Il Verdetto di SpazioGames
La storia videoludica, soprattutto quando ancora lo sviluppo in 3d non esisteva, è costellata da una folta schiera di Giochi di Ruolo di stampo nipponico, tra le cui fila è possibile identificare ancor oggi alcuni dei migliori esponenti del genere. L’unione tra questo genere e quello degli strategici a turni generò inoltre tutta una serie di titoli ancor più interessanti, tra cui è impossibile non citare ad esempio Final Fantasy Tactics, che risultò come uno dei migliori esponenti della categoria riuscendo ad appassionare sia gli estimatori delle avventure classiche e sia tutti coloro che volevano approfondire maggiormente la componente strategica, ragionando turno dopo turno sulle migliori azioni da mettere in atto. Sono trascorsi però molti anni da quando questo filone iniziò a muovere i primi passi e proporre nel 2010 questo Vandal Hearts: Flames of Judgment rappresenta certamente un bel rischio, a fronte di standard videoludici profondamente cambiati rispetto ad un tempo. Il gioco è da poco disponibile per il Marketplace di Xbox 360 al prezzo di 1200 Microsoft Points, scopriamo insieme di che si tratta.
La storia si ripeteCome accennavamo in precedenza, il contesto videoludico attuale è ben diverso da quello di un tempo e se è pur vero che la serie Vandal Hearts non è certo un nome qualsiasi, il fatto stesso che la strada percorsa dagli sviluppatori sia rimasta ormai ben poco trafficata potrebbe far sorgere più di un dubbio circa la popolarità del genere in questione che, come tanti altri negli ultimi anni, sta ormai scomparendo lasciando spazio a categorie ben più complesse ed articolate. Dopo uno sviluppo piuttosto travagliato e contraddistinto da tutta una serie di problematiche, imprevisti e cambi di rotta, alla fine il tutto è stato realizzato in maniera decisamente classica a livello di gameplay, ma seguendo uno stile particolare dal punto di vista grafico, che si pone a metà tra una rivisitazione moderna delle scelte di un tempo e la voglia di non discostarsi troppo dalle origini, come avremo modo di approfondire nel dettaglio a breve. Non ci soffermeremo molto sulla storia che farà da sfondo alle vostre avventure, sia per non rivelare particolari che potrebbero rovinarvi qualche sorpresa e sia perché analizzandola nel dettaglio purtroppo non è risultata come una delle migliori trame mai realizzate, risultando anzi piuttosto carente dal punto di vista dell’immersione e non certo originale nel complesso. In questo prequel vestirete i panni del giovane Tobias, un orfano che ben presto si ritroverà suo malgrado a dover impugnare le armi per difendere il suo regno dai classici nemici di turno, intenzionati come sempre a spazzare via tutto e tutti pur di ottenere il potere assoluto. Purtroppo non servirà che poco tempo per accorgersi della fragilità della trama e considerando l’importanza di tale elemento il rischio di perdere interesse è più che mai elevato. Anche l’impatto iniziale con la componente grafica potrebbe contribuire inoltre a far storcere il naso a quanti si sarebbero aspettati delle scelte di ben altro tipo, in quanto la visuale isometrica in 3d adottata risulta leggermente discordante rispetto ai precedenti episodi pubblicati ed oltretutto non propone certamente modelli poligonali di qualità, che anzi risultano decisamente anonimi nel complesso e non contribuiscono certo ad accrescere il coinvolgimento del giocatore.
Resistere fino alla fineDal punto di vista della meccanica adottata il gioco non fa nulla invece per nascondere le proprie origini ma anzi propone dinamiche fin troppo classiche e scontate, che qualcuno potrebbe aver affrontato anche una decina d’anni fa, se in possesso di una certa esperienza nel genere in questione. Il giocatore si ritrova a spostarsi all’interno di mappe suddivise in una sorta di griglia, in cui turno dopo turno dovranno essere scelte le azioni da svolgere valutando con attenzione la posizione degli avversari e studiando anche la stessa composizione degli ambienti di gioco al fine di sfruttare eventuali punti di vantaggio. Gli scontri si effettuano infatti utilizzando diverse tipologie di armi che, in perfetto stile strategico, offriranno sia vantaggi che svantaggi e potranno essere più o meno efficaci in relazione alla posizione della vostra unità nei confronti di quella nemica, sia in fase di attacco e sia durante la difesa. Come sempre in questi casi, la missione giunge a compimento quando l’intero gruppo nemico è stato sbaragliato, anche a costo di subire gravi perdite tra le proprie fila, fatta eccezione per alcuni personaggi chiave. Riguardo agli strumenti in vostro possesso, è interessante segnalare che ogni unità può disporre di due items per l’attacco, che è possibile equipaggiare senza pericolo di “bruciare” l’azione concessa all’interno del proprio turno. In base alla tipologia di attacchi effettuati ed alle azioni svolte potrete migliorare solo alcune caratteristiche o portare il personaggio ad un incremento più omogeneo del suo livello d’esperienza, cercando quindi di ottenere il risultato prefissato. Il gioco prosegue così in maniera molto lineare e consentendo la possibilità di visitare nuove aree una volta completate alcune missioni ma senza particolari extra ottenibili in caso di obiettivi completati senza alcuna perdita.Tecnicamente il gioco risulta discretamente realizzato, ma non abbiamo apprezzato particolarmente il comparto grafico che appare obiettivamente troppo anonimo nel complesso, mentre il sonoro si compone di una colonna sonora gradevole ma ben lontana da un livello qualitativo davvero elevato. Per completare l’avventura saranno necessarie un buon numero di ore ma vista la linearità della struttura ludica proposta il rischio che gli stimoli vengano a mancare è davvero dietro l’angolo.
– Buon mix di elementi strategici
– Concept vecchio stile…
– Tecnicamente gradevole
– Struttura narrativa priva di spessore
– … ma il gameplay risulta monotono
– Inferiori ad altri storici GDR
6.0
Vandal Hearts: Flames of Judgment è un gioco che risulta fin troppo ancorato ad una meccanica classica, che ad oggi potrebbe non riuscire più a soddisfare i gusti degli appassionati, a fronte di un gameplay lineare nel complesso. Pur con i numerosi elementi strategici presenti, idealmente in grado di rendere maggiormente articolate le dinamiche da adottare durante le fasi di combattimento, in realtà il maggiore problema è caratterizzato dall’assenza di una storia davvero coinvolgente, fattore questo che unito ad una realizzazione tecnica apprezzabile ma non certo sopra la media dal punto di vista del carisma dei personaggi presenti, contribuisce a non consentire al prodotto Konami di elevarsi ad uno status convincente dal punto di vista qualitativo. Investire 1200 Microsoft Points in un titolo del genere rappresenta quindi un rischio e consigliamo solo agli appassionati del genere di prenderlo davvero in considerazione.