Hood: Outlaws & Legends | Recensione - Robin Hood in salsa multiplayer
Hood: Outlaws & Legends ci porta un'interpretazione più cupa della classica leggenda di Robin Hood basata interamente sulla componente multiplayer.
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a cura di Silvio Mazzitelli
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Sumo Digital
- Produttore: Focus Home Interactive
- Distributore: Focus Home Interactive
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Gioco di Ruolo , Action Adventure
- Data di uscita: 10 maggio 2021
La leggenda di Robin Hood è sempre stata una storia incredibilmente popolare, tanto da perdersi tra realtà storica e mito. Al giorno d’oggi non si contano le innumerevoli versioni realizzate prendendo spunto da questa figura: libri, film, fumetti e anche videogiochi. Proprio da una nuova rilettura della leggenda arriva il videogioco Hood: Outlaws & Legends, nuovo titolo realizzato dagli sviluppatori di Sumo Digital e pubblicato da Focus Home Interactive. Hood è attualmente disponibile per PlayStation 5 e PlayStation 4, Xbox Series X/S e Xbox One e anche per PC, sia su Steam che su Epic Games Store.
La nuova incarnazione videoludica dedicata al principe dei ladri non vuole ri-narrare gli eventi della famosa leggenda, ma punta a sfruttare ambientazione e personaggi per realizzare un interessante titolo basato interamente sulla componente multiplayer.
Una volta entrati nelle atmosfere della fitta e pericolosa Foresta di Sherwood, non resta altro che sfidare la legge e questa volta fare i conti anche con delle bande di ladri avversarie.
Colpo grosso a Sherwood
Appena avviato il gioco, veniamo subito catapultati all’interno di una missione che serve da tutorial per le meccaniche principali di Hood: Outlaws & Legends. Il titolo ha una formula atipica definita PvPvE, ossia uno scontro multiplayer contro altri giocatori a cui si unisce anche una fazione di nemici controllati dall’IA. Questa formula sta iniziando a essere utilizzata sempre più spesso in molti videogiochi – per fare un esempio, è possibile ritrovarla anche in Hunt: Showdown e Scavengers. Il tutorial serve anche a presentarci i quattro personaggi principali che attualmente potremo utilizzare nel gioco.
Hood, sebbene sprovvisto di una modalità storia o di qualcosa che le assomigli, punta a caratterizzare gli eroi della leggenda di Robin Hood in maniera più cupa rispetto alle rappresentazioni classiche, quindi non aspettatevi un’atmosfera nello stile Disney. L’aspetto dei quattro è infatti più da tagliagole esperti che da eroici salvatori del popolo e questo lo dimostrano in gioco, quando ci sarà da fare una carneficina delle guardie dello Sceriffo di Nottingham.
Ogni personaggio ha i propri punti di forza e debolezze, che bisogna imparare a sfruttare per utilizzarli al meglio in battaglia. Robin è il classico arciere il cui pregio è la possibilità di colpire a distanza, insieme alle sue ottime capacità d’infiltrazione.
Marianne è invece un’ombra, la migliore per quanto riguarda lo stealth puro, ed è in grado di uccidere con maggiore facilità i nemici aggirandoli. Inoltre, è dotata di una balestra a ripetizione piuttosto efficace a medio e corto raggio.
John è invece il tank, resistente ai colpi nemici e soprattutto dotato della capacità di farli a pezzi facilmente con il suo possente martello. Chiaramente non è un fan delle entrate in scena silenziose. Grazie alla sua forza può anche sollevare i pesanti cancelli di ferro in modo da lasciar passare i suoi compagni.
Infine, Tooke è invece un mix tra combattente corpo a corpo e un personaggio di supporto. In combattimento usa un flagello con cui può tenere i nemici a distanza infliggendo loro anche un discreto danno, ed è l’unico personaggio in grado di curare gli alleati.
Ognuno dei quattro ha inoltre la possibilità di utilizzare un’abilità speciale unica dopo aver atteso un tempo di caricamento. Robin può scagliare una freccia esplosiva estremamente potente, Marianne può diventare invisibile per pochi secondi, John diventa più potente e non consuma stamina per un breve periodo di tempo, mentre Tooke può curare tutti gli alleati nell’area e identificare le posizioni dei nemici vicini. I personaggi sono tutti ben differenziati e ognuno offre uno stile di gioco completamente diverso dall’altro.
Al momento però è disponibile soltanto una modalità per giocare in multiplayer, chiamata Rapina. Ne esiste anche un’altra in realtà, chiamata Addestramento, ma si limiterà a mettere il vostro team soltanto contro la fazione controllata dall’IA senza la presenza di un team avversario di giocatori. I nemici controllati dall’intelligenza artificiale non offrono una grande sfida e questa modalità servirà principalmente per conoscere al meglio le cinque mappe presenti attualmente all’interno del titolo in modo da essere meglio preparati nelle sfide contro altri giocatori.
Passando al cuore del gioco, ossia la modalità Rapina, questa è divisa in tre fasi ben distinte. La prima è il recupero della chiave nelle mani dello Sceriffo. Entrambi i gruppi di giocatori dovranno farsi strada in un’area presieduta da diverse guardie fino ad identificare la posizione dello Sceriffo per rubargli la chiave. Lo Sceriffo è un PNG speciale, non può essere ucciso e può inoltre uccidere qualunque personaggio con un colpo solo, dunque l’unico modo di rubargli la chiave è prendergliela di nascosto. Fortunatamente il nostro antagonista è talmente corazzato da muoversi piuttosto lentamente, anche se ci ha divertiti il fatto che il suo modo di inseguirci ricordasse molto quello di Mr. X nel remake di Resident Evil 2 (che è attualmente in offerta, segnaliamo), con il suo incedere lento e pesante.
Sottratta la chiave bisognerà trovare la posizione del forziere e rubarlo, e qui si inizierà a incontrare più spesso i giocatori della fazione avversaria e di conseguenza inizieranno a intensificarsi gli scontri. Infine, una volta ottenuto lo scrigno, bisognerà portarlo a un punto di estrazione dove inizierà l’ultima fase. Posizionato il forziere, bisognerà utilizzare una sorta di argano, per sollevarlo e conquistare così il tesoro. La progressione sarà visualizzabile da una barra divisa in diverse tacche, e la squadra che completerà l’ultima tacca sarà la vincitrice, indipendentemente dai risultati precedenti. Il difficile in questa fase sarà il riuscire a proteggere dagli attacchi nemici i due giocatori intenti a utilizzare l’argano. Quest'ultima parte solitamente è quella più lunga e impegnativa all'interno di una partita.
I soldi ottenuti in questi scontri potranno poi essere utilizzati per acquistare oggetti cosmetici e potenziamenti per i nostri personaggi o per potenziare il Nascondiglio, l’hub di gioco di Hood. In quest’area interattiva potremo modificare i perk dei personaggi o le skin delle armi e delle armature, addestrarci contro dei manichini e scegliere se iniziare una nuova Rapina o passare alla modalità Addestramento. Alcune funzioni del Nascondiglio si sbloccheranno soltanto una volta raggiunto un determinato livello.
Questo è in pratica tutto quello che è possibile fare attualmente in Hood: Outlaws & Legends. Il titolo, come già detto, è al momento provvisto di una sola modalità multiplayer, che, per quanto possa essere ben congegnata, finisce inesorabilmente per stancare, dopo qualche ora di gioco. Gli sviluppatori hanno già mostrato una roadmap che illustra le aggiunte dello Year 1 del titolo, dove ci saranno diversi update gratuiti. Il primo aggiornamento non ha ancora una data, ma prevede l’aggiunta di una nuova modalità e un nuovo personaggio.
Il panorama attuale dei titoli basati sul multiplayer è molto competitivo e riuscire a tenersi stretta una fanbase che dia linfa vitale al proprio gioco è davvero difficile. Per questo è importante partire da una solida base al lancio, così che gli sviluppatori abbiano il tempo di creare nuovi contenuti prima che i giocatori si stufino di quelli presenti all'inizio. Hood, con una sola modalità presente al lancio, sta rischiando grosso, dato che nessuno garantisce che i giocatori saranno ancora lì all’arrivo dei prossimi update.
Calzamaglia e sangue
Il gameplay di Hood vuole essere una sorta di fusione tra meccaniche stealth e d’azione: infatti, le prime due fasi di ogni Rapina sono pensate per favorire l’approccio stealth necessario per rubare la chiave dello sceriffo e per arrivare fino alla stanza dove il tesoro è custodito attirando il meno possibile l'attenzione. Invece durante la fase di estrazione del tesoro partirà una battaglia più a viso aperto per riuscire a far proprio lo scrigno. Qui le meccaniche action diventeranno preponderanti. Il problema è che non funziona tutto così alla perfezione.
Le meccaniche stealth non sono mai davvero fondamentali se non nel momento in cui bisognerà prendere la chiave allo Sceriffo. Per il resto del tempo sono quasi opzionali, dato che l’IA nemica è troppo permissiva. Una volta che i nemici avranno avvistato un giocatore, cercheranno di fermarlo dando anche l’allerta, ma sia per il loro passo lento sia perché non sono molto svegli, basterà ignorarli correndo in giro per la mappa per evitare che ci creino grossi problemi. Se avremo un personaggio fisicamente possente come John potremo anche farli a pezzi facilmente, cosa che in realtà è possibile fare con qualunque dei quattro fuorilegge.
L’unico momento in cui i nemici si rivelano un po’ più ostici è durante la fase finale della battaglia, dove arrivano cavalieri in armatura più difficili da sconfiggere, senza contare l’invincibile Sceriffo. Tuttavia, con qualche bomba e abilità speciale si può far piazza pulita di questi avversari senza grosso impegno. I nemici controllati dall’IA saranno poi più presenti nelle fasi iniziali della battaglia, per poi scomparire quasi del tutto nello scontro finale per l’ottenimento dello scrigno.
Capiamo le intenzioni degli sviluppatori, che desideravano dei momenti di scontro solo tra giocatori senza interruzioni, ma in questo modo le forze nemiche controllate della CPU risultano un semplice fastidio di poco conto, che non dura nemmeno per tutta una partita e non permette neanche di sfruttare al meglio le meccaniche stealth.
Altro elemento poco convincente è la mancanza di una limitazione per l’utilizzo dei personaggi. Infatti, volendo, si potrebbe creare un team con un solo tipo di personaggio. La fase in cui i giocatori interagiscono di più è quella finale, come già detto, e qui i personaggi come John e Tooke, più forti nello scontro fisico, hanno un certo vantaggio sul più debole Robin e in particolare su Marianne, che non gode di un attacco a distanza particolarmente preciso. Per prevalere in uno scontro è fondamentale la giusta gestione della barra della stamina, che è molto punitiva, dato che basteranno un paio di attacchi o di schivate per consumarla completamente.
John e Tooke avranno meccaniche più da action con la possibilità di agganciare un avversario, la parata al posto della schivata e due tipi di attacchi corpo a corpo, mentre Marianne e Robin potranno solo schivare e fare un debole attacco corpo a corpo. Dunque nella battaglia finale per lo scrigno viene da sé che utilizzare personaggi più forti fisicamente faciliti di molto i combattimenti. Trovarsi di fronte a un giocatore che utilizza John mentre stiamo utilizzando Marianne porterà il 90% delle volte alla morte in uno scontro ravvicinato.
Per comprendere meglio lo sbilanciamento dovuto alla mancata limitazione di personaggi uguali in campo facciamo un esempio. Con il fatto che la squadra a vincere sarà quella che riempirà l’ultima tacca per estrarre il forziere, in uno scontro tra un team equilibrato con quattro personaggi diversi e uno con quattro John, basterà che i quattro John attendano che l’altro team faccia il lavoro sporco e poi arrivino a massacrare tutti con i loro martelli riempiendo la parte finale della barra per l’estrazione.
Sia chiaro, la disparità non è così eccessiva da dare automaticamente per spacciati i personaggi meno abili fisicamente – un bravo giocatore esperto di Robin o di Marianne o un team ben affiatato riusciranno comunque a essere competitivi – ma è evidente che se non si ha un team di amici con cui coordinarsi o non si abbia ancora piena dimestichezza con un personaggio, le disparità sono al momento presenti e pesanti. La speranza è che nei futuri aggiornamenti si metta un limite all’utilizzo di personaggi uguali in un team.
Hood permette anche di eseguire uccisioni silenziose colpendo gli avversari alle spalle – che ricordano un po’ quelle eseguibili nelle modalità multiplayer di alcuni vecchi Assassin’s Creed. Questa meccanica è comune a tutti i personaggi e non soltanto a quelli più portati per lo stealth, ma anche in questo caso ci sono alcune imperfezioni.
Ci è capitato ad esempio di venire uccisi anche se avevamo chiaramente visto l’avversario e ci eravamo girati per intercettarlo; inoltre, le uccisioni silenziose sono eseguibili anche quando un personaggio è impegnato in un’animazione, cosa che non gli permette di muoversi fino alla fine della stessa. Ad esempio, nella nostra esperienza diverse volte abbiamo effettuato noi un’uccisione silenziosa per poi essere uccisi a nostra volta in questo modo, solo perché l’avversario ci ha colpiti da dietro mentre era ancora in corso la nostra animazione.
Nonostante questi difetti Hood: Outlaws & Legends risulta comunque piuttosto divertente da giocare durante le prime ore. I personaggi, nonostante gli sbilanciamenti a cui accennavamo prima, sono ben diversificati e offrono sempre spunti diversi di gameplay. La presenza di nemici controllati dall’IA genera situazioni varie e divertenti, come ad esempio la possibilità di attirare lo Sceriffo verso un ignaro nemico sperando che venga catturato e schiacciato dal possente guerriero.
Le cinque mappe presenti hanno poi un buon design, con ambienti molto variegati. Ogni area offre anche un leggero approccio strategico dato che in ognuna ci saranno delle zone di respawn da controllare come in una classica modalità Cattura la Bandiera. Controllare le aree di respawn potrà fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta soprattutto nella battaglia finale per l’estrazione dello scrigno, dove chi controlla il punto di respawn più vicino potrà godere di preziosi secondi risparmiati nell’arrivare sul luogo della battaglia, così da avere nella maggior parte dei casi la superiorità numerica.
Il problema principale è che questo divertimento inizia a scemare dopo poche ore di gioco, quando si comincia a conoscere ogni mappa a memoria e si è ormai compreso come funzionano tutti i personaggi. Far salire di livello il Nascondiglio e i nostri quattro fuorilegge non incentiva molto la rigiocabilità, dato che i perk disponibili non cambiano radicalmente lo stile di gioco, ma spesso sono dei leggeri bonus passivi, mentre per il resto si tratta solo di sbloccare la possibilità di ottenere qualche oggetto estetico per cambiare l’aspetto dell’arma o del vestito di un personaggio.
Ci sono anche delle sfide giornaliere per ottenere denaro ed esperienza extra e dei collezionabili da trovare in ogni mappa, ma anche queste aggiunte non invogliano certo a proseguire nell’avventura una volta che l’unica modalità presente sarà venuta a noia.
Cross-gen e cross-play
Tra gli aspetti positivi di Hood c’è la presenza del cross-play, cosa che permette di giocare con amici che utilizzano un’altra piattaforma. Il matchmaking del titolo però non è ancora perfetto, allo stato attuale. Spesso ci è capitato di finire con avversari di livello estremamente più alto del nostro con team male assortiti. Fortunatamente il livello del giocatore in questo caso non è troppo importante dato che non influenzerà statistiche o abilità dei personaggi, e al massimo gli avversari avranno un paio di perk equipaggiati in più, ma questo non genererà grandi differenze una volta scesi in campo.
Il difetto maggiore del matchmaking è invece la sua lentezza. Con il cross-play attivato spesso abbiamo dovuto attendere anche oltre i cinque minuti per riuscire a iniziare una partita. Il titolo fa infatti molta fatica a trovare gli 8 giocatori necessari per dare il via alla battaglia. Una volta in gioco però non abbiamo avuto problemi, né di lag né di disconnessioni nostre o di altri giocatori.
La nostra prova è avvenuta su una PlayStation 5, dove il titolo scorre a 60 fps senza rallentamenti. Graficamente non ci si può certo prefigurare un lavoro che sfrutti al meglio la potenza delle nuove console, essendo Hood un titolo cross-gen, e infatti non aspettatevi miracoli rispetto alle versioni per la precedente generazione. Il gioco ha comunque delle ambientazioni riuscite, sia per quanto riguarda il level design che artisticamente, e dei personaggi esteticamente ben caratterizzati. Le animazioni invece non sono perfette: specialmente in battaglia sono molto legnose e non danno l’idea di avere il pieno controllo del personaggio.
Il DualSense è sfruttato in parte, ad esempio con l’utilizzo dell’arco di Robin, dove i grilletti simuleranno il tendersi della corda, o quando sentiremo i pesanti passi dello Sceriffo avvicinarsi tramite vibrazioni. Le musiche sono in linea con l’atmosfera medievaleggiante del titolo, ma senza nessun pezzo realmente indimenticabile.
Versione analizzata: PS5
Se volete delle ottime cuffie per coordinarvi con il vostro team di amici durante le sfide in multiplayer potete acquistare le Turtle Beach Elite Pro 2 da Amazon.
Voto Recensione di Hood: Outlaws & Legends - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Personaggi dal gameplay ben diversificato l'uno con l'altro
-
Interessante la formula PvPvE
Contro
-
Una sola modalità di gioco presente
-
Fasi stealth e action da bilanciare meglio
-
L'IA dei nemici lascia molto a desiderare
-
Matchmaking piuttosto lento