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Immagine di SaGa Scarlet Grace Ambitions, ambizioni mai sopite sbarcano su console - Recensione
Recensione

SaGa Scarlet Grace Ambitions, ambizioni mai sopite sbarcano su console - Recensione

L'eredità di PlayStation Vita

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 20/01/2020 alle 10:30
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  • Pro
    • Combat system ben congegnato
    • Orgogliosamente diverso dalla massa
    • Rigiocabile...
  • Contro
    • Narrativa dimessa
    • Picchi di difficoltà totalmente casuali
    • ...ma un po' ripetitivo

Il Verdetto di SpazioGames

7

Nonostante sia stato sviluppato solamente quattro anni or sono, per molti versi SaGa Scarlet Grace Ambitions risulta meno innovativo e meno fresco del recente terzo episodio della serie madre: pur mantenendone alcune delle caratteristiche migliori, da un ottimo combat system a una narrazione non lineare, non riesce a replicarne il bilanciamento nel livello di difficoltà e le dimensioni del mondo di gioco.

Nondimeno, per i fan della serie SaGa, troppo a lungo dimenticata da Square Enix, rimane un acquisto consigliato, a patto di accettare alcune limitazioni – come una certa ripetitività di fondo ed un comparto narrativo piuttosto insipido. Per i neofiti che volessero accostarsi alla saga, invece, raccomandiamo di partire dal succitato dal secondo o dal terzo episodio di Romancing SaGa.

Dopo anni di dimenticatoio, con Square Enix impegnata su altri fronti, la serie SaGa sta vivendo una fase di forte rilancio, e, dopo la recente pubblicazione di Romancing SaGa 3, che ci è piaciuto non poco, si fregia addirittura di un capitolo inedito, uscito nelle scorse settimane anche per PS4 (versione recensita), Switch e PC, dopo il debutto su PlayStation Vita.

Andiamo a scoprire insieme se SaGa Scarlet Grace Ambitions ha altre frecce al suo arco, oltre a un discreto pedigree.

Un lungo silenzio

Dormiente dai tempi di Playstation 2 (e dall’anno 2005, se la memoria non ci inganna), la serie SaGa non si è mai svincolata del tutto dal ruolo di cadetta rispetto a quelle preferite da mamma Square Enix: vuoi per le meccaniche sperimentali rispetto alla media dei congeneri, vuoi per il livello di difficoltà a tratti proibitivo, la serie che faceva capo al genio creativo di Akitoshi Kawazu non ha mai davvero goduto dei famigerati “quindici minuti di celebrità”, quantomeno non fuori dal Giappone.

Per quel poco che vale, considerando quanto atipica sia, la narrativa che sorregge SaGa Scarlet Grace Ambitions è ambientata in un mondo fantasy che vive di cicli, ed è quadripartita tra protagonisti tanto interessanti quanto differenti tra loro: Urpina, Taria, Leonard e Balmaint.

La prima è una principessa costretta a ricorrere alle armi per difendere il proprio regno e la sua famiglia, la seconda un’artigiana particolarmente in linea con il karma, il terzo un umile contadino che sogna di trovare, un giorno, la mitica città di Ei-Hanum e l’ultimo un boia in cerca di vendetta contro il suo precedente signore.

Nonostante i fili della narrazione vengano tirati con maestria sul finire dell’avventura, e nonostante continui a piacerci la scelta di porre delle domande al giocatore a inizio partita per determinare con quale protagonista inizierà la sua avventura, riteniamo che la narrazione non sia né il fulcro del prodotto né tantomeno uno dei suoi punti forti, nonostante lunghe sequenze in stile visual novel e diverse ramificazioni a cui è possibile accedere tramite un basilare sistema di scelte multiple.

Un tiro di dadi ci salverà

La struttura di gioco è suddivisa in due sezioni ben distinte, che si legano per portare avanti la storyline principale e permettere la crescita dei personaggi del party: a sezioni in cui si esplora la mappa di una delle province in cui è suddiviso il mondo di gioco si alternano combattimenti a turni di difficoltà variabile (anche troppo, ma ci torneremo).

Durante le prime, il giocatore porta avanti la trama a seconda delle sue scelte: sulla mappa spuntano numerosi nodi da visitare, ognuno dei quali può portare in dote una serie di eventi tra un combattimento, l’arruolamento di un personaggio secondario, un evento di dialogo con un NPC o la scoperta di una città o accampamento, dove spendere i soldi guadagnati in battaglia per migliorare l’equipaggiamento dei propri personaggi e fare scorte di oggetti.

Questo sistema rende necessario, quindi, usare una strategia ben pensata per permettere a tutti i membri di fare la loro parte e sfruttarne i punti di forza, considerando che ci sono otto diversi tipi di armi equipaggiabili e che molti dei nemici incontrati sono vulnerabili solamente a uno o due di questi.

A rovinare parzialmente anche queste fasi, però, c’è un bilanciamento della difficoltà quantomeno discutibile: se i titoli della serie sono sempre stati famosi per il livello di sfida offerto, in SaGa Scarlet Grace Ambitions è non solo possibile, ma purtroppo probabile uscire vincitori da uno scontro senza alcuna fatica solo per essere miseramente battuti in due colpi in quello successivo, senza alcun filo logico.

Cimentarsi in più battaglie possibili per rinforzare il gruppo potrebbe sembrare una soluzione, ma questo non è sempre possibile per via del fatto che al giocatore non è dato sapere prima quali eventi comprenderanno uno o più combattimenti.

Come se non bastasse, durante le nostre ore di gioco ci è sembrato che i nemici scalassero con il livello del nostro party, rendendo sempre avvincenti (anche troppo, a volte) gli scontri e limitando fortemente l’efficacia del classico processo di grinding.

Chi ci legge con costanza sa che non abbiamo mai disprezzato un gioco difficile, anzi, ma quando la sconfitta arriva in maniera quasi randomica, come in seguito ad un infausto tiro di dadi, ciò che ne deriva, più che la voglia di rivalsa immediata, è la frustrazione.

Piccole aggiunte

Il comparto tecnico della produzione tradisce, inevitabilmente, tanto le limitazioni di budget con cui il team si è dovuto rapportare ai tempi dello sviluppo quanto la natura portatile della prima console ospite del progetto.

Ecco perché, nonostante questa versione console possa contare su un gran numero di linee di dialogo doppiate (in inglese), animazioni rinnovate e una colonna sonora rivisitata, l’impatto visivo è solo discreto, con oscillazioni qualitative anche significative tra i modelli dei personaggi principali e quelli dei mostri che saremo chiamati a combattere.

Eppure il buono che c’era già nella versione per la sfortunata console portatile Sony viene a galla, dalle splendide animazioni in stile libro pop-up nelle sessioni di esplorazione alla bontà del design delle talking head durante le lunghe sequenze dialogiche.


Difficile quantificare il monte ore complessivo che la produzione può offrire: si va da un minimo di una ventina abbondante per coloro i quali si accontenteranno di un solo assaggio del mondo creato dal team di sviluppo, alla cinquantina scarsa per quanti, invece, vorranno impersonare ogni eroe e girare ogni sasso delle lande visitate.

+ Combat system ben congegnato

+ Orgogliosamente diverso dalla massa

+ Rigiocabile...

- Narrativa dimessa

- Picchi di difficoltà totalmente casuali

- ...ma un po' ripetitivo

7.0

Nonostante sia stato sviluppato solamente quattro anni or sono, per molti versi SaGa Scarlet Grace Ambitions risulta meno innovativo e meno fresco del recente terzo episodio della serie madre: pur mantenendone alcune delle caratteristiche migliori, da un ottimo combat system a una narrazione non lineare, non riesce a replicarne il bilanciamento nel livello di difficoltà e le dimensioni del mondo di gioco.

Nondimeno, per i fan della serie SaGa, troppo a lungo dimenticata da Square Enix, rimane un acquisto consigliato, a patto di accettare alcune limitazioni – come una certa ripetitività di fondo ed un comparto narrativo piuttosto insipido. Per i neofiti che volessero accostarsi alla saga, invece, raccomandiamo di partire dal succitato dal secondo o dal terzo episodio di Romancing SaGa.

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