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Resident Evil 7 VR

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Avatar di Nicolò Bicego

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Pubblicato il 25/01/2017 alle 00:00

Apriamo quest’articolo con una doverosa premessa: qui non parleremo della qualità di Resident Evil VII (potete già leggere la recensione del gioco sulle nostre pagine), ma solamente della resa della modalità VR del gioco. Per questo non troverete un voto, così come non troverete commenti strettamente inerenti al gioco in sé e per sé. Detto brevemente, questo articolo vuole rispondere ad una domanda: “vale la pena di giocare Resident Evil VII in VR?”.
Mi servono degli occhiali
Partiamo da quella che è la nota maggiormente dolente di questo Resident Evil VII in VR: il comparto tecnico. Se il gioco, sulla TV, offre un dettaglio grafico decisamente degno di nota, il compromesso necessario per giocare in VR si rivela piuttosto pesante. Un effetto blur coinvolgerà la maggior parte di ciò che vedremo, distanziando in modo netto ciò che vediamo all’interno del visore da ciò che vediamo sullo schermo della TV. Quello che si perde in qualità tecnica viene guadagnato, ovviamente, nell’immersione totale che il Playstation VR è in grado di offrire: se il gioco non è certo prodigo nell’elargire paura e tensione, questa modalità non fa che aumentare esponenzialmente le emozioni del gioco principale, complice il comparto audio che ci farà irrigidire i muscoli ad ogni minimo rumore.  Esplorare la lugubre villa di Resident Evil VII diventa un’esperienza  ancora più profonda in VR, saremo costantemente portati a guardarci ossessivamente intorno, alla ricerca di potenziali nemici, solo per essere inevitabilmente colti di sorpresa e saltare sulla sedia.
Horror in VR
Uno dei difetti che ha accompagnato la stragrande maggioranza dei titoli per Playstation VR è stata senza dubbio la motion-sickness: una sensazione di nausea, che può portare a forti e duraturi mal di testa, che in alcuni titoli era così pesante da renderli quasi ingiocabili per una buona fetta di utenza. Capcom era perfettamente conscia di questo problema, per questo un tutorial ci introduce alle molteplici opzioni presenti per la modalità VR, tutte volte a diminuire, se non annullare, questo malessere.
Innanzitutto, i comandi rimangono gli stessi della versione standard del gioco: ci muoveremo con la levetta sinistra e sposteremo la visuale con la levetta destra. Se potremo guardarci intorno con i movimenti della testa, infatti, questi non sempre saranno sufficienti per vedere il punto da noi desiderato, e dovremo ricorrere allo spostamento tramite levetta. Ed è questo che, in altri giochi, causava grossi problemi per lo stomaco. Ora, Capcom ha cercato di ovviare a questo in due modi: potremo infatti scegliere se far muovere la visuale a scatti o in modo continuo. Nel primo caso, potremo scegliere se i movimenti saranno di 30°, 45° o 90°; nel secondo, potremo scegliere la velocità con cui avverrà lo spostamento. In entrambi i casi, il consiglio è di iniziare dal basso, per poi cercare il settaggio adatto al nostro stomaco. Incredibile ma vero, questo espediente funziona: durante le sessioni di gioco non c’è stata alcuna sensazione di malessere. Certo, questo non è una garanzia: potreste comunque avvertire una leggera nausea, in quanto ogni persona reagisce differentemente alla VR. Nel caso avvertiste anche il minimo sentore di malessere, il consiglio è quello di prendere una pausa prima che peggiori, cercando di abituarvi gradualmente al visore. In ogni caso, non si può non riconoscere a Capcom il tentativo di eliminare questo fastidioso problema, e per esperienza personale posso dire che, nel mio caso, è pienamente riuscita nell’intento. Ad aiutarci ulteriormente vi sono altre opzioni, come la possibilità di attivare una griglia che ci aiuterà ad orientarci all’interno del gioco, facendoci capire meglio quale posizione assumere. Ho trovato questa opzione molto utile, personalmente, per cui il consiglio è quello di attivarla. Vi sono poi altre opzioni minori, che però influiscono solo in modo marginale sull’esperienza.
C’è un’ultima nota nota negativa, per quanto marginale, da fare: la mancanza della possibilità di giocare con i controller Move. Sebbene questo sia comprensibile, visto che il gioco non nasce per il PS VR, usare un Dualshock comporta un calo nell’immersione all’interno del gioco, in quanto ci ricorderemo costantemente di avere un pad tra le mani.
Ne vale davvero la pena?
Siamo dunque arrivati al momento di rispondere alla fatidica domanda. L’unica risposta possibile è un “dipende da voi”. Siete disposti ad un compromesso grafico piuttosto gravoso in favore dell’immersione? In questo caso, giocare Resident Evil VII in VR potrebbe essere l’esperienza che fa per voi. Dal punto di vista del gameplay il gioco rimane immutato, perciò la questione si aggira essenzialmente sul comparto tecnico.
Certo, rimane il fatto che, pur non causando particolari problemi di nausea, il gioco in VR è decisamente più impegnativo e stancante per la vista, per cui potrebbe non essere adatto a sessioni particolarmente lunghe. Qui si tratta però di fattori personali, e dovrete decidere voi la vostra preferenza. Sicuramente si tratta di un’esperienza da provare almeno una volta, soprattutto per chi ama spaventarsi sul serio.

Resident Evil VII in VR è un’esperienza da provare. Il compromesso tecnico, seppur gravoso, viene compensato da un’immersione totale nel gioco, che metterà alla prova la nostra resistenza psicologica agli orrori della misteriosa villa. I numerosi accorgimenti inseriti da Capcom per evitare il problema della motion-sickness lo rendono un titolo perfetto da provare anche per chi normalmente avrebbe problemi con la periferica.

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