I limiti di PlayStation Portal sono una pericolosa analogia con Vita | Occhio critico

Le scelte limitanti operate da Sony stessa per PlayStation Portal riportano con la mente alle ingenuità commesse con... PS Vita.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Nelle ultime settimane, complice la recensione delle Pulse Explore che trovate già da qualche giorno sulle nostre pagine, ho trascorso un buon monte ore in compagnia di PlayStation Portal, uno degli accessori più costosi, ben fatti e meno compresi (dal pubblico) degli ultimi tempi.

I nostri lettori più longevi si ricorderanno del mio passato ruolo da responsabile della sezione portatili della testata, e del mio amore per le console handheld (che va indietro fino ai tempi del GameBoy); quindi, come potevo esimermi dal dire la mia sul remote player di Sony?

La mia paura è che PlayStation Portal possa subire da parte di Sony il medesimo trattamento riservato a PS Vita, sebbene l'una sia un accessorio e l'altra fosse una console portatile.

Vi spiego perché.

Puntini sulle "i"

Due precisazioni prima ancora di iniziare: il mio pensiero su PS Portal è assolutamente sovrapponibile a quello già espresso dalla caporedattrice Stefania nella sua video recensione. Ne condivido quasi interamente il punto di vista e quindi se cercate una recensione puntuale dell'accessorio Sony potete tranquillamente continuare a rivolgervi a quel pezzo.

Secondariamente, per quanto ovvio, è bene sottolineare ancora una volta come l'accostamento tra PS Portal e PS Vita si limiti all'atteggiamento della casa madre e alla possibilità di riprodurre contenuti in streaming passando per una console Sony – perché, lo ripetiamo ancora una volta, se la seconda poteva essere usata offline per riprodurre contenuti da cartucce intercambiabili, il primo non ha senso di esistere senza una PS5 ed una (robusta) connessione ad Internet.

Fatte queste dovute precisazioni, entriamo nel merito: nonostante un design non esattamente degno di Apple (per usare un eufemismo) e delle dimensioni decisamente generose, sin da quando l'ho tirata fuori dalla scatola, PS Portal ha saputo rapirmi.

Avevo dubbi sugli stick analogici più piccoli di quelli del Dualsense, sul fatto che lo schermo non fosse OLED, sulla durata della batteria – e, soprattutto, sulle prestazioni, nonostante la mia connessione alla rete privata sia discreta.

I limiti imposti a Portal, rispetto al suo potenziale, mi hanno ricordato le decisioni auto-sabotanti che subì a suo tempo PlayStation Vita.
Quattro settimane dopo quasi tutti questi dubbi sono stati fugati: per quanto tremendamente specifica, e decisamente costosa, PS Portal fa bene quello che deve fare, e mi ha consentito di portarmi in giro per casa le avventure altrimenti relegate al divano, che si trattasse del letto, del bagno o, semplicemente, di una stanza diversa da quella in cui i miei pargoli guardavano in streaming i loro cartoni preferiti.

Con l'utilizzo intensivo, però, mentre svanivano i dubbi che mi avevano precedentemente assillato, ne sorgevano degli altri, che non solo il tempo non ha fatto che acuire, ma che temo potrebbero compromettere il futuro di questo accessorio come, al tempo, questioni simili decretarono il fallimento commerciale di PlayStation Vita, console ampiamente sottovalutata da Sony stessa prima che dai videogiocatori.

Limiti autoimposti

Sto parlando dei limiti insensati imposti dalla casa madre alla sua creatura, che non le hanno impedito di vendere bene sin dal lancio dello scorso novembre ma che, a lungo andare, potrebbero segnare il destino di questo accessorio che, proprio come PS Vita, possiede invece immense potenzialità

Il primo, e più evidente, riguarda l'impossibilità, per gli abbonati ai vari tier di Ps Plus, di usufruire dello streaming dei titoli compresi nel loro abbonamento direttamente su PlayStation Portal: non essendoci dubbi sulla fattibilità tecnica della cosa, l'unica spiegazione che mi sono dato è che i vertici di Sony stessa si siano seduti a tavolino e abbiano arbitrariamente deciso di escludere questa possibilità. Il perché non è dato saperlo.

Considerando i numeri degli abbonati ai servizi Sony, aprire al cloud gaming diretto avrebbe significato allargare a dismisura il potenziale bacino di utenza di PS Portal, oltre che giustificarne il prezzo abbastanza esoso, soprattutto se si considera che sul mercato esistono soluzioni notevolmente più economiche per riprodurre contenuti in remoto da PS5.

Se questa rappresenta la scelta più insensata, quella di tagliare il supporto al Bluetooth è di sicuro la più fastidiosa: vincolando PS Portal alla nuova tecnologia proprietaria LINK, la cui efficacia ci ha comunque colpito in positivo durante il nostro test con Pulse Explore, Sony ha tagliato fuori migliaia di utenti che magari avevano acquistato headset o auricolari a marchio di Sony stessa, come i possessori delle Pulse o quelli delle eccellenti INZONE Buds viste su queste pagine qualche settimana fa.

Possibile che il clamoroso fallimento dell'affidarsi a costosissime memory card proprietarie all'epoca di PS Vita non abbia insegnato nulla ai vertici del colosso giapponese?

Perché rischiare che passi il messaggio che Sony stia cercando di mungere i propri consumatori più affezionati, visto che Ps Portal e Pulse Explore insieme costano quasi quanto una PS5 nuova di pacca?

Possibile che il clamoroso fallimento dell'affidarsi a costosissime memory card proprietarie all'epoca di PS Vita non abbia insegnato nulla ai vertici del colosso giapponese?
Fortunatamente, entrambe queste feature mancanti potranno essere aggiunte in un secondo momento, perché, per quanto ne sappiamo, entrambe le limitazioni sono dovute a scelte aziendali e non all'inadeguatezza tecnica di PlayStation Portal, ma al momento non ci sono certezze che questo avvenga; e poi, perché commercializzare un prodotto sfruttando solo parte delle enormi potenzialità?

I rimpianti, per quanto mi riguarda, aumentano a dismisura vedendo che, nell'uso quotidiano che ne no fatto durante le ultime settimane, PS Portal mi abbia quasi sempre soddisfatto, per qualità dello schermo (che comunque soffre all'esterno nelle giornate di sole), precisione dei controlli, bassa latenza ed autonomia, esattamente come mi hanno sempre soddisfatto entrambi i modelli di PlayStation Vita che custodisco gelosamente nel mio armadio.

Il know-how in ambito videoludico maturato da Sony negli ultimi tre decenni è innegabile, come la qualità costruttiva dei suoi device, ma questo non fa che rendere ancora più inspiegabili e frustranti certe mancanze, almeno dal mio modesto punto di vista.

L'aggiornamento tanto atteso

Fin qui le mancanze più grosse, a cui spero vivamente che Sony decida di porre rimedio quanto prima.

Ma ce ne sono anche della altre, minori, figlie dell'utilizzo quotidiano e dei test condotti in varie circostanze d'uso, come ad esempio l'assenza di un browser nativo e della mancata inclusione, nella confezione originale, di un qualche tipo di custodia.

Non mi sono accorto della prima finché non ho provato a connettermi alla mia PS5 tramite Ps Portal dal parco pubblico del paese in cui vivo, che non era la funzione primaria a cui pensavo quando ho deciso di prenderne una ma che avrebbe sicuramente arricchito ed espanso la mia esperienza di gioco.

Con i caldi fuori stagione che questo inverno ci sta riservando, ho pensato che portare sia i miei figli sia PlayStation Portal al parco con me sarebbe stata una buona idea: mentre i primi giocavano con i loro amichetti, io avrei potuto godermi per qualche minuto il mio nuovo accessorio fiammante anche al di fuori del contesto domestico.

Purtroppo, in assenza di un browser internet integrato, non ho potuto superare la landing page assai comune nei collegamenti wi-fi pubblici, come quelli degli alberghi e degli aeroporti, e quindi non ho potuto fare altro che riporre mestamente PS Portal.

E dove l'ho riposta, vi chiederete voi, visto che all'interno della confezione, nonostante i quasi 220 euro richiesti, non c'è uno straccio di custodia per contenerla e proteggerla?

Rimetterla nel mio fido zaino senza alcun filtro tra lo schermo e le mie chiavi di casa era fuori discussione, e quindi, come credo la maggior parte degli early adopter in giro per il mondo, mi sono dovuto affidare ad Amazon e ad una misconosciuta compagnia cinese che ha immesso sul mercato delle custodie bruttine da vedere ma che, almeno, fanno il loro lavoro, consentendomi di portare PS Portal fuori da casa proteggendone lo schermo e gli analogici.

Credo di parlare a nome di tanti appassionati se dico che, pur se a cifre superiori, sarei stato contento di acquistare una custodia premium firmata Sony a corredo di Portal – o, ancora di più, sarei stato felice di trovarne una, ancorché di bassa qualità, compresa nella confezione originaria. Possibile che nessuno in Sony ci abbia pensato?

Dotare PS Portal di un browser, sebbene primitivo (SEGA Dreamcast ad inizio secolo ne aveva uno, giusto per dire...), consentirebbe di decuplicare gli scenari di utilizzo della console con un semplice aggiornamento software da parte di Sony, espandendo il bacino di utenza ed aumentando il valore percepito dal pubblico.

È solo un altro dei segnali che quasi fanno pensare a un progetto azzoppato da visioni inspiegabilmente miopi. La speranza è che, certo, ci si possa ovviare in futuro. Speriamo solo che questo aggiornamento non ci metta troppo...

In conclusione

Sebbene le analogie arrivino solo fino ad un certo punto, visto che parliamo di due prodotti dalle funzionalità e dai fini commerciali differenti, è impossibile, per quanti come me siano stati sedotti ed abbandonati da Sony con PlayStation Vita, non vedere delle pericolose similitudini con tutte le funzionalità mancanti in PlayStation Portal al lancio.

Per quanto dedicato ad una specifica nicchia di mercato e decisamente non alla portata di tutte le tasche, l'accessorio Sony ha potenzialità notevoli, un'ottima ergonomia e una qualità costruttiva in linea con i migliori prodotti del colosso nipponico, ed è un peccato vederlo monco di feature che ne espanderebbero notevolmente il bacino di utenza e lo renderebbero un prodotto assai più versatile e completo.

Sono innamorato di PlayStation Portal come un maestro di elementari lo è di uno dei suoi alunni più brillanti, che però è anche uno di quelli che si applica meno: è arrivato il momento che mamma Sony metta questo alunno dalle grandi potenzialità in riga, così che non finisca male come quella sua cugina che si chiamava PS Vita.