Il Verdetto di SpazioGames
Diablo fin dalla sua prima apparizione nel lontano 1996 ha saputo imporsi come un punto di riferimento e metro di giudizio del genere Hack ‘n’ Slash, di cui viene considerato all’unanimità, il Padre Fondatore e ancora oggi la migliore rappresentazione. Quando un prodotto raggiunge un tale livello, è normale la corsa da parte di molte software house nell’eguagliarlo o provare almeno ad emularne lo stile. Da allora di simil-Diablo se ne sono visti a centinaia e di tutti i gusti, a volta da far venire addirittura la nausea. Purtroppo, tra pallide imitazioni e cloni semiriusciti, gli anni sono passati, e senza trovare un vero successore, sembrava giunta la parola fine ad un genere che oramai risultava fuori moda e quasi dimenticato. Ma, ecco che Blizzard decide improvvisamente di rispolverare il suo vecchio brand e annunciare, nello stupore generale, l’arrivo di Diablo 3. Ovviamente, come di consueto, “arriverà quando sarà pronto”. Ma ora la caccia all’ Hack ‘n’ Slash è di nuovo aperta, e ci pensa Runic Games, con il suo Torchlight, ad aprire le danze. Questa volta a curare lo sviluppo del titolo non sono dei semplici “copioni” ma gli “originali”. Infatti fra le fila del Team Runic Games militano Max Schaefer e Erich Schaefer, due dei game designer che svilupparono proprio Diablo e Diablo II. Forse, almeno questa volta, il ricordo di Diablo potrebbe essere una “luce nel buio”.
Sotto la miniera, e ancora più sottoLa prima decisione che il giocatore si trova a dover affrontare è la scelta dell’alter ego. Sono tre le possibili alternative: il nerboruto guerriero, la cui espressione poco furba, fa subito intendere come sua prerogativa la mera forza bruta; l’alchimista, ovvero un simil-mago, inizialmente meno efficace delle altre classi, ma poi devastante raggiunti alti livelli e con i giusti potenziamenti; e infine la vanquisher: un’abile donna guerriero dotata di grande destrezza nel maneggiare armi a lunga gittata come archi e pistole. Il secondo passo è la scelta dell’animale che affiancherà il giocatore nell’avventura, con la possibilità di optare fra un cane o un gatto. Una volta risolto anche questo aspetto, Torchlight vi porterà in una città mineraria, la cui esistenza e quella dei suoi poveri abitanti è minacciata da misteriose forze del male. Sarà allora vostro il compito di scendere nelle miniere e svelare gli arcani misteri che vi si celano, riportando la serenità nella piccola cittadina. Il plot narrativo che fa da sfondo si rileva poco emozionante e piuttosto superficiale, utile solo come incentivo al semplice e forsennato punta e clicca che contraddistingue questo GDR. La quest principale si snoda sviscerando in lungo e in largo tutti dungeon, dal primo all’ultimo. I piani si susseguono senza troppi fronzoli, fatta eccezione per il boss finale che contraddistingue la fine di una serie di dungeon, seguito da alcune sequenze scriptate. Un susseguirsi di livelli randomizzati, lineari, pieni zeppi di mostri che aspettano solo di essere massacrati sembrerà di per sé ripetitivo, ma si rivela tremendamente divertente e spensierato. Comunque a tentare di spezzare la ripetitività ci pensano le quest secondarie, che sebbene poco profonde e ripetitive, permettono di accumulare ulteriori punti esperienza e potenziare il personaggio. Il livello di sfida proposto non si rivela purtroppo all’altezza dei titoli da cui prende ispirazione, e anche al livello di difficoltà massimo l’esperienza di gioco si rivela fin troppo permissiva. Una decisione fatta probabilmente per avvicinare una maggiore fascia di giocatori poco abituati a certe sfide, che però scontenta i fan del genere, abituati ad un impegno e una corrispettiva soddisfazione decisamente superiori. Dove manca l’intelligenza artificiale, solitamente ci pensa la menta umana, e cosi il multiplayer avrebbe riconquistato i molti eruditi dell’hack ‘n’ slash. Invece il multiplayer non è presente, un gran peccato.
Hack ‘n’ Slash duro e puroIl gameplay, come dettato dai canoni del genere, consiste fondamentalmente nello scendere da un dungeon all’altro in senso verticale, distruggendo a ritmo forsennato tutto ciò che è in movimento o si trova a portata di click. Comunque, come Diablo insegna, anche in Torchlight la componente ruolistica è marcata, e accumulando esperienza sarà possibile potenziare sia le caratteristiche più classiche come intelligenza, destrezza e forza, che imparare e incrementare le abilità, disposte in un comodo schema ad albero e sbloccabili progressivamente salendo di livello. Inoltre vi saranno anche dei punti fama, assegnati ogni volta che vengono eliminati dei nemici particolarmente grossi e completando le varie missioni. Questi poi vanno ad accumularsi facendo salire il livello di fama del personaggio, permettendo così di aumentare i punti abilità ad ogni level up. Il compagno quadrupede invece, non può acquisire nessun upgrade, ma si rileva comunque molto utile nei combattimenti, dove peraltro può anche utilizzare fino a due magie, assegnate a piacimento dal giocatore, e essere equipaggiato con anelli e collane per aumentarne le capacità. Inoltre disponendo di un proprio inventario può essere inviato in città a vendere tutti gli oggetti che gli sono stati consegnati, un modo molto utile per fare cassa. Questa operazione andrà eseguita spesso, perché di oggetti interessanti ce ne sono davvero parecchi, da fare impallidire anche produzioni più blasonate: incantati, rari, set e unici, tutti molto vari e realizzati in modo certosino, forse più qui che in altri aspetti risalta maggiormente il tocco dei designer di Diablo. Un’altra caratteristica è la possibilità di trasformare il proprio compagno mammifero in altri animali, per un periodo di tempo limitato, facendogli mangiare dei pesci che possono essere pescati in alcune zone dei dungeon.
Chi ha detto WoW?Lo stile cartonesco e caricaturale che caratterizza Torchlight, ricorda molto da vicino World of Warcraft, una grafica snella ed essenziale che gli permette di essere godibile anche su computer che hanno raggiunto ben dieci anni di età. Le similitudini del comparto tecnico non si fermano però alla grafica: infatti sia le musiche che gli effetti sonori, entrambi ottimi, risulteranno familiari per coloro che hanno saputo apprezzare anni fa quelli di Diablo, complice la collaborazione del compositore Matt Uelmann, già creatore delle musiche di Starcraft, World of Warcraft e appunto Diablo I e II. Il level design è decisamente vario e scendendo lungo i dungeon i livelli mutano in modo piacevole e sempre azzeccato. Solitamente in tutte le produzioni low cost, la parte che viene maggiormente trascurata è proprio quella grafica, ma sebbene il lavoro fatto da Runic Games non si possa definire assolutamente superbo, nel complesso lo stile retrò che lo caratterizza è davvero gradevole e facilmente conquisterà molti appassionati. Interessante la presenza di un editor, rilasciato successivamente alla release, che permette di gestire tutti gli aspetti di gioco come la creazione di livelli personalizzati, o dare vita a vere e proprie quest.
HARDWARE
Requisiti MinimiProcessore X86 da 800MHz512MB di RamScheda Video 3D con 64MB di memoria, come Ati Radeon 7200, NVIDIA GeForce 2 o Intel GMA 950600MB di spazio sul disco fisso
– Grande accessibilità ed immediatezza
– Level design vario
– Stile grafico cartoon piacevole
– Prezzo accattivante
– Trama poco profonda
– Livello di difficoltà fin troppo permissivo
– Manca il multiplayer
8.0
Quando si tenta di emulare un titolo come Diablo, i paragoni sono per lo più scomodi e difficilmente si raggiunge una consacrazione. Torchlight non cerca solo di ricalcare l’hack ‘n’ slash per definizione, ma vuole farne un vero e proprio tributo, sfruttando il forte hype che si sta creando nell’attesa del terzo capitolo. Alcune lacune ne minano l’ottimo lavoro, come la mancanza del multiplayer e una semplicità forse troppo accentuata, che risulterà difficile da digerire per molti fan degli hack and slash. Ma le decine di ore di sano e spensierato divertimento e un prezzo molto competitivo fanno di questo gioco una perla immancabile per tutti gli amanti del genere, e una piacevole sorpresa per chi vuole riscoprire il mondo degli hack and slash. Senza dimenticare la presenza di un editor, già nelle mani della community e potenzialmente in grado di far lievitare la vita di questo sorprendente titolo.