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Games Industry Day

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Pubblicato il 24/11/2016 alle 00:00

Roma – Nell’ambito del Games Industry Day, organizzato da Aesvi e allestito all’interno del teatro Quirinetta, c’è stata l’occasione di tastare il polso all’industria italiana del videogioco. La manifestazione istituzionale prevedeva una serie di conferenze e tavole rotonde che analizzavano con attenzione i dati del mercato nostrano, evidenziando di fatto una rapida crescita nella produzione di software, start-up e figure professionali, destinate ad aumentare nei prossimi anni.
I paesi che hanno scommesso sull’industria dei videogiochi
Tra gli interventi più interessanti dell’evento è da segnalare quello dedicato ad alcuni dei paesi europei (come la Francia e la Polonia) che hanno scelto di puntare su quest’industria, anche attraverso finanziamenti governativi in grado di poter dare l’adeguato supporto alle aziende e ai piccoli sviluppatori. Tra gli ospiti, erano presenti anche Yuen Yen Tsai e Rens Van Der Bergh, entrambi esponenti del cosiddetto “Serious Game Development”, che attraverso giochi educativi è riuscito ad affermarsi come una realtà dedicata a prodotti atti a semplificare l’apprendimento delle nozioni legate al vivere civile, e non solo. A questi prodotti sono destinati dei finanziamenti pubblici, così come a quelli più classici che arrivano da diversi addetti ai lavori d’oltralpe e della sempre più rilevante Polonia. Per la Francia, in tal senso, è importante il supporto del Centre national du cinéma et de l’image (CNC), nato originariamente per contrastare l’egemonia americana sul controllo delle opere audiovisive, al cui interno si trovano adesso anche i videogiochi, considerati a tutti gli effetti dei prodotti che incontrano tutti gli standard qualitativi necessari per poter beneficiare di un supporto economico dagli organi preposti a questo scopo. Di gran rilievo anche i numeri della Polonia, rappresentata per l’occasione dal ministro della cultura Anna Ceynowa e da Stanislaw Just, R&D manager presso CD Project Red. I due ospiti hanno spiegato quanto è stato importante il supporto delle istituzioni per la crescita dell’industria del videogioco polacca, che grazie a eccellenze come la saga di The Witcher ha assunto un’importanza sempre più rilevante, capace di soddisfare entrambe le parti in gioco, dare risalto alla produttività nazionale ed essere riconosciuta all’estero come uno dei punti di riferimento del settore. A CD Project, oltre a tante altre realtà vanno inoltre ad affiancarsi Techland, CI Games (con importanti percentuali di crescita) e lo studio di sviluppo indipendente 11 Bit Studios, autori dell’ottimo This War of Mine, vincitore di molti premi e riconoscimenti. È chiaro dunque come molti paesi europei si stiano muovendo nella giusta direzione, dando finalmente l’importanza che l’industria dei videogiochi merita, soprattutto considerando il volume di vendite, capace di superare già da diversi anni quello del cinema.
E l’Italia?
In Italia un passo importante è stato fatto grazie a una legge recentemente approvata, che estende il meccanismo del tax credit (già presente per il settore del cinema) alla produzione e distribuzione di videogiochi italiani. “La legge, promossa dal Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, include i videogiochi nel novero delle opere che possono beneficiare dell’agevolazione fiscale e istituisce un Fondo per lo Sviluppo degli Investimenti nel Cinema e nell’Audiovisivo, con una dotazione di almeno 400 milioni di euro all’anno, per coprire una serie di misure di sostegno finanziario a favore del settore cinematografico e audiovisivo, per promuovere le attività di internazionalizzazione del settore e per sviluppare la cultura cinematografica e audiovisiva in Italia. Per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla legge, bisognerà attendere l’emanazione dei necessari decreti attuativi da parte del Ministero dei Beni Culturali, che definiranno le modalità di erogazione dei crediti d’imposta.” Si tratta insomma di un’iniziativa importante, che dovrebbe dare ossigeno a chi vuole cimentarsi con lo sviluppo dei videogiochi e chi vuole fare impresa nel nostro paese. 
Si è parlato inoltre della difficoltà oggettiva di trovare finanziamenti privati, che spesso si concretizzano solo dopo che un team di sviluppo ha portato a termine un lavoro grazie ai propri sforzi economici. E si è parlato anche della necessità di formare delle figure chiave, in grado di rendere più efficiente il processo produttivo del videogioco, la sua distribuzione e tutte le diverse fasi legate alla gestione. La presenza di veri manager, imprenditori e persone che vogliono crescere assieme al media è strettamente necessaria per uniformarsi agli standard ferrei del mercato moderno, ed è per questo che Aesvi per prima ritiene sia necessario un aiuto da parte del governo italiano. Qualcosa inizia finalmente a muoversi e il nostro paese è davvero in fermento, ma ci sono dei tempi fisiologici affinché possa avvenire un salto qualitativo importante.

All’interno del Quirinetta è stato anche allestito uno showcase per alcuni titoli italiani indipendenti. Alcuni li abbiamo già recensiti su queste pagine, altri arriveranno a breve sul mercato. L’impressione generale è che il livello qualitativo medio delle opere sia in crescita rispetto a qualche anno fa, e che col tempo e la giusta esperienza anche il nostro paese potrà far sentire la propria voce in un mercato che diventa sempre più competitivo e che consente davvero pochi margini di errore.

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