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Recensione

V-Rally 4, il ritorno di un marchio storico nella nostra recensione

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Pubblicato il 06/09/2018 alle 00:00 - Aggiornato il 11/09/2018 alle 14:09
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Il Verdetto di SpazioGames

5.5

Informazioni sul prodotto

Immagine di V-Rally 4
V-Rally 4
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Sportivo
  • Data di uscita: Settembre 2018
Dopo aver lavorato su WRC 7, gioco ufficiale del FIA World Rally Championship, Kylotonn Studios ha deciso di riesumare un marchio storico che gli utenti della prima PlayStation ricorderanno molto bene: V-Rally.
Con V-Rally 4, la software house francese non ha voluto creare una copia della loro serie più importante (e dunque farsi in un certo senso concorrenza da sola), ma ha tentato di differenziare il più possibile l’offerta e puntare sulla quantità di contenuti che Codemasters è stata capace di offrire con DiRT. La nobile intenzione di fondo, lo diciamo sin da subito, non corrisponde affatto all’obiettivo che V-Rally 4 ha raggiunto.
Una Fosca Carriera Davanti a Te
Nel menu di gioco sarete accolti dall’unica canzone che si ripeterà in continuazione mentre scorrerete tra le diverse specialità di gara che spunteranno alla rinfusa. La modalità carriera vi porterà senz’altro in giro per il mondo e vi farà man mano partecipare alle competizioni di diverse categorie, ma la progressione risulta essere molto confusa, non esiste un calendario né degli obiettivi chiari verso cui puntare. Bisogna semplicemente vincere più gare possibili, accumulare denaro, comprare veicoli sempre migliori e partecipare alle altre sfide proposte di volta in volta.
Quando completerete le corse, queste spariranno dalla mappa del mondo per fare spazio a quelle successive, ma Kylotonn Studios non ha previsto un modo per informarvi chiaramente dove dovrete arrivare alla fine della stagione e che percorso seguire per diventare campioni del mondo.
La scelta risulta essere piuttosto bizzarra e assai discutibile, e sebbene sia chiara la volontà di spingere il giocatore a provare un po’ di tutto senza fossilizzarsi su una sola disciplina, imbastire un calderone così variegato dentro un’unica modalità che dovrebbe essere chiara per tutti e non caotica, è di fatto un mezzo disastro. A maggior ragione considerando che è proprio la modalità su cui passerete la maggior parte del vostro tempo.
Al suo interno dovrete inoltre assumere un agente, degli ingegneri e dei meccanici, da pagare secondo un salario prestabilito che va a influire sulle vostre finanze assieme alle spese per altre vetture, ai soldi spesi per le riparazioni e a quelli utili per i miglioramenti da apportare alle auto già possedute. Si tratta in fin dei conti di un sistema molto vicino alla serie Codemasters, con l’unica differenza che DiRT, in confronto, è letteralmente di un altro pianeta in ogni aspetto immaginabile.
Di Tutto un Po’
Oltre al classico Rally, dove dovrete correre da soli per totalizzare il tempo migliore coadiuvati dal vostro fido navigatore, le altre discipline previste sono il V-Rally Cross, il Buggy, l’Hillclimb e la Gymkhana, che qui prende il nome di Extreme-Khana. Il V-Rally Cross prevede delle gare contro altri avversari visibili all’interno di tracciati circoscritti dove vige l’obbligo di passare almeno per un giro nella sezione in rosso segnalata, che vi farà perdere un po’ di tempo in più del previsto. Col Buggy invece è quasi all’opposto: le piste sono davvero ampie, prevedono salti, enormi pozze di acqua stagnante e si corre sentendo addosso un senso di libertà totalizzante. L’Hillclimb, o Downhill quando capiterà di dover scendere giù da un tracciato, prevede l’uso di bolidi lanciati a folle velocità. Qui non mancano diversi scorci paesaggistici mozzafiato, frutto del talento creativo del team di sviluppo che – come in tutte le altre modalità – ha dovuto inventarsi da zero le piste, visto che V-Rally 4 non usufruisce di alcuna licenza ufficiale. In Extreme-Khana l’accento è posto sulle derapate e le sfide proposte comprendono spesso strade molto strette, tortuose e ricche di zone in cui riflessi e abilità devono fondersi al meglio per totalizzare il miglior risultato possibile.
Sembrerebbe dunque che la carne al fuoco non manchi affatto, in V-Rally 4, e in effetti è esattamente così: i giocatori difficilmente si annoieranno passando tra una specialità all’altra e la varietà è garantita dai ventidue tracciati, ciascuno disponibile in diverse condizioni meteo. Senza contare le diverse località appositamente create per le gare classiche da rally.
Qual è allora il problema di V-Rally 4?
Innanzitutto, nonostante sia uscito a un anno di distanza da WRC 7, V-Rally 4 è un gioco che riesce a essere peggiore in tutto. È come se Kylotonn abbia fatto sviluppare il titolo a un suo studio interno dando loro un budget modesto con cui gestire tutto. Il modello di guida è impreciso, le auto tendono a pattinare eccessivamente, il sovrasterzo è sempre accentuato indipendentemente dal modello della vettura e zigzagare in continuazione è l’unica certezza a cui dovrete preparavi anche se foste dei provetti piloti. Non ci sono opzioni per migliorare o quanto meno limitare questi problemi, perché gli unici interventi attuabili sono legati alla meccanica e all’assetto, con buona pace di chi pensava di poter metterci una pezza per poter guidare in maniera dignitosa.
Z-Rally
In V-Rally 4 esiste la possibilità di giocare in multiplayer fino a otto giocatori oppure in modalità split-screen, si possono creare tracciati speciali della modalità rally e nella carriera la personalizzazione dei veicoli si spinge fino all’uso di un discreto editor di livree. Sono presenti più di cinquanta auto, tra bolidi storici come la Mustang Fastback, la Porsche Carrera SC Carrera Safari, la Lancia Delta, assieme ad auto moderne come la Focus RS, la Mini Cooper, la Polo R WRC e parecchie altre sorprese che ingolosiranno gli amanti delle quattro ruote.
Insomma, lo ribadiamo ancora una volta: il problema di V-Rally 4 non sono di certo i contenuti, ma tutto il resto.
Anche graficamente il gioco appare spartano, con ambienti spogli, problemi di pop-in, bug assortiti che si estendono anche a buffi comportamenti legati alla fisica dei veicoli e un sistema di danni sostanzialmente assente dal punto di vista della cosmesi. I principali competitor, e persino il precedente gioco di Kylotonn, non ha di certo tutte queste mancanze così evidenti. La scelta della palette cromatica, soprattutto in nazioni come il Kenia e in generale su molti sterrati aridi, risulta essere molto impastata, dando un’uniformità anomala ai tracciati presenti. L’aliasing, in elementi di contorno come gli alberi o le rocce a bordo pista, è piuttosto evidente, mentre l’effettistica non risulta essere al top: giusto per fare un esempio, durante il tramonto il lens flare tende a perdere le sue caratteristiche cedendo il passo a un diffuso annebbiamento della visuale. È un prodotto strano, V-Rally 4, persino nelle modalità offerte. Giocare a Extreme-Khana dà infatti la sensazione di trovarsi di fronte a un gioco totalmente diverso rispetto ai rally. Sembra come se lo sviluppo sia stato poco organico, a compartimenti stagni, sin troppo slegate da quella che dovrebbe essere una base comune. Davvero un gran peccato, per un franchise che forse sarebbe dovuto rimanere lì al suo posto: nella memoria degli utenti che lo  avevano apprezzato.

– Diverse modalità che vi terranno impegnati a lungo

– Mole di contenuti di cui non ci può di certo lamentare

– La campagna è confusionaria e davvero mal gestita

– Sistema di guida impreciso, con auto che tendono troppo al pattinamento

– Tecnicamente arretrato

5.5

V-Rally 4, in maniera del tutto inaspettata, riesce a essere un gioco peggiore di quello precedente sviluppato dagli stessi Kylotonn. Si tratta di un titolo che tenta seguire la strada tracciata da DiRT e tallonarlo, ma il tentativo è stato vano è per larghi tratti insufficiente. Usare il nome di un marchio storico per proporre al pubblico il peggior gioco di rally tra i tre più in vista non sarà visto di buon occhio dai fan di vecchia data, ormai abituati a ben altri standard che in questo caso non sono stati neanche lontanamente sfiorati.

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