sembra mai tradire la tradizione ormai consolidata dello studio di sviluppo. I giocatori dovranno dunque aspettarsi anche i soliti scarejump gratuiti che nulla aggiungono alla dimensione dell’opera, e che anzi banalizzano certe soluzioni che tenteranno d’intimorire anche chi vorrebbe – al contrario – un tipo di orrore più psicologico e stimolante. Gli autori assicurano che non ci saranno solo gli spaventi improvvisi e che stanno lavorando con attenzione alla storia, ma sono tutte verifiche che ci riserveremo di fare quest’estate, quando Little Hope arriverà sul mercato.

A lasciare dubbiosi sono anche altre fonti di ispirazione, tra cui alcune opere di Clive Barker, autore e artista che non lesina di certo sul sangue, sullo splatter e su un immaginario molto estremo. La confluenza di fonti così diverse per convogliare il senso di terrore –  per certi versi completamente opposte – rischia di trasformare Little Hope in un pot-pourri che potrebbe faticare non poco nel proporre qualcosa di davvero originale nel genere.

Guardare al passato per migliorare il presente

Sia in Until Dawn, e soprattutto nel più recente Man of Medan, una delle critiche più sentite mosse da noi e dalla community era legata all’invasività dei QTE che potevano determinare il destino di alcuni personaggi, molto più delle scelte effettive che venivano compiute durante l’avventura. Sarà capitato senz’altro di essere intervenuti in maniera corretta nelle situazioni più critiche per salvare un personaggio da un destino infausto, tranne poi incappare in un quick time event improvviso che finiva per rovinare tutto in maniera infingarda e “scorretta”. In Little Hope si tenterà di rimediare a questo gravoso inconveniente tramite un’interfaccia che avvertirà per tempo il giocatore, prima di obbligarlo comunque a premere i tasti giusti nei tempi previsti.

Si spera che l’intervento non si limiti solo a questo, e che possa in qualche modo evitare di delegare il destino di alcuni personaggi a pochi attimi slegati dalle soluzioni decisionali messe in piedi, magari intervenendo con più decisività su alcuni tratti caratteriali. A proposito di questi, Supermassive Games ha spiegato che in Man of Medan influivano sull’IA di chi ci accompagnava durante alcune scene specifiche, ma è qualcosa che raramente si riusciva ad avvertire o risultava determinante. In Little Hope, potrebbe essere rafforzato anche questo aspetto, ma non è ancora chiaro in che modo certe azioni potranno intervenire sui molti momenti scriptati che un gioco del genere prevede.

Tecnicamente Little Hope non sembra poter far compiere dei passi in avanti alla serie, e tutto sommato s’intravedono già gli stessi pregi e difetti che Man of Medan portava in dote. Ci sarà una maggiore enfasi sul posizionamento delle telecamere fisse, fondamentali per nascondere alla vista gli orrori e farli esplodere nell’istante giusto. Al momento, l’unico attore del cast a porsi in rilievo è l’emergente Will Poulter, che appare già da adesso molto adatto per le atmosfere che Little Hope promette di proporre, con un racconto che anche stavolta verrà inframmezzato dagli immancabili interventi del curatore.

+ Il cambio di ambientazione e tematiche potrebbe far aumentare la carica orrorifica del racconto

+ Gli sviluppatori promettono di sistemare alcune scelte di design molto controverse

- Le influenze completamente diverse tra loro indicano un po' di confusione e non fanno ben sperare per l'originalità

- Al momento, sembrano permanere alcune problematiche già viste in Man of Medan e Until Dawn

- Da valutare con attenzione il peso dei QTE, delle inclinazioni caratteriali e dei bivi decisionali

Il secondo capitolo di The Dark Pictures Anthology abbandona la spettrale presenza della Ourang Medan e, con Little Hope, promette di raccontare una storia del terrore legata alla persecuzione delle streghe. Molti elementi sono volutamente avvolti nel mistero, pertanto non è ancora possibile rendersi conto di quanto efficace possa essere il racconto, che per emergere deve abbandonare parecchi cliché e affidarsi a soluzioni finalmente originali: virtù che, solitamente, non fanno mai rima col concetto di teen horror.

Voto Recensione di The Dark Pictures Anthology: Little Hope - Recensione


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Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Il cambio di ambientazione e tematiche potrebbe far aumentare la carica orrorifica del racconto

  • Gli sviluppatori promettono di sistemare alcune scelte di design molto controverse

Contro

  • Le influenze completamente diverse tra loro indicano un po' di confusione e non fanno ben sperare per l'originalità

  • Al momento, sembrano permanere alcune problematiche già viste in Man of Medan e Until Dawn

  • Da valutare con attenzione il peso dei QTE, delle inclinazioni caratteriali e dei bivi decisionali

Commento

Il secondo capitolo di The Dark Pictures Anthology abbandona la spettrale presenza della Ourang Medan e, con Little Hope, promette di raccontare una storia del terrore legata alla persecuzione delle streghe. Molti elementi sono volutamente avvolti nel mistero, pertanto non è ancora possibile rendersi conto di quanto efficace possa essere il racconto, che per emergere deve abbandonare parecchi cliché e affidarsi a soluzioni finalmente originali: virtù che, solitamente, non fanno mai rima col concetto di teen horror.