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Recensione

Wild Blood

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Pubblicato il 27/10/2012 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Pubblicando titoli a ritmi vertiginosi da almeno tre anni a questa parte, Gameloft si è prepotentemente candidata al ruolo di principale publisher per piattaforme iOS, sapendo unire spesso una notevole qualità alla quantità.A fronte di questa prolificità, i detrattori della casa transalpina hanno sempre imputato a quest’ultima una scarsa originalità, soprattutto a causa di una serie di titoli che richiamavano (delle volte al limite del plagio) prodotti preesistenti disponibili per le console casalinghe.Dopo i due tie-in di Spiderman e Batman, ecco arrivare Wild Blood, IP inedita ma con evidenti richiami alle avventure dello spartano più famoso della storia recente, Kratos, con una spruzzatina del discreto Undead Knights di Tecmo, esclusiva PSP.

Storie distorteL’antefatto narrativo di Wild Blood promette bene, con una rivisitazione in chiave dark della leggenda di Re Artù: venuto a conoscenza della tresca tra la sua bella regina Ginevra e il prode Lancillotto, valoroso primo cavaliere del suo esercito, il sovrano non la prende granché bene, per usare un eufemismo, e pensa bene di rivolgersi alla strega Morgana, chiedendole si utilizzare le sue arti oscure per ottenere l’agognata vendetta.Nel più classico dei “topoi” videoludici, la situazione sfugge clamorosamente di mano al regnante, che, accecato dall’ira e dalla gelosia, consente alla strega di sguinzagliare per il suo reame la peggior feccia proveniente dagli Inferi, che non esita a devastare, saccheggiare e trucidare.Inutile dire che il giocatore vestirà gli scomodi (ma possenti) panni di un Lancillotto inedito, che mai avevamo visto sullo schermo tanto cattivo, e, concedetecelo, tanto incazzato.Lungo una serie di livelli da classico action in terza persona, quindi, il giocatore dovrà farsi largo tra orde inferocite di mostri.

Gameplay familiareFatto l’occhio alla magnificenza grafica che ci accoglie sin dalle prime schermate, il gioco propone un gameplay abbastanza classico, con un eroe inquadrato di spalle alle prese con scenari tridimensionali mai eccessivamente ispirati zeppi di nemici, perlopiù intenti a caricarci a testa bassa, correndo rapidamente incontro alla loro inevitabile fine.Si potrebbe obiettare che al giorno d’oggi, dopo 30 anni abbondanti di storia videoludica, sia difficile inventare qualcosa, soprattutto in un genere particolarmente inflazionato come quello degli action in terza persona, ma Wild Blood non sembra nemmeno provarci, accontentandosi di proporre soluzioni già viste decine di volte, che non annoiano l’amante di questo tipo di produzioni ma che probabilmente non riusciranno ad entusiasmare quanti sceglieranno di sborsare i 5,49 euro richiesti dall’applicazione.Il sistema di controllo è fortemente legato al device su cui si deciderà di cimentarsi col gioco, rivelandosi sufficientemente distribuito sul più generoso schermo di iPad e decisamente scomodo su quello di iPhone, vista la contemporanea presenza su schermo, oltre alla consueta (e discretamente imprecisa) croce direzionale di altri tre tasti sul lato destro, adibiti all’attacco con arma primaria, all’attacco con arma secondaria e alla schivata.Discorso analogo per la visuale, che alterna stacchi registici brillanti, che fanno risaltare ulteriormente la veste grafica sui dispositivi più performanti, a cadute di stile inspiegabili, che costringono il giocatore a provare (perlopiù invano) a difendersi da attacchi portati da nemici invisibili.Un peccato, perché il sistema di crescita del personaggio è ben strutturato, la longevità si attesta su livelli ottimi se consideriamo le piattaforme di riferimento e in fondo, come tutti gli action “no brain”, il gioco si presta benissimo per 15 minuti di relax dopo una intensa giornata di lavoro.Gameloft ha gettato nel calderone anche un discreto multiplayer fino a 8 giocatori, che va a comporre un’offerta quantitativamente nutrita , quasi a voler giustificare un prezzo non tra i più popolari.

Unreal GameloftCome ormai da standard per le produzioni del publisher transalpino, si fa fatica a muovere critiche all’aspetto puramente tecnico: Wild Blood segna il debutto della casa produttrice con Unreal Engine, e il risultato è davvero lusinghiero, in termini di solidità del motore, particolari a schermo, fluidità e modellazione poligonale, nonostante qualche texture sottotono, soprattutto nei modelli dei nemici e in alcune porzioni degli scenari.Se fruito su iPad di ultima generazione, l’ultimo prodotto Gameloft entra senza troppa fatica nella top 10 di sempre delle applicazioni sullo store Apple.Apprezzabile la compatibilità col vecchio 3GS, sebbene questo device e su iPhone 4 le performance grafiche non siano ovviamente al livello di quelle dei cugini più recenti.

– Tecnicamente ottimo

– Immediato

– Buona longevità

– Telecamera ballerina

– Controlli non sempre all’altezza

– Poca personalità

7.0

Non abbiamo mai criticato la mancanza di originalità in sé, propria di moltissime produzioni targate Gameloft, perché siamo convinti che un buon gioco rimanga tale anche quando la sua natura si riveli parzialmente iterativa.

Se quindi non promuoviamo a pieni voti questo Wild Blood è per mancanze di altro ordine, da una gestione della telecamera quantomeno approssimativa a dei controlli virtuali non sempre precisi e affidabili.

Non tutto oro quel che luccica, insomma, vista l’eccezionale cosmesi, ma nemmeno tutto da buttare: l’avventura è lunga e discretamente impegnativa, la varietà di mostri nemici è sufficiente e il multiplayer sarà una ciliegina sulla torta per molti giocatori. Solo non aspettatevi un capolavoro.

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